Un mondo adiposo soprattutto bruno

Non ho mai pensato a un mondo abitato solo da bianchi, ma sempre a un mondo multicolore: bianco, nero, grigio, giallo, lilla, rosso, rosa, celeste, azzurro, verde, arancione. Quando guardo una persona ci vedo sempre tutti i colori dell’arcobaleno e anche di più. Sono convinto che il colore della pelle della gente che ti viaggia intorno è quello che tu vuoi vedere. Mi piace un mondo a colori perché la vita si tinge di magia. Quando invece penso a un tessuto adiposo (AT) i colori sono solo due: bianco (White Adipose Tissue – WAT) e bruno (Brown Adipose Tissue – BAT). Eppure se fosse principalmente bruno l’umanità. sarebbe più felice. Vediamo perché. Il tessuto adiposo è un organo endocrino in cui oltre agli adipociti ci sono anche altre cellule: Mesenchymal Stem Cells (MSC), preadipociti, cellule endoteliali, fibroblasti, cellule immunitarie (macrofagi, globuli bianchi, linfociti, cellule T.). Il WAT è caratterizzato da cellule adipose uniloculari (con pochi mitocondri piccoli) che immagazzinano l’energia in eccesso sotto forma di trigliceridi mentre le cellule adipose del BAT sono multiloculari (mitocondri grossi che conferiscono l’aspetto bruno) ed esprimono la termogenina [proteina disaccoppiante 1 (UCP1)] che consente la dissipazione di energia mediante la produzione di calore. In sintesi: le cellule adipose bianche accumulano energia, quelle brune la dissipano. Per questo le cellule del BAT sono più simpatiche con la loro proteina transmembrana UCP1 situata nella membrana interna dei mitocondri che è la principale fonte di produzione di calore nei mammiferi in letargo e nei neonati. Sfortunatamente, oggi il rapporto WAT/BAT è tutto a favore di WAT. Per generare calore, per dissipare energia, serve un segnale molecolare e questo ruolo lo svolge la norepinefrina (NE) liberata dalle terminazioni dei nervi noradrenergici del Sistema Nervoso Autonomo. È così che inizia la termogenesi: la norepinefrina si lega ai recettori adrenergici β3; le proteine G di membrana trasducono il segnale molecolare che attiva l’adenilciclasi, e l’ATP si trasforma in adenosina monofosfato ciclico (cAMP) che attiva la PKA (proteinachinasi A) che, a sua volta attiva la lipasi intradipocitaria ormone sensibile (HSL) con promozione della idrolisi dei trigliceridi in acidi grassi (FFA) e glicerolo. Gli FFA, a livello di membrana mitocondriale interna attivano la nostra termogenina (UCP1) che incrementa la permeabilità della membrana mitocondriale interna permettendo ai protoni (H+) che sono stati spinti nello spazio intermembrana, di tornare nella matrice mitocondriale. è la termogenina a disaccoppiare la catena respiratoria, favorendo una veloce ossidazione del substrato che genera calore con una esigua produzione di ATP (Fig. 1). La UCP1, favorendo la termogenesi, quindi, dissipa energia e induce una minore produzione intracellulare di ATP che non potrà essere immagazzinata se non minimamente per formare trigliceridi. Ricordiamo che WAT e BAT sono regolati da diverse molecole (ormoni, enzimi, prostaglandine…) e dai nucleotidi (ATP, ADP, adenosina) o cio recettori purinergici sono posizionati sulle membrane delle cellule adipose di WAT e BAT. Sarebbe un errore immaginare questi due tessuti, come distinti, perché costituiscono un organo unico anche se sono in continua lotta tra loro come due atleti impegnati in una sorta di lotta. Ho giàù ammesso di tifare per BAT ma quasi sempre prevale WAT. MI ritrovo così a sognare che un giorno la scienza medica farà vincere BAT, e che gran parte del grasso bianco diventerà bruno. Un mondo adiposo in cui domina BAT sarebbe fantastico perché potremmo