Vivere con l’ansia è fonte di malattie

La sofferenza di chi è affetto da ansia e preoccupazioni può dar luogo a processi di somatizzazioni e manifestazioni cutanee

Notte prima degli esami è una canzone scritta da Antonello Venditti nel 1984 e un omonimo pluripremiato film diretto da Fausto Brizzi nel 2007. Da allora, il titolo di queste due creazioni artistiche è diventato un riferimento per chi sta preparando gli esami di maturità, fra nottate in bianco, sogni, lacrime, preghiere e sacrifici. Come se non ci fosse un domani. Sembra quasi che questi ragazzi affrontino la prova di esame come fossero in guerra, superando ostacoli e difficoltà, ansie e momenti di disperazione e depressione. Ne emerge un quadro in cui l’impegno profuso per ottenere il risultato è messo in discussione dall’incertezza dell’esito, fra la speranza di riuscirci e la paura di soccombere. In queste condizioni l’elemento principale è lo stato d’ansia, che inevitabilmente conduce a situazioni di malessere fisico e psichico che rischiano di rendere la propria performace, nell’aula scolastica e sul campo di battaglia, poco sufficiente o del tutto negativa. Fin dalla notte dei tempi, è risaputo che la paura è un sentimento che accompagna il guerriero sul campo di battaglia. Lo scrittore ateniese Tirteo, in ossequio alle indicazioni provenienti dall’oracolo di Delfi, sosteneva che la presenza di questa viscerale emozione si poteva spiegare con la presenza di due divinità: Fobos e di Deimos, figli di Ares e Afrodite, che rappresentavano rispettivamente l’incarnazione della paura e del terrore suscitato dalla guerra. Incontrarli su ogni campo di battaglia era, infatti, inevitabile. Per gestire questa impotenza i Greci e i Romani, ma anche tutti gli altri popoli dell’antichità, si erano costruite divinità così potenti da essere, allo stesso tempo, cause e artefici di tutti i fenomeni naturali, e di conseguenza del destino degli uomini. Per questo sugli scudi dei guerrieri erano spesso rappresentati i sacrifici fatti a Phobos, il dio della paura, prima della battaglia. Ma non è solo la guerra che nell’essere umano incute ansia, timore e paura mettendogli di fronte la sua limitata possibilità di controllo rispetto a ciò che lo circonda. Ci sono infatti ansie e paure quasi ancestrali, provocate dal buio, dall’ignoto, da eventi naturali, dal rischio di catastrofi e, soprattutto, dalla morte. Sintomi di un senso di insicurezza, che spesso rende l’uomo vittima dei propri timori, che possono sorgere anche solo al pensiero di trovarsi di fronte alla situazione temuta. Un limite individuale che arriva a condizionare drasticamente la vita. La varietà delle ansie, delle paure e dei disturbi del tono dell’umore non risparmiano le star del mondo della moda e dello spettacolo: pare che Naomi Campbell, viva una particolare ansia di rimanere infettata dai batteri da viaggiare sempre in aereo indossando un paio di guanti in lattice, Charlize Theron e Cameron Diaz sono maniache della pulizia al punto di fare scenate ove scoprano segnali di sporco intorno a loro. Woody Allen, ha paura di cani, insetti, spazi stretti, folla e colori vivaci. L’ansia degli artisti prima di salire sul palco o degli sportivi nei momenti precedenti alla discesa in campo, vengono esorcizzati dai rituali più fantasiosi: dal compiere sempre lo stesso gesto a mangiare sempre la stessa cosa, all’indossare sempre un vestito dello stesso colore. Una sorta di riti che permettono di migliorare la propriaconcentrazione e prestazione. Tutto ciò può suscitare un sorriso ma è sbagliato sottovalutare la sofferenza di chi è affetto da ansia, paura o manie che possono limitare drammaticamente la sfera di autonomia e incidere anche sullo stato di salute attraverso il meccanismo della somatizzazione. La psiche, infatti, può giocare un ruolo determinante nello sviluppo di molte malattie, quando lo stress minaccia e altera lo stato dell’umore dell’individuo in maniera importante. La tristezza o uno stato d’ansia incidono non solo sul morale