Melatonina topica per l’alopecia

di M. Baldari, M. Montinari, M. Guarrera.DISEM, Sezione di Dermatologia, (Direttore Prof.ssa A. Parodi) Università di Genova.

A due anni dalla presentazione dei primi dati arrivano conferme sull’uso della melatonina topica nella cura dell’alopecia.

La Melatonina (MT), è un ormone secreto dalla ghiandola pineale, che possiede nell’animale effetti positivi sulla crescita pilare. Nelle donne con alopecia androgenetica (AGA), l’applicazione di MT topica aumenta il numero dei capelli in anagen. Abbiamo pertanto voluto studiare gli effetti della MT sull’AGA precoce maschile selezionando 31 uomini che hanno applicato al cuoio capelluto una lozione idroalcolica contenente Melatonina una volta al giorno per 6 mesi. L’efficacia del prodotto è stata successivamente determinata tramite la densità dei capelli e il numero di vellus sulla zona parietale in 16 pazienti, e su quella frontale in 15 pazienti, utilizzando il sistema Trichoscan. Nel corso del nostro studio sono state considerate anche la tollerabilità, la valutazione del medico e del paziente sull’efficacia del prodotto, e le caratteristiche cosmetiche.

Andando nel dettaglio ecco i risultati che si sono evidenziati: il numero dei capelli è aumentato nell’area parietale, anche se non in maniera significativa, mentre diminuiva lievemente nella zona frontale. Nei pazienti migliorati (51.7%), la densità pilare aumentava in maniera significativa da 119.4 ± 40.1 a 156.3 ± 29.0 capelli/cm2. Complessivamente, il 90% dei pazienti si è dichiarato soddisfatto dell’efficacia e delle caratteristiche cosmetiche. La tollerabilità si è rivelata eccellente in 28 pazienti sui 29 che hanno terminato lo studio. In considerazione che la densità pilare rimane invariata dopo 6 mesi di trattamento con MT topica, e dato che nell’ AGA, la densità diminuisce progressivamente, possiamo concludere che MT è in grado di arrestare la caduta dei capelli, soprattutto alla zona parietale. Peraltro, i positivi effetti della melatonina (MT) sulla crescita pilare animale sono ben noti: l’attività mitotica della matrice aumenta in inverno e diminuisce in primavera, quando i livelli ematici di MT diminuiscono a causa della maggior durata della luce diurna, e, dopo la muta della pelliccia, MT è in grado di indurre un nuovo ciclo pilare nella capra del Cashmere e della Nuova Zelanda. È stato poi recentemente dimostrato che nella donna con alopecia androgenetica, l’applicazione topica di MT aumenta in maniera significativa il numero dei capelli in anagen alla zona occipitale e frontale.

Come ricordato, in questo studio aperto abbiamo verificato l’azione della MT nell’uomo con AGA precoce. I 31 pazienti uomini, di età compresa tra 20 e 39 anni (media 27 anni) presentavano una AGA di diversa gravità (16 soggetti erano Hamilton II, 8 erano III e 7 erano III vertice). Nessuno presentava malattie dermatologiche o sistemiche e nei 6 mesi precedenti l’arruolamento e nessun paziente aveva usato alcun trattamento topico o sistemico per la patologia in esame. I pazienti hanno applicato al cuoio capelluto una lozione idro-alcolica contenente 0.1 mg di MT ogni sera per 6 mesi. Tutti i soggetti hanno firmato il consenso informato per partecipare allo studio che è stato condotto da dicembre a giugno per evitare la variazione fisiologica autunnale della densità pilare.
Molta importanza in questa tipologia d’indagine è la scelta del metodo per determinare l’efficacia del prodotto. Nel nostro caso essa è stata valutata all’inizio (T0), a 90 (T90) e 180 giorni (T180) tramite la conta dei capelli totali e dei vellus, considerando come ”vellus” i capelli più sottili di 30 m. Per la precisione la conta è stata eseguita sull’area parietale in 16 pazienti (15 con Hamilton III e III vertice, e uno con Hamilton II) e sull’area frontale in 15 pazienti con Hamilton II. Le aree considerate erano quelle che mostravano la densità minore. Tutti i parametri sono stati registrati utilizzando il metodo TrichoScan. È stata inoltre eseguita una fotografia globale all’inizio e al termine dello studio. La tollerabilità, compresi gli eventuali effetti collaterali, sono stati registrati a T90 e T180. Inoltre, al termine dello studio, sono stati raccolti i giudizi sia del medico che del paziente sull’efficacia, considerando ”caduta aumentata”, ”condizione stabile”, ”lieve miglioramento con diminuzione della caduta”, ”moderato miglioramento con arresto della caduta” e ”ricrescita”.
Inoltre i pazienti esprimevano un giudizio che comprendeva l’efficacia, gli effetti collaterali incluso prurito o altri problemi e l’aspetto della capigliatura, con definizioni come ”non soddisfacente”, ”soddisfacente” e ”molto soddisfacente”. Infine il paziente valutava le caratteristiche cosmetiche (profumazione, consistenza, assorbimento, untuosità e pettinabilità) come ”non soddisfacente”, ”soddisfacente” e ”molto soddisfacente”. Per l’analisi statistica, il conteggio dei capelli e dei vellus è stato analizzato con il test di Student.

