dei dott.ri Fabio Rinaldi, Paola Bezzola, Elisabetta Sorbellini
Molti innesti di capelli falliscono a causa dell’ischemia da insufficiente rivascolarizzazione. Ma qualcosa si può fare per migliorarla.
I follicoli piliferi sono strutture avascolari. La loro crescita è però associata a uno sviluppo dei vasi perifollicolari a partire dal plesso dermico profondo, con sviluppo di anse capillari che avvolgono in particolare il bulbo e la papilla dermica. Molti studi hanno dimostrato che la crescita del capello dipende dall’induzione dell’angiogenesi necessaria per l’apporto di principi nutritivi necessari alla rapida divisione cellulare del follicolo durante la fase anagen e che il numero e il diametro dei vasi perifollicolari si riducono significativamente durante la fase catagen e telogen (con riduzione di più di 4 volte del diametro dei vasi). è stato altresì dimostrato che il follicolo determina il proprio stimolo angiogenico e che le attività angiogeniche sono correlate alle diverse fasi del ciclo.
In realtà l’esatto meccanismo molecolare di controllo vascolare non è ancora noto ma si è dimostrato che il Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF) gioca un ruolo fondamentale nel mediare l’angiogenesi durante il ciclo del pelo, stimolando l’angiogenesi o meglio la permeabilità microvascolare con incremento del diametro dei vasi durante l’anagen. Questi cambiamenti coincidono con l’aumento di dimensioni del follicolo pilifero.
L’incremento dei vasi perifollicolari è mediato da una up-regulation di VEGFm RNA da parte dei cheratinociti della papilla dermica e della guaina epiteliale esterna con conseguente aumento di crescita del follicolo e del fusto del pelo. La crescita del pelo dipende anche dalla up-regulation di altri fattori di crescita come FGF7, insulin-GF1 e la stimolazione diretta di recettori specifici per taurina e ornitina a livello della guaina epiteliale esterna. Un interessante modello di studio in vivo del ruolo svolto dai fattori di crescita è rappresentato dalla valutazione della crescita di capelli trapiantati dopo un intervento di autotrapianto. In tal caso infatti i follicoli trapiantati (in microisole o micrograft) sono non vascolarizzati immediatamente dopo l’espianto e infatti uno dei momenti più critici è rappresentato proprio dal rischio di ischemia della microisola a causa di una possibile alterata riperfusione da insufficiente rivascolarizzazione.
I follicoli trapiantati devono trovare la miglior situazione possibile a livello della zona ricevente del cuoio capelluto per riprendere la propria trasformazione ciclica. Per sopravvivere hanno bisogno di una adeguata vascolarizzazione in modo da ricevere l’apporto nutritivo in grado di stimolare una rapida proliferazione dei cheratinociti follicolari con allungamento e ispessimento del fusto.
Molti dei capelli trapiantati vanno incontro a una fase di caduta telogen prima di ritornare alla fase anagen di crescita ed è noto che i follicoli in fase di crescita e quelli in fase di caduta differiscono tra loro in modo significativo per quanto riguarda il metabolismo. Adachi e Al hanno dimostrato nei follicoli attivi, rispetto a quelli in involuzione, un incremento del 200% dell’utilizzo del glucosio, del 200% della glicolisi, dell’800% del ciclo del pentosio, del 270 % della produzione di ATP attraverso le catene respiratorie.
E’ pertanto logico pensare che il capello trapiantato vada incontro a un importante shock metabolico con alto rischio di apoptosi cellulare e bassa “capacità respiratoria” cellulare. Sebbene le micrograft siano normalmente rivascolarizzate in un tempo adeguato resta incerto se la rivascolarizzazione produca una ossigenazione utile nelle graft innestate. Noi abbiamo condotto uno studio su 50 pazienti sottoposti a intervento di autotrapianto valutando con un sistema di microscopia confocale riflettente (RCM) l’angiogenesi attorno ai follicoli trapiantati a partire dal primo giorno dopo il trapianto, 5 volte alla settimana per il primo mese, una volta alla settimana per i successivi 6 mesi. RCM è una tecnica di immagine non invasiva che fornisce in vivo immagini ad alta risoluzione in tempo reale. Abbiamo dimostrato che i primi segnali di rivascolarizzazione attorno alla graft innestata sono evidenti 2-3 settimane dopo l’innesto e lo sviluppo di anse capillari definitive perifollicolari dopo 10-12 settimane. Immagine di microscopia confocale del diametro dei vasi perifollicolari prima del trapianto e dopo un mese di trattamento. Probabilmente il tessuto connettivo del cuoio capelluto ricevente nei primi giorni dopo l’innesto alimenta le graft mediante processi osmotici ma è presumibile che le micrograft siano più rapidamente rivascolarizzate rispetto alle macrograft di maggiori dimensioni. Le stesse immagini di microscopia confocale mostrano come la ghiandola sebacea nell’ostio cominci ad aumentare circa un mese dopo il trapianto.