ma anche sulle difese immunitarie, sul benessere e sulla malattia, perché la psiche e i sistemi ormonale, nervoso e immunitario si influenzano e controllano a vicenda operando in sinergia. Le preoccupazioni e l’ansia interferiscono con la qualità e la durata del sonno e questo è un altro fattore che determina disagio, malessere e anche una riduzione delle difese naturali dell’individuo. Al contrario, una buona risata aiuta a neutralizzare l’ansia e lo stress, facendo crescere l’autostima e la determinazione a superare le difficoltà, incrementando significativamente i livelli delle immunoglobuline, dei leucociti e delle citochine grazie a cui l’organismo resiste ai traumi e alle infezioni. Ciò spiega perché, fin dal tempo dei racconti omerici, prima di una battaglia, per scacciare la paura e rinforzare il coraggio dei soldati, gli si somministrava dell’alcool che, bevuto in gruppo rafforza i legami e sviluppa la fiducia fra i compagni d’arme. Lo stesso facevano i legionari romani per alleviare la propria tensione prima di un combattimento, soprattutto se erano destinati ad azioni pericolose. Alle divisioni di fanteria francesi – probabilmente più sofisticate – prima della imminente battaglia di Austerlitz, vennero invece distribuite razioni generose di brandy. Nella seconda guerra mondiale, all’esercito tedesco, per diminuire la sensazione di stanchezza, insieme alla cioccolata si somministravano anfetamine. Ai giorni nostri a causare ansia, paure e cambiamenti d’umore ci sono tante altre cause, sicuramente meno drammatiche di una guerra, ma altrettanto coinvolgenti in virtù dei cambiamenti sociali e di vita. Per esempio una dolorosa sensazione di solitudine può stimolare i geni della risposta infiammatoria e inibire quelli coinvolti nel controllo antivirale. Ciò avviene anche per quanto riguarda il rapporto tra stress e pelle, quando l’esordio e il decorso di molte malattie è strettamente correlato alle variazioni del tono dell’umore. Lo stress emotivo, oltre a possibile concausa scatenante della Psoriasi, può determinare una esacerbazione della malattia, insicurezza, ansia, depressione e ideazione suicidaria. Per tante altre patologie cutanee quali la dermatite atopica, l’ansia, le note depressive del tono dell’umore e l’eccitabilità emotiva non sono solo elementi in grado di influenzare il decorso delle malattie ma anche concause fondamentali nella loro eziologia. Sono tante le dermopatie influenzabili dallo stato dell’umore: in chi soffre già di acne, emozioni negative possono causare ulteriori crisi ed eruzioni, mentre un controllo dell’ansia e un miglioramento del tono dell’umore risultano benefici ai fini di una guarigione. Le soluzioni che le persone adottano, la notte prima degli esami o di altri eventi stressanti o problematici, possono essere tante e variare a seconda dell’occasione. Senza suggerire il ricorso all’alcool, per il medico l’obiettivo è dare un senso di sollievo all’ansia e far riprendere il controllo della situazione, sottraendo il soggetto al timore e alla paura. Emozioni che pure nella vita sono necessarie per la maturazione e la crescita, se non ci si vuole illudere fin da piccoli di vivere in un falso paradiso in cui non esistono difficoltà ed ostacoli. Per concludere: se è vero che il benessere è il risultato dell’equilibrio tra lo stato dell’umore e la salute fisica e che l’ansia è un’emozione sgradevole, causa di tensione psicofisica, preoccupazioni e inquietudini che disturbano il funzionamento psichico, mettendo in luce conflitti irrisolti che possono manifestarsi anche attraverso sintomi psicosomatici e somatizzazione, con risvolti negativi a carico dell’apparato digerente e a livello cutaneo, per ottenere un reale miglioramento del paziente, allora, bisogna inquadrarlo nella sua globalità perché la strada giusta per curarlo, o per lo meno tenere sotto controllo quelle patologie dermatologiche ad alta componente emotiva, non basta occuparsi solo della sua pelle malata, ma anche della sua psiche in difficoltà