Le sostanze naturali e il testosterone

Negli ultimi anni la ricerca in campo tricologico sta esplorando le proprietà di piante più o meno note nell’impedire la caduta dei capelli

dei dott.ri Ekaterina Bilchugova e Daniele Campo – Istituto Ortodermico Italiano – Roma

Ogni giorno, pazienti preoccupati ci chiedono il perché della loro incipiente caduta dei capelli. Cosa rispondere? Per quanto si tratti di un argomento complesso, la risposta più corretta consiste nel fatto che nell’uomo la calvizie è determinata dall’azione degli ormoni androgeni sui follicoli piliferi in individui geneticamente determinati. Volendo approfondire va aggiunto che in questi soggetti, un corredo enzimatico sfavorevole comporta una maggiore conversione degli ormoni sessuali verso il diidrotestosterone (DHT) che rappresenta il piú potente fattore di miniaturizzazione dei capelli e del conseguente diradamento del capillizio. è evidente come tutto ciò non sia alla portata della comprensione di tutti, mentre è più facile spiegare che la calvizie comune ha, in genere, la particolarita’ di avere un decorso lungo e progressivo, che può peggiorare a causa d’infiammazioni, telogen effluvium e dermatite seborroica, oltre che per effetto di uno stile di vita e di un’alimentazione inadeguati. In base alla nostra esperienza, quest’ultima affermazione: ovvero che la salute dei capelli dipende anche dall’assunzione equilibrata di nutrienti, vitamine e oligoelementi, è quella che più colpisce e crea atenzione nei soggetti più giovani. I quali si mostrano subito interessati a quali siano le sostanze naturali e i principi alimentari che possono contribuire a mantenere sani i capelli. La ricerca più recente ha chiarito che non si tratta di aneddoti o luoghi comuni. Numerosi studi hanno infatti dimostrato che alcuni estratti di piante officinali sono in grado di esercitare un’azione antinfiammatoria e antimicrobica, come anche contrastare la 5alfa-reduttasi: l’enzima responsabile della conversione del testosterone in diidrotestosterone (DHT). Il tè verde, i fitosteroli derivati da piante quali Serenoa Repens (Saw palmetto o Sabal, Palma nana della Florida), Pygeum africanum (Prugno africano), l’Ortica e la Soia inibiscono parzialmente l’azione del DHT. Diversi autori hanno poi accertato che i fitosteroli estratti da alcuni vegetali, di cui è stata dimostrata l’efficacia nel trattamento dell’ipertrofia prostatica, sono utili anche per la calvizie comune (Prager, 2002). Quello su cui vogliamo concentrare la nostra presentazione è l’estratto dalla Serenoa Repens, il quale viene ancor oggi utilizzato in quanto capace di inibire la 5alfa-reduttasi e contemporaneamente di occupare i recettori cellulari del diidrotestosterone e degli estrogeni. La Serenoa repens è una piccola palma che appartiene alla famiglia delle Arecaceae e deve il suo nome a Sereno Watson, un eminente botanico di Harvard. Cresce spontanea nelle zone a clima subtropicale del bacino Mediterraneo, nel Nord-Africa e in America settentrionale, sulla costa che va dalla Carolina del Sud alla Florida e alla Louisiana. Le sue foglie hanno la forma di ventaglio e i suoi frutti, bacche di colore rosso-scurovenivano consumati dagli aborigeni della penisola della Florida oltre 12.000 anni fa. Gli uomini di medicina al seguito dei conquistatori Spagnoli, nel XVI secolo, ne registrarono il potere altamente nutritivo. Susan Hales, nel 1898 riporta che, nonostante il loro gusto sgradevole, i frutti di Serenoa Repens erano ancora un piatto importante per gli indiani Seminoles e Miccosukee e che, essiccati, servivano come fonte nutritiva per tutto l’anno. Nella loro medicina erano usate delle borse fatte con fibre vegetali di Serenoa e collocate intorno agli organi riproduttivi, a scopo afrodisiaco ma soprattutto come rimedio di disfunzioni urologiche, atrofie testicolari, impotenza, infiammazioni, e in generale come tonificante per il corpo. Altri trattamenti tradizionali di cui si ha conoscenza si proponevano di curare l’infertilita’ femminile, un seno poco sviluppato e senza latte, per lenire i dolori mestruali, e come rimedio antinfiammatorio, tonico ed espettorante per le mucose bronchiali. Nel 1908 la