Una nuova metodica per curare la vitiligine

Il trapianto autologo  di melacinociti e cellule basali offre una nuova possibilità terapeutica nei riguardi della vitiligine stabile e segmentaria

andrea parovidollin
del Dott. Andrea Paro Vidolin Specialista in Dermatologia e Venereologia, Roma

L’attenzione del mondo sanitario nei confronti della vitiligine è purtroppo ancora molto scarsa. Nonostante la rilevante incidenza di coinvolgimenti sistemici, spesso non viene neanche considerata come una malattia ma solo come un disturbo estetico. La vitiligine, invece, va considerata a tutti gli effetti come una patologia cronica della cute dovuta alla carenza o alla totale mancanza di melanociti in aree circoscritte dell’epidermide. Le macchie si presentano ben confinate, di colore uniforme, bianco latteo, delimitate da contorni spesso irregolari, ma ben evidenti. Le ricerche in tutto il mondo riguardano lo studio dei meccanismi patogenetici della malattia, il miglioramento delle tecniche terapeutiche e la sua definizione della base genetica. Colpisce uomini e donne senza differenza di genere con una incidenza pari allo 0,5-2% della popolazione mon­­diale. Nel mondo 80 milioni di persone ne sono affette e di queste oltre un milione solo in Italia, con una familiarità che arriva fino al 30% dei casi. La vitiligine può iniziare a qualsiasi età ma nel 50% dei soggetti si manifesta tra i 10 e i 30 anni. Le persone affette tendono spesso all’isolamento a causa dei disagi sociali e di relazione che possono sperimentare. L’Istituto Dermatologico San Gallicano (ISG) segue circa 10.000 persone grazie alla collaborazione tra il “braccio clinico” rappresentato dal Servizio di Fotodermatologia diretto dal Dr. Giovanni Leone, dove i pazienti vengono visitati, sottoposti ai diversi tipi di fototerapia, monitorizzati con foto digitali per il follow up e il Laboratorio di Fisiopatologia Cutanea, diretto dal Prof. Mauro Picardo, dove si eseguono indagini d’avanguardia e si svolgono ricerche su diversi aspetti di questa importante patologia, come i test sulla capacità antiossidante, tramite un semplice prelievo di sangue, e le biopsie cutanee dei pazienti candidati al trapianto cellulare, per verificare se vi sia una adeguata capacità proliferativa delle cellule tale da garantirne la riuscita. Presso il Centro del San Gallicano si registrano 1.000 nuovi casi di vitiligine l’anno che si sottopongono a diagnosi e terapie. Dopo essere stato il primo centro in Italia a utilizzare 10 anni fa la fototerapia UVB a banda stretta, “gold standard” nella cura della vitiligine, ancora una volta il centro è stato all’avanguardia introducendo un nuovo metodo terapeutico sviluppato a Bordeaux dal Prof. Yvon Gauthier: il cosiddetto trapianto autologo di sospensione cellulare epidermica, comprendente melanociti e cheratinociti. Studi scientifici dimostrano che questa metodica è poco invasiva, dà buoni risultati estetici ed è relativamente semplice da eseguire. Per saperne di più poniamo alcune domande al dott. Giovanni Leone.

vitiligine

Per quali forme di Vitiligine è indicato il trapianto autologo di melanociti?

Il trapianto autologo di melanociti e cellule basali rappresenta una possibile terapia per forme di vitiligi­ne stabile da almeno un anno che non abbiano risposto alle terapie convenzionali. Ma anche per la vitiligine segmentaria, una particolare variante clinica della vitiligine che ha delle peculiarità che la differenziano dalle altre forme, sia per quanto riguarda il quadro clinico (disposizione segmentaria, metamerica), l’evoluzione (scarsa evolutività), e la risposta alle terapie (risposta incompleta alla fototerapia e ad altri trattamenti). Va poi considerato che, nella vitiligine segmentaria, sono spesso assenti i melanociti nelle guaine perifollicolari, e quindi il processo di ripigmentazione, che nor


Ci sono delle novità per l’esecuzione del trapianto ?
malmente parte dal reservoir di melanociti del follicolo non può innescarsi.

vitiligine trattamentoTra le novità, l’ultima frontiera è ReCell, procedura eseguibile anche in regime ambulatoriale che permette, da un piccolo prelievo di un campione superficiale di cute, di generare una sospensione cellulare autologa contenente tutte le cellule cutanee necessarie ad avviare i processi di riparazione e soprattutto in grado di ripigmentare le chiazze di vitiligine, anche particolarmente estese, in soli 30 minuti. Commercializzato dall’azienda italiana Avita Medical, il kit ReCell contiene tutte le strumentazioni e gli accessori finalizzati a ottenere una sospensione cellulare contenente, in specifico, melanociti, fibroblasti, cellule basali e cellule di Langerhans senza dover rivolgersi a laboratori di colture cellulari esterni e senza inutili perdite di tempo. Questa tecnica si fonda sul principio della “tripsinizzazione veloce” in cui il prelievo tissutale deve permanere in incubazione per soli pochi minuti al fine di ottenere la più elevata concentrazione di cellule vitali trasferibili in tempo reale sull’area da trattare. Inoltre, dal momento che non si tratta di colture o di propagazioni cellulari, queste peculiarità permettono l’uso del medical device nel pieno rispetto delle normative comunitarie e nazionali ovviando dunque ai vari adempimenti di legge che disciplinano, invece, le tecniche di coltura cellulare. In sostanza il Kit ReCell rappresenta una nuova soluzione terapeutica per effettuare un trattamento definitivo, in un’unica sessione, della vitiligine stabile e segmentale. Il suo impiego offre sicuramente notevoli vantaggi, come la possibilità di eseguire tutto il procedimento nel proprio ambulatorio senza doversi appoggiare ad un laboratorio di coltura/manipolazione cellulare; inoltre permette di ottenere una procedura perfettamente standardizzata e riproducibile sia nell’esecuzione che nei risultati in quanto i tempi, la temperatura e le quantità di sostanze che servono per conseguire le cellule sono già predefinite, titolate e certificate a garanzia della buona riuscita dell’intervento e del grado di soddisfazione dei pazienti.

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mauro piccardo
Dr. Mauro Picardo Responsabile Laboratorio di Fisopatologia Cutanea Istituto Dermatologico San Gallicano IRCCS – Roma

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giovanni leone
Dr. Giovanni Leone Responsabile Fotodermatologia Istituto Dermatologico San Gallicano IRCSS – Roma

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