mangiare senza sensi di colpa, non fare attività fisica (sempre stesi a non far nulla) ed essere magri. Scomparirebbe l’obesità e le sue conseguenze. Nel mio sogno il mio amico Alfonso potrebbe finalmente conquistare Adele che di obesi non vuole proprio saperne. Ma torniamo nella realtà. WAT e BAT possono andare incontro a transdifferenziazione fisiologica: l’uno si può trasformare nell’altro. Non è inamagia ma un cambio di funzione biologica [transdifferenziazione fisiologica reversibile: TFR (Cinti S., 2008)]. Se WAT si trasforma in BAT si ha l’imbrunimento del tessuto adiposo, il tessuto adiposo antipatico diventa simpatico. Quando BAT si trasforma in WAT si ha lo sbiancamento del tessuto adiposo, e diventa fastidioso. La presenza dei due tessuti rafforza il concetto di organo unico ma con due diversi tessuti che cooperano tra di loro funzionalmente (Cinti S., 2008). In sintesi, il tessuto adiposo è un organo dinamico che varia secondo una programmazione genetica e dietro il condizionamento operato da stimoli vari tra cui eccessi calorici nelle diete, ridotta dissipazione di calore (sedentarietà), disendocrinie (ipotiroidismo, sindrome di Cushing), terapie iatrogene, stress cronico. La plasticità di WAT è dimostrata da un aumento, sempre reversibile, del numero degli adipociti beige (brite), fenotipicamente simili agli adipociti bruni, con molti mitocondri, tante goccioline lipidiche (elementi multiloculari), e in grado esprimere la UCP1. L’effetto cosiddetto a fisarmonica spiega come gli adipociti brite possono però anche ritrasformarsi in adipociti bianchi. L’imbrunimento degli adipociti bianchi è opera della nerepinefrina, ma anche l’esposizione al freddo aumenta la secrezione di irisina miochina e del fattore di crescita dei fibroblasti dell’adipochina marrone-21 (FGF21). C’è inoltre un ulteriore ormone miochinico indotto dall’esercizio fisico e dal freddo, la Meteorin-like/Meteorin-Beta (METRNL) (Cometina, Subfatina, IL-41), una citochina simile alla neurotrofina che nel WAT favorisce l’imbrunimento del tessuto adiposo bianco, antagonizza l’insulino-resistenza, inibisce la differenziazione delle Mesenchymal Stem Cells in nuovi adipociti, inibisce la lipogenesi. Oltre al freddo anche l’attività fisica promuove l’imbrunimento degli adipociti bianchi e rappresenta la connessione biologica tra muscoli, WAT, BAT. Sperimentalmente si è osservato nel WAT dei topi un set di geni, ma dopo esposizione al freddo aumentavano di più i geni espressi in BAT (Ucp1, Cidea, PGC-1α, Plin5, PPARα) tutti associati all’imbrunimento del Tessuto Adiposo. Esisterà mai una molecola magica, capace di determinare l’imbrunimento di WAT e di intercettare i recettori purinergici di cui sono costellate le membrane degli adipociti del WAT e del BAT? La risposta in un prossimo futuro potrebbe essere positiva. Molti ricercatori stanno studiando il mondo recettoriale purinergico (vedi box) sperimentando inibitori e attivatori di tali recettori con la speranza di poter modulare il volume, la fisiologia della cellula adiposa, di poter realizzare il sogno di poter imbrunire e sbiancare l’AT con una molecola, o meglio farmaco. Una molecola capace di tale magia biologica potrebbe rappresentare una chiave terapeutica importante per curare in modo utile tante patologie quali l’obesità, il diabete mellito, le iperlipemie. Il mondo purinergico è una sorta di oceano più grande di quello attraversato da Cristoforo Colombo. Se, in tema di mondo purinergico, si riuscirà ad arrivare dall’altra parte della sponda della biologia molecolare attualmente conosciuta, si sarà conquistata sicuramente una bella fetta di felicità per l’intera umanità.