La melatonina (5-metossi-N-acetiltriptamina) è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale e, negli animali superiori, anche nella retina e nel tratto gastro-intestinale. È naturalmente sintetizzato dal triptofano dall’enzima 5-idrossiindolo-O-metiltransferasi. Nella cute umana, incluso lo scalpo, MT deriva dalla trasformazione della serotonina. MT agisce sia attraverso l’attivazione dei recettori MT, sia direttamente per la sua capacità antiossidante, in particolare nella funzione di protezione del DNA nucleare and mitocondriale. MT prodotto dall’epifisi agisce come ormone endocrino, in quanto rilasciato per via ematica, mentre MT prodotto dalla retina e dal tratto gastro-intestinale agisce come ormone paracrino. Nell’epifisi MT è prodotto sotto il controllo del nucleo soprachiasmico dell’ipotalamo, il quale riceve informazioni dalla retina a seconda della presenza della luce diurna. Normalmente, la produzione della MT è massima con il buio, gradualmente diminuisce all’alba e cessa con la luce del giorno. La esagerata illuminazione utilizzata nella civiltà moderna può creare significative riduzioni nella produzione di MT, contribuendo all’insorgenza di molte patologie, compresi i tumori. In molti animali la variazione di durata e quantità di MT si comporta come ”orologio stagionale”. In uccelli asiatici, che si riproducono durante i giorni più lunghi, MT controlla la fisiologia sessuale, sopprimendo la libido attraverso una diminuita produzione di LH e FSH. La somministrazione di MT può avere effetti simili anche su altri animali.
Recettori specifici MT (1) sono espressi nei cheratinociti, melanociti e fibroblasti dello scalpo e dei follicoli piliferi umani, coinvolgendo MT nel controllo del ciclo del pelo. Nella capra del Cashmere, a esempio, MT accelera il passaggio dalla fase di telogen a quella di anagen. In animali non trattati la pelliccia rimane più a lungo. Recentemente è stato dimostrato come l’applicazione topica di MT aumenta il numero di capelli in anagen in donne con AGA e alopecia diffusa. Il meccanismo non è del tutto conosciuto, forse MT ostacola il legame degli ormoni androgeni, soprattutto DHT, dislocandone i recettori a livello del follicolo pilifero. Infatti l’applicazione topica di MT produce livelli plasmatici più alti per oltre 8 ore in maniera dose-dipendente. Verosimilmente MT topico si deposita nello strato corneo da cui viene rilasciato in maniera lenta ma regolare nel derma e nel sangue. Nel nostro studio, la densità pilare rimaneva invariata dopo trattamento topico con MT. Questo significa che MT topico ha dimostrato comunque una qualche efficacia; infatti dopo 6 mesi di trattamento non è variato nè il numero dei capelli nè è aumentata la percentuale di vellus, fenomeni che sono presenti nell’evoluzione naturale dell’AGA (14).

Possiamo quindi affermare che MT blocca la caduta dei capelli o, come suggerito da altri autori aumenta il numero di anagen; inoltre, c’è un lieve aumento del numero dei capelli, anche se non significativo, nella sola zona parietale. È noto che anche il minoxidil topico non agisce positivamente sull’alopecia frontale.
In conclusione, MT topica, ben tollerata e ottimamente accettata dal paziente, sembra ritardare la progressione dell’AGA precoce localizzata all’area parietale.