Dermatiti da contatto

Gli allergeni da contatto sono sempre più numerosi, ed il loro numero non fa che aumentare. Di conseguenza, le dermatiti allergiche da contatto sono sempre più diffuse. Si tratta di sostanze largamente utilizzate nell’ambiente industriale, costituenti fondamentali di tutto ciò che tocchiamo, dai detersivi per le casalinghe alle resine per gli artigiani, alle materie plastiche e così via. Fattore scatenante della dermatite è il ripetuto contatto con la pelle. La sostanza responsabile è definita allergene perché è capace di scatenare una reazione allergica. Tale reazione non è mediata da anticorpi, ma da vere e proprie cellule immunitarie: i linfociti. Tali cellule, dopo un primo contatto con l’allergene, si sensibilizzano nei confronti di questo, vale a dire che lo riconoscono al successivo contatto, scatenando una reazione immunitaria che sul piano cutaneo si traduce con l’obiettività clinica della dermatite allergica. Le lesioni cutanee, infatti, compaiono sempre nelle aree a contatto con la sostanza allergizzante. In caso di una prima esposizione alla sostanza in questione, la dermatite non compare mai prima di 5-7 giorni dall’inizio del contatto, a volte anche più tardivamente. In seguito, ogni contatto con l’allergene induce una ricomparsa molto più precoce delle lesioni, ossia 24-48 ore. La manifestazione clinica può estendersi oltre l’area di contatto con l’allergene e, in alcuni casi, si può assistere ad una localizzazione paradossa; per esempio, l’eczema da smalto delle unghie tende a localizzarsi alle palpebre per la semplice abitudine di strofinarsi gli occhi con le dita, ed è ben nota la facilità di penetrazione degli allergeni attraverso la cute palpebrale, sottile e delicata. Un aspetto curioso di questa affezione è che, in alcuni casi, la comparsa della dermatite avviene anche in sedi distanti dal contatto con la sostanza allergica. Il meccanismo fisiopatologico in questione non è stato ancora chiarito, potendosi trattare di una penetrazione massiccia di allergene, oppure di una sua disseminazione attraverso il grattamento od il sudore. La sede di comparsa della dermatite è da mettere in relazione alle diverse sostanze allergizzanti: per il cuoio capelluto, si può trattare di tinture, shampoo o altri trattamenti per i capelli; quando essa è localizzata al volto, le cause principali vanno ricercate nei cosmetici, nei fotoallergeni, nei farmaci topici. Quando le zone colpite sono i padiglioni auricolari, si deve pensare agli orecchini, ai profumi, o perfino ad eventuali protesi auricolari. Per le ascelle, gli imputati più probabili sono i profumi, i deodoranti o i prodotti per la depilazione. Per le mani, che rappresentano la sede di più frequente riscontro di questa condizione, si tratta di farmaci topici, detersivi domestici , shampoo, guanti , ma, soprattutto, di allergeni professionali che interessano le categorie più disparate: i parrucchieri, gli artigiani, gli odontotecnici, i pittori, gli addetti all’agricoltura, etc. Il quadro clinico è comune: inizia con arrossamento della parte interessata (eritema) e prurito. In seguito, sulla chiazza eritematosa compaiono piccoli rilievi puntiformi (vescicole); questi sono molto superficiali e tendono a rompersi facilmente determinando delle erosioni, che con il tempo evolvono in croste. Se lo stimolo allergenico persiste, il quadro clinico si cronicizza, ed allora la cute appare ispessita, pigmentata, a volte fissurata e ricoperta da squame. Un sintomo sempre presente è, però ,l’intenso prurito. L’inquadramento diagnostico deve essere sempre accompagnato dai test epicutanei, che servono ad evidenziare di quale tipo di allergene si tratta. Come vengono eseguite queste prove? Le sostanze da saggiare vengono in maggioranza disperse in vaselina bianca in concentrazione determinata, e poi applicate sulla cute per mezzo di uno speciale dispositivo destinato a mantenere una perfetta occlusione. In genere si tratta di un dischetto che funge da supporto alla sostanza in esame, una rondella isolante ed un cerotto adesivo. I diversi test sono applicati sul dorso ed ivi lasciati per 48 ore. Normalmente si effettuano due letture, la prima dopo 48 ore, la seconda dopo quattro giorni. La lettura del test è piuttosto complessa e di pertinenza dello specialista. In linea generale possiamo affermare che la positività o meno dipende dalla comparsa della dermatite nel punto di applicazione.

 

PRINCIPALI ALLERGENI DA CONTATTO

  • Metalli cromati
  • Nichel: gioielli, accessori metallici dell’abbigliamento, braccialetti, orologi, monete, chiavi
  • Cobalto: cementi, porcellane, vernici
  • Formaldeide: carta, vernici, inchiostro, prodotti tessili, tinture, materie plastiche, colle, cuoio conciato, fotografie, cosmetici, shampoo, smalto per unghie, insetticidi, disinfettanti, alcool denaturato, alcune candeggine
  • Parafenilendiamina: tinture per capelli, tinture tessili e per il cuoio
  • Balsamo del  Perù: cosmetici, brillantine, lozioni per capelli, profumi, tabacchi, farmaci topici, manufatti odontotecnici
  • Colofonia: cerotti, colle, vernici, cera per mobili e parquet.

 

Dermatiti da contatto: prevenzione

Quali precauzioni prendere per evitare od eliminare questa fastidiosa forma di dermatite?

  • Evitare il contatto con quella o quelle sostanze verosimilmente responsabili della sintomatologia.
  • Se la causa non è ovvia ricorrere all’esecuzione di test epicutanei
  • Ridurre al minimo l’uso di detergenti (saponi)
  • Applicare creme idratanti ed emollienti dopo il bagno
  • Indossare sempre guanti di cotone nei casi in cui sia indispensabile maneggiare le sostanze implicate nella genesi della DAC
  • Evitare indumenti colorati, sintetici e che non permettono la traspirazione
  • Consultare un dermatologo prima di mettere in atto qualsiasi provvedimento terapeutico