Recentemente alcuni studi hanno dimostrato come l’adenosina solfato stimoli direttamente la up-regulation di VEGF a livello della papilla dermica in vivo e come la up-regulation dell’espressione genica di FGF7 nella papilla dermica avvenga via recettori specifici per l’adenosina (AdoR e A2b). Inoltre l’up-regulation dei recettori per l’ornitina e la taurina a livello della guaina epiteliale esterna determina un incremento della crescita del pelo. Di conseguenza la stimolazione del diametro dei vasi, l’incremento di pemeabilità, l’allungamento del fusto, il prolungamento dell’anagen e la riduzione dei meccanismi apoptotici migliorano i risultati degli autotrapianti di capelli riducendo i tempi di rivascolarizzazione, aumentando l’apporto nutritivo e velocizzando i tempi di cicatrizzazione. Inoltre per dimostrare l’efficacia di questi meccanismi di up-regulation dell’adenosina, ornitina e taurina mediante vie di trasduzione dei segnali abbiamo valutato l’efficacia di una soluzione topica a base di adenosina 0,1% ornitina 1% taurina 1% veicolata in liposomi (denominata 1-3 Atodina) in uno studio in doppio cieco randomizzato su 104 soggetti (70 donne, 34 uomini) affetti da alopecia androgenetica e sottoposti ad autotrapianto di capelli tra Marzo 2005 e Luglio 2006 utilizzando per confronto un placebo (soluzione idroalcoolica). Abbiamo utilizzato lo stesso protocollo di valutazione con RCM precedentemente descritto e le immagini in vivo hanno dimostrato una più rapida rivascolarizzazione nei soggetti trattati con la soluzione attiva rispetto a quelli trattati con il placebo. In particolare si è visto un incremento di diametro dei vasi nel gruppo attivo in 1-2 settimane rispetto alle 3-4 settimane del gruppo di controllo placebo e uno sviluppo dei vasi perifollicollari dopo 4-6 settimane nel gruppo attivo rispetto a 10-12 settimane con placebo. La valutazione con RCM rivela modifiche significative del diametro medio dei vasi nei graft innestati dopo up-regulation di VEGF con Adenosina rispetto al Placebo (p<0.001). La valutazione con RCM nei 6 mesi successivi ha mostrato un aumento del diametro medio dei vasi nel gruppo attivo rispetto al placebo. è da sottolineare l’assenza di effetti collaterali nell’utilizzo della lozione attiva.
In conclusione è noto che la up-regulation di VEGF, FGF-7 attraverso segnali cAMP mediati e la up-regulation di specifici recettori aminoacidici nella papilla dermica e nella guaina epiteliale esterna possono stimolare la permeabilità dei vasi perifollicolari, la fase anagen, la velocità di crescita e il diametro dei follicoli. Inoltre noi crediamo che una terapia topica post intervento che possa stimolare la up-regulation di VEGF, FGF-7, ornitina e taurina possa migliorare il risultato dell’intervento chirurgico riducendo l’ischemia da alterata riperfusione, accelerando i tempi di crescita del capello e stimolando la fase anagen del capello trapiantato. Presumibilmente tali meccanismi di stimolazione vascolare e up regulation hanno un ruolo fondamentale anche in patologie tricologiche specifiche quali l’alopecia androgenetica e il telogen effluvium determinando appunto una stimolazione della fase anagen e un aumento di diametro del fusto in grado di contrastare l’evento patologico di base.