Un Topinambur contro il diabete

di Nicole Salvoni

Poco utilizzato nella cucina italiana, il Topinambur è un tubero dalle inaspettate proprietà benefiche

topinambur_saltati_in_padellaSe vi è capitato di mangiare la “bagna Càuda”, tipico piatto della cucina piemontese simile nell’aspetto a una zuppa di verdure, sicuramente avrete notato che al suo interno galleggiavano dei pezzetti di un tubero, simile in consistenza alla patata ma dal sapore vicino a quello del carciofo. Si tratta del Topinambur, conosciuto anche con il caratteristico nome di Pera di terra, Carciofo del Canada, Carciofo di Gerusalemme, Tartufo di canna, Girasole tuberoso, Rapa Tedesca. Proveniente dal continente Americano, questo tubero bitorzoluto, appartenente alla grande famiglia delle Asteraceae, è giunto in Europa solo nel XVII secolo. Una sua descrizione scientifica viene fatta per la prima volta nel 1753 all’interno della pubblicazione “Species Plantarum da Carl von Linné, biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, che lo identificò con il nome scientifico, Helianthus tuberosus. Il nome deriva da due parole greche ”helios” (sole) e ”anthos” (fiore), in riferimento alla tendenza della pianta di girare verso il sole, comportamento noto come eliotropismo. Mentre il termine “tuberosus” si riferisce al fatto che si tratta di una pianta perenne, il cui organo di sopravvivenza è un tubero. Il Topinambur fiorisce da agosto a ottobre e il suo fusto può arrivare fino a 2 metri di altezza, mentre le sue gemme si trovano sotto terra all’interno del bulbo. Le infiorescenze sono dei capolini, che vanno da un numero di 3 fino a 15 per pianta e non tutti raggiungono la fioritura. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro emisferico composto da più squame, che poste in diverse serie, proteggono il ricettacolo, lievemente convesso e munito di semi. Su di esso si inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni di colore giallo e quelli interni di colore arancio; le foglie lunghe dai 7 ai 15 cm, hanno il margine seghettato e sono di forma ovato cuoriforme. Le radici sono fibrose e tuberose, lunghe da 7 a 10 cm e spesse 3-5 cm. Il colore dei tuberi varia dal marrone chiaro, al bianco, al rosso, al porpora e da loro si ricava una farina che può sostituire fino al 10% quella di grano per i prodotti da forno. Non contenendo glutine, può essere incluso in tanti prodotti e utilizzato anche da chi soffre di intolleranze e celiachia. Diversi sono i suoi usi nella medicina tradizionale e in dietologia, molti dei quali comuni anche alle patate. Esso viene consigliato principalmente per il suo importante contenuto in fruttosio (inulina), che lo rende indicato nella dieta delle persone affette da diabete. Combatte inoltre il colesterolo alto ed è ricco di sali minerali, in particolare di potassio, magnesio, fosforo e ferro. Ha anche un’alta concentrazione di vitamina A e B, che rendono l’alimento indicato in casi di debilitazione fisica e mentale, stress, anemia, obesità e in caso di patologie neurologiche. Il topinambur, inoltre, agevola la funzione digestiva e diuretica, e può servire a stabilizzare la concentrazione ematica di acido urico. In cosmesi, l’alto contenuto di polisaccaridi è utile nella cura dei capelli per l’azione idratante ed emolliente. Grattugiando la polpa cruda e mescolandola con olio extravergine di oliva o, in alternativa, olio di jojoba o di mandorle, si crea un impacco nutriente ed elasticizzante. La capacità di trattenere l’acqua forma sulla superficie della pelle o dei capelli un film acquoso che mantiene l’idratazione e fornisce un tocco morbido.