La fantasia popolare li ha chiamati nei modi più disparati, usando metafore che ricordano elementi naturalistici . A seconda delle zone sono conosciuti come creste di gallo, lesione a cavolfiore , porro acuminato o venereo, verruca genitale.
del dott. Antonio Gatto
In realta’ si tratta di una infezione delle cellule della mucosa genitale da parte del virus del papilloma umano (HPV). Finora sono stati identificati oltre 50 subtipi dell’HPV e sembrerebbe che alcuni di essi siano direttamente responsabili alcune lesioni cliniche . Cosi’ le forme genitali sarebbero dovute ai tipi 6 , 11, 16, e 18, mentre il tipo 2 causerebbe la comune verruca delle mani ed i tipi 1 e 4 le verruche plantari dei piedi .Tutte forme molto comuni e benigne ma che differiscono fra loro, non solo per l’agente infettante e la localizzazione, ma anche per la via di propagazione , la profilassi , la terapia e l’evoluzione .
Nel 1954 T.J. Barrett , sulla rivista J.A.M.A. , defini’ i condilomi acuminati come una malattia venerea perché si contraggono attraverso i rapporti sessuali. Anche se classicamente è considerata una delle malattie a trasmissione sessuali “minori”, il numero dei casi che giunge alla osservazione degli specialisti è aumentato costantemente nel corso degli ultimi anni. Soltanto negli Stati Unitisi stima che annualmente si verifichino almeno un milione di nuovi casi , e che circa il 75% dei partners che hanno avuti contatti sessuali con persone malate va incontro alla fase clinica della malattia. Il periodo di incubazione è di circa 1-2 mesi con casi limitesino a 9 mesi.
Le sedi in cui vengono riscontrati con maggiore frequenza sono le cosiddette aree umide e calde: l’orificio urinario esterno, il solco balanpo-prepuziale, la fossa navicolare nell’uomo e la regione peri-anale, la bocca e la gola negli omosessuali; la vulva, la vagina ed il perineo nella donna. Con minore frequenza è possibile trovarli nell’uretra, a livello della cervice dell’utero e nel retto. Nella maggior parte dei casi la diagnosi si basa sulla osservazione clinica e sull’anamnesi del paziente .L’epidermide è ispessito ed ipercheratosico. E’ di grande importanza un accurato esame clinico per evidenziare la concomitanza di altre malattie a trasmissione sessuale ( STD) come la gonorrea, la triconomiasi clamidia, la sifilide. Nell’uomo i condilomi possono essere dolorosi ed appaiono di norma sul pene, come piccole escrescenze isolate o raccolte , confluendo fra loro, nel caratteristico aspetto a cavolfiore. L’aspetto talvolta può somigliare a quello delle lesioni da herpes ma la diagnosi differenziale va fatta principalmente con i condilomi piatti della sifilide ( utile l’utilizzo delle prove sierologiche) , le lesioni del mollusco contagioso e del granuloma inguinale, i carcinomi del pene e della cervice per cui va effettuata eventuale biopsia. E’ utile , per il completamento delle indagini nel caso ci siano sospetti di una estensione della malattia all’uretra o al retto , provvedere ad una uretroscopia o ad una rettoscopia e , nella donna, ad una colcoscopia . Ricercatori della Duke University hanno infatti scoperto che circa il 10% delle donne con condilomatosi vulvare presenta anche una localizzazione a livello della cervice e che , se non trattato , in queste pazienti il virus può provocare una displasia precancerosa anche dopo 5-30 dall’infezione. Un forte legame è stato anche evidenziato fra due particolari subtipi del papilloma ed il tumore del pene. Pazienti o individui immunosoppressi, come per esempio coloro i quali sono stati sottoposti ad un trapianto renale, sono particolarmente suscettibili a questo tipo di infezioni virali. Ci possono essere seri problemi nel caso di una insorgenza durante la gravidanza, infatti si può determinare un aumento del numero e della grandezza delle lesioni e si può verificare una trasmissione virale al neonato.
Esistono varie metodiche di trattamento dei condilomi acuminati: impiego di sostanze chimiche ad azione caustica, la più indicata è la podofillina al 15-25 % che va pero’ evitata durante la gravidanza perché teratogenica. Le escrescenze possono inoltre essere trattate con più sedute di crioterapia, la diatermocoagulazione, l’asportazione chirurgica o la laserterapia . Per le forme recidivanti è suggerita una immunoterapia con interferone ma bisogna stare attenti ad eventuali effetti sistemici collaterali.
Per finire una regola generale: è bene che il partner della persona malata sia sottoposto ad una visita medica di controllo.