
Siamo alle solite, la biostimolazione, un claim che si ripete ormai fino alla noia nella medicina estetica. Abbiamo perciò fatto una piccola indagine chiedendo a un campione di professionisti, “cosa intendessero per biostimolazione”. Le risposte sono state interessanti ma, in più casi, diverse fra loro. C’è chi ha scritto che ”la biostimolazione è una pratica dove c’è una produzione di collagene effettivo, collagene di tipo 3”. Un altro medico, invece, ritiene che ”la biostimolazione – come si deduce dal termine – è una stimolazione cellulare o biologica, appunto genericamente intesa che può dare risultati positivi o negativi”. E ancora, “la biostimolazione si verifica a livello intercellulare, come si fa con il laser per riparare le cellule danneggiate” oppure la ”biostimolazione significa stimolare la vita, tutto ciò che incrementa la vita e i suoi processi biochimici è un biostimolante, per quel che riguarda la pelle, un obiettivo chiave della biostimolazione è il fibroblasto”. Da quanto si legge, senza fare di tutta un’erba un fascio, talvolta, alla conoscenza scientifica si uniscono slogan contenuti in un martellante marketing, superficiale se non privo di scrupoli. Proviamo pertanto a dare una nostra definizione di Biostimolazione, intendendo con questo termine la neoformazione dei normali componenti della matrice per un miglioramento funzionale e strutturale. Con Bioristrutturazione, invece, ci si riferisce alla formazione di collagene fibrotico e quindi a un miglioramento solo strutturale. Le condizioni per un tessuto, affinché possa rispondere alle sollecitazioni terapeutiche sono le seguenti: la quantità di ossigeno nel tessuto non deve essere inferiore a 80 mm Hg; ogni cellula che fa parte del tessuto trattato, deve avere a disposizione almeno 5 mmHg di O2; lo spazio extracellulare del tessuto trattato deve essere in fase SOL e non deve assolutamente avere un pH acido; le cellule del tessuto trattato devono avere liberi scambi ionici; i livelli ematici dei radicali liberi devono avere valori contenuti. Perché avvenga una biostimolazione è necessario che esista un corretto equilibrio funzionale tra i fattori di crescita; tra i mediatori colinergici; dei caloni epidermici; che sia stimolata la componente cellulare del derma e inibite le metalloproteinasi. Da quanto scritto appare chiaro che la biostimolazione non è una cosa semplice, e un modo scientifico per capire se è avvenuta o meno esiste. Per evidenziare la risposta all’eventuale biostimolante (oggi sul mercato ne esistono una marea) va misurata l’idrossiprolina, poi si esegue una valutazione istologica, utilizzando una colorazione particolare per il collagene di tipo III, la colorazione Gomori. Il collagene è la proteina più abbondante dell’organismo, l’idrossiprolina costituisce il 9-15% degli amminoacidi che formano il collagene ed è quello più rappresentato assieme alla glicina. Dato che il collagene rappresenta la componente proteica dell’osso, la sua escrezione con le urine è direttamente proporzionale alla quantità di osso catabolizzata nel normale turnover di questo tessuto, ma essendo contenuta anche nel collagene di altri tessuti (es. pelle) la misura dell’esecrezione urinaria di idrossiprolina, aumentata o ridotta in un paziente privo di patologie che riguardano le ossa ci informa di un aumentato o ridotto collagene cutaneo. Per preparare i pazienti alla misurazione dell’idrossiprolina bisogna prescrivere una dieta priva di collagene, il giorno prima e durante la raccolta delle urine nelle 24h, (dieta priva di carne, pesce, cacciagione, estratti e brodi di carne, gelati, dolci e altri prodotti contenenti gelatina). I pazienti debbono iniziare la raccolta al mattino, dopo aver vuotato la vescica alla solita ora (per esempio alle 7.00) e, da quel momento in poi, raccogliere tutte le urine successive durante tutta la giornata e la notte sino alle ore 7.00 comprese del giorno successivo. Le urine raccolte dovranno essere consegnate fresche al laboratorio di fiducia e i risultati potranno confermare o meno il livello di idrossiprolina, e indirettamente di neocollagene, indotto dalla biostimolazione.
Del Prof. Domenico Amuso, Medico Chirurgo Prof. Mario Marchetti, P.H.D. Dott.ssa Xenia Ilina, Dermatologa