di Irene Capuani
Il peeling chimico trova sempre più seguaci tra i membri dell’esclusivo star system americano eppure c’è chi continua a parlare di intervento aggressivo
Da Megan Fox a Britney Spears: il segreto di bellezza delle star americane sembra essere diventato negli ultimi anni il peeling chimico. Una tecnica richiesta sempre più frequentemente anche nel nostro paese ma che ancora genera un pò di perplessità tra le utenti che si rivolgono al medico estetico. Come mai?
Probabilmente la colpa va ricercata nella parola “chimico”, capace di richiamare alla mente procedure invasive, che spesso possono rivelarsi dannose per la salute e la cute. E in parte una responsabilità ce l’hanno anche le riviste dedicate alla bellezza e allo star system in cui spesso vengono pubblicate immagini di celebrità internazionali che presentano una pelle senza trucco e apparentemente rovinata in seguito all’applicazione di tale metodica.
Ciò che in tali pubblicazioni si omette è che qualsiasi tipo di intervento estetico, anche il più leggero e meno invasivo, ha delle conseguenze nel breve tempo che però dopo qualche giorno scompaiono in luogo di un netto miglioramento dell’area su cui esso è stato eseguito. Ma si sa, la volontà del gossip a tutti i costi, spesso finisce col compromettere proprio la corretta informazione finendo col generare paure nella maggior parte dei casi completamente immotivate. Nella fattispecie i disagi del peeling chimico, che possono durare in media dai 4 ai 12 giorni sono un rossore e inscurimento della pelle e una esfoliazione che dura fino a 8-10 giorni. E a questo effetto immediato è da imputare l’innaturale aspetto di attrici e cantanti fotografate all’uscita dai centri o dalle cliniche a cui si sono affidate. Certo, è indubbio che per chi ha fatto della sua immagine il proprio business, si riveli un disagio reale. Ma si tratta pur sempre di un piccolo prezzo rispetto agli enormi vantaggi che il trattamento permette di raggiungere.
Il rossore infatti è la semplice conseguenza di una infiammazione temporanea provocata al fine di riattivare la produzione di collagene ed elastina che con l’età diviene più lenta. Ciò che in poche parole si ottiene è una rivitalizzazione dei fibroblasti con formazione di collagene autologo. Inoltre il peeling chimico stimola il turnover cellulare rimovendo ed esfoliando le cellule morte dello strato corneo e provocando una accelerazione del ricambio e una rigenerazione cellulare che avviene già naturalmente nel derma. Come è noto, l’esfoliazione consente di eliminare le cellule della pelle danneggiate che vengono così sostituite da cellule epidermiche giovani e normali. Insomma l’effetto finale, sia che si tratti di un peeling superficiale che profondo, è quello di un ringiovanimento della texture cutanea che appare quasi da subito evidente e soprattutto naturale. Senza contare poi che la metodica è indicata anche per la risoluzione di tutta una serie di patologie assolutamente antiestetiche come la cheratosi, l’acne e le relative cicatrici, e ancora: le smagliature, la rosacea, le discromie, la dermatite seborroica e le radiodermiti. Un trattamento quindi che dà quello che promette e che sicuramente vale il prezzo di qualche momentaneo imbarazzo.