“Brad Pitt ha la forfora”.
Questo angosciante titolo apre uno dei siti internet più frequentati fra chi naviga in rete alla ricerca di notizie e pettegolezzi sulle star del cinema nostrano e internazionale.
Ma perché questa notizia dovrebbe assumere tanta importanza?
La forfora, meno comunemente conosciuta come Pitiriasi capitis, è una diffusissima dermatite, caratterizzata da una desquamazione eccessiva e visibile del cuoio capelluto, e non si capisce perché gli attori ne dovrebbero essere immuni. Probabilmente perché, siamo abituati a vederli con una chioma sempre morbida, folta e sana, per cui, quando capita qualche foto scattata di nascosto che ce li fa scoprire con i capelli opachi, in disordine, sfibrati, o appunto pieni di forfora, restiamo particolarmente sorpresi. In realtà, nei secoli, la condizione dei capelli ha sempre agito da segnale di status, tendenza, appartenenza e scelte sociali, e non ultimo della salute o dell’igiene personale. E la forfora fa parte di questo sistema di comunicazione non verbale, attraverso cui, spesso, giudichiamo sciatto e disordinato il nostro interlocutore semplicemente dal suo aspetto. Fra certezze, luoghi comuni e leggende metropolitane, cui, negli ultimi anni, la diffusione di internet ha contribuito in maniera notevole.
Ma vediamo alcune di queste informazioni che, a torto o ragione, sono radicate nella pubblica opinione e che circolano in rete, in modo da poter meglio capire e affrontare un colloquio o una visita medica con chi soffre di forfora e chiede il nostro aiuto. è convinzione generalizzata che la forfora fisiologica sia dovuta a cause interne come insufficienza epatica, malattie del ricambio o del circolo, che causano alterazioni biologiche traducibili in disidrosi e seborrea, cui segue una eccessiva desquamazione del cuoio capelluto finalizzata a liberarsi delle cellule morte. E che la forfora occasionale, un disturbo estetico che si può controllare facilmente con l’uso di prodotti appropriati, sia causata dalla proliferazione di microrganismi e dall’uso e abuso di trattamenti cosmetici troppo aggressivi. Da non trascurare poi l’influenza attribuita a eventi psico-fisici stressanti e ad alcune abitudini cosmetiche come le tinte, l’uso di lozioni alcoliche, lavaggi con sostanze detergenti irritanti che possono peggiorare il problema. L’uomo comune si domanda perché talvolta il processo diventi decisamente più intenso, e come possa avvenire sia in presenza di capelli grassi che secchi.
Nelle lettere ai dermatologi che arrivano su internet, si chiede perché si formano squame grasse, che lasciano un’impronta unta, oppure secche che non creano alcuna traccia. O anche se c’è una predisposizione, perché nei bambini questo problema non esiste e perché tende a scomparire superati i cinquant’anni di età. Chi chiede informazioni si domanda se è vero che il periodo autunnale favorisca la comparsa della forfora, la primavera l’attenui, o perché durante l’estate scompaia, e se il sole, l’aria, i lavaggi o l’inquinamento possano influenzare la desquamazione. E soprattutto se la forfora crei danni ai capelli, provocandone la caduta. Ogni buon dermatologo saprà dare le giuste risposte a questi quesiti, l’importante è non sottovalutarli, perché sono indice di un dato allarmante: le statistiche dicono che tra i giovani, dopo l’obesità, la salute dei capelli è fra le loro maggiori preoccupazioni estetiche.
Di fatto, non sono pochi quelli che si rivolgono allo specialista, se è vero che in Italia, nel 1997, ogni dermatologo vedeva una media di 15 casi di forfora a settimana (Fonte: Taylor Nelson; ETCD). Secondo altri dati, nel nostro paese, due uomini su tre avrebbero la forfora, con un picco massimo fra i 35-44 anni, mentre in Francia e in Germania la massima frequenza sarebbe anticipata al decennio precedente, 25-34 anni. Diverso l’andamento fra le donne: il picco massimo, tra 25 e 34 anni, coinciderebbe in Germania, Gran Bretagna e Italia, mentre sarebbe tra 35 e 44 anni in Francia (Fonte: Taylor Nelson; ETCD 1998).
Inoltre sembra che una desquamazione severa, come quella che si riscontra nella psoriasi, affligga il 3 – 5% della popolazione, e colpisca dall’ 1 al 3% in concomitanza di dermatite seborroica. Patologia più comune in soggetti con pelle o capelli grassi e spesso con acne o psoriasi, ma anche in associazione a patologie del sistema nervoso, quali per esempio il Parkinson, immunodepressione, durante la convalescenza da un attacco cardiaco o nel corso di una lunga ospedalizzazione. Ma riprendiamo il discorso su forfora, informazione e internet. Inserendo la parola forfora su uno dei motori di ricerca più usati, compaiono circa 10.000 referenze.
Molti sono i siti gestiti da medici che danno chiarimenti e divulgano una informazione corretta. Tante notizie vengono anche da siti gestiti da aziende farmaceutiche e si caratterizzano per l’offerta commerciale legata a linee di prodotti antiforfora. Poi si trova di tutto: i siti veterinari in cui si spiega la forfora di cani, gatti, conigli, cavalli ecc. e come possa agire da allergizzante per l’uomo; quelli tipo www.uomini maltrattati, in cui si evidenzia la funzione dannosa dello stress; quelli che spiegano l’etimologia della parola forfora (per uno l’origine è indostana, per un altro dal longobardo Hruf, che significa rogna). Tante le barzellette (www.ridiamocisopra.it) e le improbabili e disgustose ricette tipo le “penne alla forfora”. Si può infine imparare il tantra che, ripetuto cinque volte al dì, la elimina, o trovare l’indirizzo del gruppo rock What’s Forfora, specialista in arrangiamenti di brani classici; o informarsi in che teatro italiano, il comico Enzo Salvi porta sulle scene il suo “Fiumi di forfora on the beach”.
Ma si può anche leggere un fumetto horror (www.digilander.libero.it) in cui si racconta di uno psicopatico che uccide il fratello che gli ha trasmesso la forfora con il pettine. E anche l’annuncio dell’inventore del Forfor-Shampooing-Camaleontic-Color. Uno shampoo (non ancora in commercio) che fa venire la forfora del colore uguale alla giacca che si indossa. Non ci credete? Andate in internet e leggete da voi. Capirete allora perché i pazienti in testa non hanno solo capelli untuosi e forfora, ma anche tante sciocchezze!