Il codice etico della tricologia

Esiste un’area mediana fra la competenza medica e quella estetica, in cui si muovono il consulente e l’operatore tricologico. A loro è rivolto un particolare codice etico.

(Pubblicato nel 2005 per i tipi della Fondazione Centro Studi sulla Calvizie, edito da Franco Angeli, il manuale “I trattamenti non chirurgici della Calvizie – Un codice etico per il settore” a cura di Costantino Cipolla e Alfredo Enrico Rebora, è un nuovo e interessante contributo nel campo della tricologia).

Il fine dell’opera, spiegano gli A.A., è quello di elaborare un codice etico che disciplini il settore, stabilendo regole di comportamento e parametri di verifica per chiunque acceda ai servizi forniti. Pubblichiamo alcuni interessanti estratti dal capitolo 4 intitolato “La deontologia nei trattamenti tricologici, nel processo infoltimento non chirurgico e nella relazione con il cliente”, scritto a doppia mano da Costantino Cipolla e Francesca Rossetti: “Chiunque si accinga a operare nel settore dei trattameni tricologici e dell’infoltimento non chirurgico dei capelli, intraprende un percorso non ancora del tutto definito, pioneristico e, quindi, ricco di quell’aleatorietà che rende il terreno assai fertile per nuovi e interessanti sviluppi… sono due le specifiche aree di competenza cui è affidata la cura dei capelli :

  • quella medica, che si occupa, da un lato di curare le patologie del cuoio capelluto (e conseguentemente del capello) e, dall’altro, di intervenire chirurgicamente laddove sussistano delle problematiche di tipo estetico (infoltimento chirurgico dei capelli);
  • quella estetica, rappresentata principalmente dalle figure del parrucchiere e dell’estetista che intervengono nella conservazione della capigliatura attraverso lo stilyng (taglio, piega ecc…) e i rimedi cosmetici, anche tenendo conto dei risvolti e delle tendenze della moda.

La proposta di un codice deontologico intende disciplinare un settore mediano tra queste due macro aree, un settore, cioè, che, pur agendo nell’ambito dell’immagine, esce da un contesto puramente estetico, avviando un processo innovativo che richiede la costante interazione e collaborazione a più dimensioni tra le diverse figure che finora si sono occupate, a vario titolo, delle problematiche dei capelli.

Le prime due figure professionali a cui esso è destinato lavorano nei centri tricologici, l’ultima nel classico negozio di parrucchiere:

  • il consulente tricologico, che svolge attività di promozione, assistenza e consulenza dai primi contatti con il cliente fino alla risoluzione del contratto
  • l’operatore tricologico, che effettua materialmente le operazioni di trattamento tricologico, di preparazione del cuoio capelluto all’applicazione dell’impianto di infoltimento, nonchè all’esecuzione delle operazioni di applicazione
  • il parrucchiere specializzato nel taglio e nello styling dei capelli conformemente alle esigenze del cliente.

In tricologia ci sono due differenti fasi:

  • l’accertamento attraverso un accurato check-up preliminare, teso a rilevare la possibile presenza di anomalie dei capelli e della cute che suggeriranno il ricorso a una consulenza dermatologica;
  • la proposta di prodotti o trattamenti finalizzati alla soluzione delle anomalie stesse. Sarà la loro entità a consigliare il semplice uso di prodotti specifici o la pianificazione di una serie di trattamenti eseguiti dall’operatore di tricologia.
  • la preparazione all’infoltimento non chirurgico dei capelli consiste in una complessa sequenza di operazioni che vanno dalla realizzazione di un test allergologico specifico (effettuato da un dermatologo), alla misurazione e rilevazione delle caratteristiche tecniche dei capelli del cliente, fino alla preparazione dell’impianto (in modo che sia possibile fornire un prodotto il più possibile vicino ai suoi parametri tricologici) e alla relativa attivazione.

Tutte queste operazioni proseguono con l’assistenza sia nella prima fase di “socializzazione” all’impianto e alla nuova immagine estetica, sia nella routine successiva – soprattutto per quel che riguarda le regole da seguire per la corretta conservazione dell’impianto. Si richiede da parte degli operatori, attenzione costante e perizia oltre la capacità di adattare al massimo ogni azione del processo ai criteri che rientrano negli standard di qualità. …ciò rappresenta un fattore in grado di garantire il livello ottimale di qualità del prodotto/servizio offerti ed è dunque un elemento deontologicamente fondamentale. L’operatore è dunque chiamato a svolgere un costante processo di autovalutazione della sua attività… il che va a vantaggio, oltre che dei clienti e dell’intera collettività, anche dell’azienda e della sua immagine sociale.

Gli stessi aspetti di controllo sulla coerenza tra atteggiamenti-azioni e regole etiche che sono necessari per ogni fase del processo tecnico-operativo nel centro, devono essere applicati agli aspetti relazionali (socio-psicologici) del rapporto con il cliente, dall’inizio alla fine del trattamento, lungo un arco di tempo che può essere più o meno lungo a seconda del tipo e delle caratteristiche del servizio fornito, che può concludersi in un rapporto di assistenza con scadenze temporali definite. Tale processo favorisce la genesi di una relazione sociale la quale implica un certo coinvolgimento e un investimento emotivo da parte del cliente. Durante questo periodo, egli attraversa una condizione di disagio psicologico che deriva dalla consapevolezza di essere al centro di un’azione che cambierà la sua immagine estetica, un’operazione che avrà delle ripercussioni sulla sua autoimmagine. I servizi effettuati innescano, dunque, un delicato e mutevole processo che porterà a una ridefinizione dell’immagine estetica e sociale e per questa ragione è estremamente importante che egli sia seguito dal personale passo dopo passo in tutto il percorso, durante il quale egli manifesterà determinate aspettative sia estetiche che psicologiche. La capacità da parte degli operatori di saper stabilire con il cliente, già fin dalla fase del primo colloquio, una relazione fondata sulla cortesia, l’empatia, l’ascolto, la rassicurazione, la chiarezza e la trasparenza può avere effetti rilevanti e benefici sull’esperienza psicologica vissuta dal cliente stesso, anche da un punto di vista motivazionale nel giungere al compimento dell’obiettivo.

Ogni fase dell’intervento tecnico-estetico retroagisce infatti con l’esperienza psicologica e durante il trattamento il cliente può manifestare situazioni di stress, tensione e preoccupazione (che possono essere accentuate anche da fattori psicologici negativi esterni e provenienti dall’ambiente sociale nel quale è inserito: per esempio, stimoli percepiti come negativi o sanzionatori, nei confronti dell’intervento estetico a cui si sta sottoponendo). …gli operatori devono essere disponibili in ogni momento a porgere estrema attenzione alle manifestazioni del cliente, a rispondere a tutte le sue domande, mettendolo al corrente sulle ragioni di ogni fase del trattamento, in un’ottica relazionale, fatta di azione e comunicazione. Il rispetto di queste regole, in ogni fase del processo e in maniera rigorosamente coerente nel succedersi delle prestazioni offerte, costituisce un elemento indispensabile dell’etica deontologica. (D. P.)