del dott. Francesco Furno Specialista in Allergologia e in Ematologia Clinica e di Laboratorio -Responsabile della Cosmetovigilanza per l’Italia del Gruppo L’Oreal
Torniamo a parlare dell’uso delle tinture per capelli nel corso di gravidanza e durante l’allattamento: nulli i rischi ma meglio non eccedere e attenzione al concetto di naturale.
L’interessante articolo “Colorare i capelli senza danneggiare il feto”, pubblicato recentemente su questa rivista, riporta alla ribalta l’annosa questione di cosa può fare o non può fare una donna gravida o che allatta: quali farmaci può assumere senza rischi, cosa deve evitare di mangiare o bere; tingersi i capelli sì o no e se sì, con che tipo di tintura? È ovvio che trattandosi di un argomento così delicato, occorre sempre agire con prudenza, come per altro in occasione di una qualsiasi decisione medica, senza mai sconfinare, però, nel concetto di blocco aprioristico, come talvolta accade, allorquando, per rimanere nel campo sanitario, un medico non si assume la responsabilità di prescrivere una qualsivoglia cura a una Paziente gravida, perché “non si sa mai”, finendo per arrecare un danno “certo” per evitare un danno “ipotetico”.
Per tornare a un argomento, grazie al cielo, più frivolo, scrivo per offrire un ulteriore contributo volto a tranquillizzare tutte quelle donne, che per necessità o solo per puro piacere, intendono tingersi i capelli, in stato interessante o in corso di allattamento. Non sto a dilungarmi sul fatto che la produzione e la commercializzazione di un cosmetico o di un prodotto di coiffure è strettamente regolata dalla legislazione italiana ed europea e che un siffatto prodotto deve, per legge, essere innoquo, nelle normali condizioni d’uso. Va da sè, che l’essere in gravidanza, o in corso di allattamento, è da considerarsi, in quanto evento “fisiologico”, una normale condizione d’uso. Quindi prodotti nocivi in questo senso non potrebbero essere messi in commercio. Ora, bisogna ricordare che le varie tipologie di tinture per capelli vengono utilizzate da quasi un secolo e che nella vastissima letteratura medica al riguardo, non sono mai stati segnalati casi di danno al feto o al lattante, sicuramente dovuti alla colorazione dei capelli da parte della madre. Non dimentichiamo, tra l’altro, che milioni di donne si tingono i capelli nel primo mese di gravidanza, quando ancora non sono a conoscenza del loro stato. E tutti sanno quanto l’embrione sia delicato e vulnerabile in questo iniziale periodo di vita e di trasformazione. È poi doveroso rilevare che riguardo alle materie prime impiegate nella formulazione dei vari prodotti di coiffure, sono stati fatti innumerevoli studi, nel corso degli anni, sia riguardo a un eventuale potere teratigeno o mutageno sia in relazione alla tossicità.
Si è visto inoltre che l’assorbimento di dette sostanze da parte del cuoio capelluto è pressochè inesistente e non in grado di innescare processi patologici sia per la madre, sia per il feto o il lattante. Una consumatrice deve in ogni caso,usare alcune cautele, per scrupolo e per la sua tranquillità: è consigliabile infatti utilizzare un colorante per capelli, o un qualsivoglia prodotto di coiffure, solo dopo aver accertato l’integrità del cuoio capelluto, onde evitare che lesioni del medesimo, possano comportare un ipotetico assorbimento delle sostanze contenute nel prodotto stesso; così come è essenziale rispettare i tempi di posa prescritti e l’uso troppo frequente, evitando in tal modo un eccesso di contatto. È altresì consigliabile eseguire sempre, da parte della Consumatrice, il cosiddetto “tocco di prova”, per scongiurare la possibilità di una reazione allergica. È noto infatti che le tinture di ossidazione, quelle cioè, che donano una colorazione permanente, possono in rari casi provocare in soggetti predisposti, una dermatite allergica da contatto a carico del cuoio capelluto. A questo proposito sfatiano un luogo comune perché questa costatazione vale molto più per le colorazioni cosiddette “naturali” (Hennè), che possono causare con una frequenza maggiore, rispetto alle tinture classiche, reazioni a carattere allergico.Purtroppo l’allergia è una patologia anti ecologica! In quanto provocata quasi sempre da sostanze “naturali”, quindi considerate”buone” dal recente credere comune. Chissà se a Socrate, quando gli diedero la cicuta da bere, qualcuno gli disse:”Bevi tranquillo! È tutta roba naturale, fatta con le erbe!”.