Capelli: quanti significati nascosti

In ogni epoca e nelle diverse culture la capigliatura ha assunto un interessante ruolo comunicativo, implicito ed esplicito

delle dott.sse Corinna Rigoni e Alessandra M.Cantù, Ass. Donne Dermatologhe Italiane

Secondo la dermatologia classica, i capelli non avrebbero nessuno scopo funzionale per l’uomo, se non quello di proteggere il cuoio capelluto dai raggi ultravioletti. Non la pensa così la sociologia, per la quale la capigliatura rappresenta uno strumento di comunicazione involontaria, di attrazione sociale, esprimendo informazioni sulla persona biologica, sulla cultura, sulla società. All’origine del linguaggio del capello ci sarebbe uno stretto rapporto con il pelame animale. è noto del resto che molti mammiferi, prima della lotta, contraggono la muscolatura epidermica per gonfiare la pelliccia come segnale di aggressività. Tale modello di comunicazione ha un effetto analogo nelle capigliature dei guerrieri mohicani, nella cresta dei punk e nell’esaltazione artificiale delle protesi (colbacchi, cappelli delle guardie britanniche etc) o nelle forme residuali comunicative (capelli che si rizzano in testa)( Ugo Volli. Hair language, 1996). In ogni società e in ogni epoca il linguaggio dei capelli è stato più o meno elaborato, anche se attualmente si sta affermando un linguaggio ”globalizzato”, specie tra i giovani, diminuendo quello che era la struttura di riferimento delle diverse culture. Peccato, perché è molto facile ripercorrere la storia interpretando la semantica del linguaggio dei capelli a seconda dell’acconciatura e distinguere le differenze sociali, religiose etc. A esempio, all’epoca dell’avvento della religione cristiana, fu instaurata la pratica della tonsura sul capo dei monaci, per renderli sessualmente non attraenti ed esprimere umiltà nei confronti della religione; le donne potevano frequentare i culti solo a capo coperto, per non mostrare la bellezza di capigliature e acconciature e distrarre così i fedeli. Tale regola, estesa a tutta la vita sociale delle donne, è tuttora in uso nella cultura islamica. La capigliatura, intesa come velo di copertura, è espressa anche da S.Paolo, secondo cui ”è indecoroso per un uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è onorifico per una donna lasciarseli crescere: la chioma è data a lei a guisa di velo”. Il primo livello sintattico del capello è sicuramente il colore, che rende protagonisti e protagoniste soprattutto i biondi e le bionde. Si deve risalire alla storia della mitologia per identificare nel primo modello di bellezza, la dea Afrodite, che era bionda (xanthe), e continuare con l’icona di belta’ nella Venere nascente del Botticelli, per arrivare ai nostri giorni con Marylin Monroe o con le bionde dei calendari di Playboy. Le donne bionde continuano a confermare lo stereotipo ”amore-tradimento” anche se nei cartoon, bionda era la buona Cenerentola animata da Walt Disney. I capelli rossi vengono generalmente interpretati come legati a creativita’, originalita’, indipendenza, ma anche pazzia, confusione, inaffidabilita’ ed eccessiva liberta’. I capelli scuri, castani o neri, rappresentano il 55% della popolazione di Spagna, il 50% negli Stati Uniti e il 62% in Gran Bretagna. Il colore scuro da’ leadership venata di simpatia non minacciante, accompagnata da un’immagine di concretezza e intelligenza, come rileva in una recente ricerca dermoscopica il Prof. Aldo Finzi. Da tale ricerca è emerso che il colore preferito dai maschi italiani è il bruno, scelta dettata probabilmente dall’attuale momento storico caratterizzato da preoccupazioni per il presente e da insicurezza per il futuro. Nei prossimi anni, per una possibile ripresa economica e per un aumento di ottimismo, potrebbero ritornare delle preferenze bionde. I capelli bianchi, indice di saggezza, maturita’ e sicurezza, possono essere vissuti come segno di vecchiaia e decadimento. Kligman ha sottolineato l’importanza dell’aspetto dei capelli negli anziani, poichè capelli ben curati e mantenuti folti assicurano loro un’influenza psicologicamente benefica (A.Kligman ”History of Baldness from magic to medicinè’ Clin Dermatol 6;1988:83-88). In particolare i capelli sono sempre più importanti anche per gli Italiani. Secondo una recente indagine sulla popolazione italiana, il 58% tra uomini e donne, giudica dare un’importanza alta o altissima a questo annesso. Oltretutto i capelli risultano essere al terzo posto come importanza interrelazionale dopo il viso e gli occhi. La capigliatura è parte della nostra struttura corporea, essenziale a determinare la nostra identita’. E ancora la capigliatura è indizio dello stato fisico e psicologico della persona, ma anche della sua condizione sociale e professionale. I capelli, essendo oggetto di manipolazioni, rispecchiano le modificazioni culturali, come dice la saggista americana Marina Warner (Marina Warner ”From the beast to the blondè’ Ferrar Straus and Giroux N.Y.1974), il linguaggio dell’io verrebbe spogliato di una delle sue risorse più ricche senza i capelli: e come il linguaggio, la facolta’ di ridere o l’uso di strumenti, il trattamento dei capelli costituisce in sè un segno dell’umano. Nelle diverse culture, occidentali, africane e orientali, il capello assume un regime comunicativo molto diverso. In Sudamerica, ad esempio, i capelli lisci vengono attribuiti ad uno stato socio-culturale inferiore, poichè appartengono agli Indios, mentre in Nord America e in Europa i capelli lisci sono ritenuti socialmente superiori. Le caratteristiche genetiche determinano differenti morfologie del capello, costituite dal diametro, dalla struttura e dal grado di ondulazione. Tali variabili sono dovute alla disposizione diversa delle cellule para e orto-corticali delle fibre capillari che danno così origine a una capigliatura liscia, ondulata, riccia, crespa, fine spessa. Possiamo suddividere morfologicamente i capelli in tre grandi gruppi, a seconda del tipo razziale. Il capello caucasico ha una sezione ellittica ed è più delicato e fragile, a causa delle fibre cheratiniche disposte in modo arrotolato; il capello mongolico è il più spesso, a sezione circolare, ed è tipicamente liscio; il capello negroide, a sezione ovale, è lanoso e molto resistente ed è tipicamente ondulato. La nota capricciosita’ dei capelli ricci deriva dalla forma del fusto della fibra capillare, che al microscopio non appare a sezione tonda come nei capelli lisci, ma piatta-ovale per i capelli ondulati, o ellittica per i capelli crespi. Piu’ la sezione è piatta, meno scorrevole è il capello e quindi meno uniforme è la distribuzione degli idrolipidi cutanei sulle lunghezze: questo spiega perché i capelli crespi (naturali o permanentati) nel tempo tendono a diventare secchi, duri, indomabili e fragili. La prima caratteristica che ci ha identificati come esseri umani è stata la capigliatura, come diceva Desmond Morris (”La scimmia nuda” Bompiani, Milano, 1968). Questa è sicuramente legata al volume dei capelli, alla loro lunghezza, alla loro struttura (lisci, ondulati e crespi), alla forma geometrica complessiva, alla foggia del taglio, alla presenza di ornamenti (Ugo Volli, idem).L’attenzione che si dedica ai capelli è un presupposto fondamentale per qualsiasi età, tipologia, razza a cui si appartenga. Le scelte di prodotti che rispettino le caratteristiche e le esigenze del singolo mantengono il capello come sorgente di comunicazione, donando una piena armonia con se stessi e con gli altri.