Un fiore di nigella per la calvizie

Alcuni studi hanno evidenziato una azione efficace del timochinone, contenuto nella Nigella sativa, nella calvizie di tipo androgenetico

 

di Andrea Marliani, Presidente SITRI (Società Italiana di Tricologia)

Andrea MarlianiLa Nigella (Nigella sativa) è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, di origini asiatiche. Le sue proprietà sono note sin dai tempi degli antichi Egizi, che la utilizzavano nelle cerimonie di mummificazione e di conservazione dei corpi e dell’Antica Grecia, in cui veniva utilizzata nella cura di disturbi del tratto gastro-intestinale e di natura genitale. Negli ultimi decenni è venuta alla luce, invece, una possibile azione benefica svolta dalla nigella nei confronti delle cellule tumorali, soprattutto di origine pancreatica. La nigella sarebbe in grado di uccidere tali cellule e, di conseguenza, di inibire lo sviluppo del tumore al pancreas, grazie alle sue proprietà protettive e antinfiammatorie. Tale scoperta è avvenuta grazie a un team di scienziati dell’American Association for Cancer Research, che si sono concentrati sull’azione del timochinone, che rappresenta il costituente principale dell’olio essenziale dalla pianta, ottenuto in corrente di vapore. Il timochinone ha un ruolo fondamentale nell’inibire l’attività di un particolare enzima, l’istone deacetilasi, responsabile degli stati infiammatori associati a questo tipo di tumori, che portano alla formazione di pancreatiti croniche. Altri studi recenti hanno peraltro evidenziato una azione efficace del timochinone sulle prostaglandina infiammatoria D2 (PGD2) che spiegherebbe perché la nigella sia stata nei secoli ritenuta un rimedio adottato per moltissime patologie e stati infiammatori. È infatti tradizionalmente ritenuta utile contro il raffreddore, l’asma, la pertosse, ed è considerata un rimedio contro il mal di gola, l’angina e le malattie polmonari, per riassorbire i gonfiori, contro il mal di testa e l’emicrania, per combattere l’acne, contro la psoriasi e per proteggere e rendere più folta la capigliatura. Proprio di recente gli studi del Prof. George Cotsarelis dell’Univ. di Pennsylvania, hanno evidenziato un ruolo importante della PGD2 nella calvizie di tipo androgenetico, nella quale questa prostaglandina e un suo metabolita contribuirebbero alla miniaturizzazione del follicolo, impedendo probabilmente la maturazione delle cellule staminali in cellule progenitrici e da qui in nuovi capelli terminali. A tutto ciò possiamo aggiungere che la nigella sativa inibisce anche l’attivazione e la sintesi del fattore NF-kB, un fattore di trascrizione pro-infiammatorio, che pure è coinvolto nelle alopecie più comuni. In pratica, l’olio essenziale, per uso locale, va opportunamente diluito (0,5 – 1/100) in una lozione tricologica adatta a veicolarla (come in una banale soluzione idroalcolica: alcol 85°) con l’aggiunta di un’essenza profumata, per esempio la lavanda.

 

Riferimenti

El Gazzar M., El Mezayen R., Marecki J.C., Nicolls M.R., Canastar A., Dreskin S.C.: “Anti-inflammatory effect of thymoquinone in a mouse model of allergic lung inflammation” Int Immunopharmacol. 2006 Jul;6(7):1135-42. Epub 2006 Mar 2.

Luis A. Garza L.A. , George Cotsarelis G., et al.:” Prostaglandin D2 Inhibits Hair Growth and Is Elevated in Bald Scalp of Men with Androgenetic Alopecia” Sci Transl Med 4, 126ra34 (2012).