La particolarità del valore simbolico ed estetico rende la caduta dei capelli un argomento difficile
di Danilo Panicali
La caduta dei capelli è un fenomeno assai frequente che riguarda una percentuale rilevante dell’universo maschile e, in qualche misura, anche di quello femminile. Spesso, la perdita della chioma viene vissuta come motivo d’ansia, di disagio interiore, come causa di un’inconscia disistima che, talvolta, assume i problematici contorni della patologia. Come scrive Daniele Campo nel suo “Calvizie comune”(ed. Carofarma 2004): “La calvizie è ormai considerata una vera e propria patologia, in quanto può provocare disturbi psicologici talvolta molto gravi nei soggetti colpiti, influenzando negativamente l’autostima, la fiducia in sè stessi e la capacità di relazione.” Che si possa arrivare a parlare di un complesso di Sansone? Certo è che, almeno in Occidente, il moderno concetto di fascino sembra imprescindibilmente legato a quello di chioma fluente, tanto che, in sociologia, si parla di attrattiva sociale e sessuale legata alla presenza del capello. Va da sè che icone cinematografiche del passato, come fu a esempio Yul Brinner, cedono il passo davanti ai giovani dalle folte chiome che sembrano ormai affollare la giornaliera offerta televisiva. Ecco quindi che l’avanzata della stempiatura o il trovare qualche capello nel lavandino o dopo una doccia, assume i connotati traumatici di una simbolica mutilazione sociale. Una sorta di irreparabile perdita del proprio fascino e della propria bellezza di cui è difficile parlare. Secondo un recente sondaggio il restare calvi rappresenta il secondo cruccio estetico per i giovani (il primo è il sovrappeso). Visti questi dati e tenendo conto anche di tutti gli allarmismi e gli stati ansiogeni che la caduta dei capelli (o presunta tale) puòsuscitare, il dermatologo che viene consultato per questo problema, non può esimersi dal vestire anche i rassicuranti abiti dello psicologo e di affrontare il tutto tenendo ben presente che solo con il dialogo, seppur difficile, si possono superare eventuali complicazioni emozionali. Superfluo dire, allora che la persona che chiede aiuto va, innanzitutto, rassicurata, e che pur senza prescindere da un linguaggio tecnico-medico, bisognerebbe essere i più chiari possibile sulle prime delucidazioni e distinzioni che risultano necessarie per meglio inquadrare il problema. Ognuno ha il suo stile, ma certamente per esperienza e numeri di soggetti visitati per problemi legati ai capelli, possono venire in aiuto i consigli che la dermatologa Antonella Tosti, Professore Straordinario della Clinica Dermatologica dell’Università di Bologna, da a chi si rivolge a lei in preda all’ansia da calvizie. A partire dalla necessita’ di porre una prima importante distinzione tra due fenomeni che interessano il cuoio capelluto e che solitamente, agli occhi inesperti di un paziente, sembrano assumere un equivalente significato. Per la dottoressa Tosti è subito molto importante differenziare la caduta dei capelli, scientificamente conosciuta con il nome di telogen effluvium, dalla calvizie o alopecia androgenetica. I pazienti spesso ignorano che normalmente i capelli di ciascuno di noi hanno un ciclo di vita che varia, a seconda dell’individuo, dai 3 ai 7 anni. E che arrivati al termine della loro esistenza i vecchi capelli cadono per essere sostituiti dai nuovi. La dottoressa Tosti pone quindi molta enfasi sul fatto che il telogen effluvium è una malattia in quanto si ha un ricambio che diviene decisamente troppo consistente. Niente a che vedere con la fisiologica perdita giornaliera che avviene in qualsiasi individuo e può andare dai 10 ai 50 capelli al giorno (in alcuni casi anche 100). In termini di comunicazione, appare a questo punto essenziale, che il dermatologo, punti a evitare i primi facili allarmismi riportando questo semplice dato numerico. Non sempre, però, ciò basta a convincere il paziente più sfiduciato. Per la dottoressa Tosti rappresenta semplicemente un primo passo nel dialogo che si sta istaurando, cui far seguire l’invito a ulteriori accertamenti. Considerando che il telogen effluvium è causato spesso da fenomeni quali stress, ansia, malattie, alcuni tipi di diete etc… si deve indagare su quale sia la causa scatenante del fenomeno. Passiamo ora all’ alopecia androgenetica: difficilmente il profano sa che è questa quella che comunemente viene chiamata calvizie. E che non ci si trova, in questo caso, davanti solo a un’aumentata caduta dei capelli, ma a una riduzione della densita’. E allora la dottoressa Tosti consiglia di chiarire che “si