Serenoa repens, fu inclusa nella farmacopea statunitense e vi rimase fino al 1946. La messa a punto di un processo di standardizzazione della estrazione, permette oggi di dire che la porzione di pianta più ricca in principi reputati attivi sono i frutti che vengono raccolti da agosto a gennaio e parzialmente essiccati fino alla consistenza di una prugna secca. I frutti contengono sia nella polpa che nel seme lipidi intorno al 27-30%. Nell’olio è sciolta anche la frazione lipofila dei fitosteroli. Saponine a caratteristiche anfotere si trovano nella polpa dei frutti insieme a dei polisaccaridi che sono poi pero’ presenti solo negli estratti acquosi. L’estratto lipofilico, per essere efficace deve presentare un contenuto del 85-95% in steroli (beta-sitosterolo, stigmasterolo, campestrolo, cicloartenolo), e acidi grassi liberi e relativi gliceridi (oleico, caprilico, miristico, stearico, palmitico). Altri principi contenuti: carotenoidi, oli essenziali, carboidrati (zuccheri inerti, galattosio, arabinosio), tannini, flavonoidi ed acidi organici (caffeico, antranilico, clorogenico). Come è ormai noto, l’ipertrofia prostatica e l’alopecia androgenetica appaiono apparentate, in quanto entrambe le affezioni sono correlate all’azione del diidrotestosterone (DHT), sulla ghiandola prostatica e sul follicolo pilifero. A oggi sono più di 30 gli studi clinici scientifici sulla Serenoa Repens per il trattamento dell’adenoma della prostata, che al contempo evidenziano come gli stessi meccanismi valgano per la cura dell’alopecia androgenetica. La Serenoa Repens ha infatti dimostrato un’attivita’ inibente proprio sulla 5alfa-reduttasi, l’enzima che catalizza la produzione di DHT. La sua azione è per molti versi simile a quella della finasteride per la quale la serenoa repens può essere considerata l’alternativa naturale. Promettente appare anche l’uso della beta sitosterina, uno steroide estraibile dalla Serenoa Repens, che appare avere le caratteristiche di progestinico 17-sostituito ed insieme di debole estrogeno. La beta sitosterina risulta in grado di impegnare contemporaneamente la 5 alfa reduttasi e i recettori citosolici del diidrotestosterone e dell’androstandiolo. Essa si lega inoltre ai recettori di membrana cellulare degli estrogeni attivandoli. Va precisato che, a livello prostatico, quando un debole estrogeno come la beta sitosterina si lega ai recettori estrogenici con affinita’ maggiore degli estrogeni naturali, impegnandoli, si comporta di fatto come un antiestrogeno. Diversa è la situazione a livello del follicolo pilifero, dove la blanda stimolazione estrogenica, può per attivazione della adenilciclasi di membrana stimolare le mitosi della matrice, contribuire al mantenimento dell’anagen e alla ottimizzazione della fase catagen. La Serenoa Repens è un fitocomplesso presente in commercio sia come specialita’ medicinale sia come preparato erboristico, con differenze nella percentuale dei principi attivi. Gli studi clinici sull’ipertrofia prostatica che confermano la buona tollerabilita’ sono stati compiuti con dosaggi compresi tra 160 e 320 mg/die (estratto secco titolato con acidi grassi e fitosteroli superiori all’85%). Questo estratto ha dimostrato di inibire la 5-alfa-reduttasi di tipo 1 e 2, pertanto può essere utile per contrastare efficacemente anche la calvizie comune. Sotto forma di capsule la serenoa repens va utilizzata a dosaggi che variano tra 90 e 320 mg/die. I numerosi studi sull’efficacia di serenoa repens nell’ipertrofia prostatica benigna permettono di monitorare gli eventuali effetti collaterali dei suoi principi attivi, che in ogni caso sono assai rari. Non si sono riscontrati cali della libido o problemi della sfera sessuale. La serenoa repens, a differenza della finasteride, non modifica i valori dell’antigene prostatico specifico (PSA). Nonostante sia molto raro, pero’, la Serenoa Repens in alcuni casi può provocare mal di testa, disturbi gastrointestinali incluso diarrea e nausea. Poichè la serenoa repens è stata testata prevalentemente su maschi adulti, non è consigliato l’impiego in bambini o in donne in gravidanza o in fase di allattamento. Non si conoscono interazioni con altri farmaci.