tratta di un fenomeno talmente frequente (colpisce l’85% dei maschi e il 50% delle femmine) che si può parlare, soprattutto per quanto riguarda il sesso maschile, più che di una malattia, di una condizione fisiologica naturale, che prima o poi nell’arco della vita si presentera’ in maniera più o meno evidente. Mal comune mezzo gaudio? Beh, lo scopo finale non è proprio questo, ma si cerca di riportare il dramma individuale in una condizione condivisa, e sempre più diffusa, fra le nuove generazioni. Non è certo più facile, infine, parlare con una donna che perde i capelli. Specie quando l’alopecia androgenetica può rivelarsi un segno clinico di iperandrogenismo, per cui è importante escludere situazioni patologiche sottostanti come la sindrome dell’ovaio policistico. O anche in presenza di una menopausa appena iniziata o in corso. Fra i tanti sintomi che i giornali riferiscono a questa particolare fase della vita delle donne, raramente, infatti, si pone l’accento sulla caduta dei capelli. Cosi’ spesso spetta al dermatologo spiegare lo stretto rapporto che sussiste tra ormoni, menopausa e indebolimento del bulbo pilifero. Indebolimento, che noi sappiamo, è dovuto soprattutto alla normale diminuzione degli estrogeni protettivi dei capelli, e all’aumento degli androgeni, che sono una delle cause dell’alopecia androgenetica. Ma credetemi non è bello – conclude la dottoressa Tosti – ora che nella donna in menopausa i casi di alopecia androgenetica aumentano, incontrarne diverse al giorno e informarle che alla fine, clinicamente, si manifestano allo stesso modo della calvizie maschile, cioè con una stempiatura.
A CAUSE DIVERSE, RISPOSTE DIVERSE
Per contrastare le diverse cause della caduta dei capelli in commercio esistono tante diverse proposte. Recentemente pero’ la Biochimici PSN ha, messo a punto un’unica linea di prodotti chiamata Biomineral che offre risposte diverse e adeguate a ogni problematica che porta alla caduta dei capelli, incluse le cause della seborrea e della fragilita’.
– Contro la calvizie progressiva propria dell’alopecia androgenetica, e la seborrea, è indicato Biomineral 5 a un integratore con principi attivi che regolano i due isoenzimi della 5-a reduttasi responsabili della produzione del diidrotestosterone (DHT). Contiene anche estratti di tè verde, fitosteroli da semi di Cucurbita pepo, -6, zinco e biotina.
– Per una corretta detersione, invece, Biomineral 5 a shampoo che non aggredisce la cute e controlla la seborrea su cuoio capelluto e capelli.
– La risposta della Linea Biomineral Donna per le esigenze dei capelli della donna nel periodo della menopausa è un integratore nutrizionale specifico che apporta diverse sostanze fondamentali quali: fitoestrogeni naturali, estratti da Cimicifuga racemosa, fitosteroli da Olio di palma che, agendo sull’enzima 5-a reduttasi di tipo II, aiutano a contrastare il visibile diradamento dovuto alla miniaturizzazione del follicolo pilifero, aminoacidi solforati, vitamine e minerali che agiscono sulla struttura del capello e contrastano la formazione di radicali liberi. Le compresse sono a doppio strato con rilascio frazionato a livello gastrico e a livello intestinale per una maggiore biodisponibilità dei nutrienti.
– Biomineral one: contiene nutrienti, come ferro, rame, zinco, silicio, cistina e metionina, indispensabili per la sintesi della cheratina, capaci di prevenire e contrastare i danni provocati da agenti ossidanti e radicali liberi; inoltre vitamina B6, acido pantotenico, PABA, biotina e cromo regolano l’attività metabolica necessaria per la formazione e la crescita del capello. Utile in ogni stato di debilitazione organica dovuto a stress, diete restrittive, assunzione di farmaci, gravidanza e allattamento, trattamenti cosmetici troppo aggressivi: tutti elementi che possono determinare caduta dei capelli o comunque stati di fragilità, nell’uomo e nella donna.
L’innovazione della Linea Biomineral sta nei diversi tempi di assorbimento dei nutrienti che compongono i due strati della compressa: lo strato più esterno viene assorbito durante la prima ora di assunzione, a livello dello stomaco, a pH acido, il secondo strato viene assorbito a livello dell’intestino, a pH alcalino. I conseguenti picchi ematici differenziati favoriscono il passaggio delle sostanze alle cellule in tempi fisiologici, rendendo possibile una sola somministrazione giornaliera. Un gesto facile da ricordare che assicura la biodisponibilità ottimale di tutti quegli elementi indispensabili per la salute e la bellezza dei capelli.
I prodotti della linea Biomineral sono disponibili in farmacia.