Tossina Botulinica: una storia che continua

Una nuova molecola di tossina botulinica, sicura ed efficace è oggi a disposizione dei medici italiani per il trattamento on label delle rughe glabellari

Quando nel lontano 1895 il batteriologo belga Emil van Ermengem isolò il Clostridium botulinum come agente responsabile di un focolaio di botulinismo alimentare, sicuramente non immaginava che, un secolo dopo, alcune delle tossine prodotte da questo microorganismo sarebbero diventate un potente strumento della medicina estetica. L’intossicazione alimentare si era verificata nella cittadina di Ellezelles, in occasione di un funerale e il nome della malattia, peraltro già descritta nel 1822 dal tedesco Justinus Kerne, si riferisce al termine latino botulus (salsiccia), associato al consumo di insaccati e prosciutti preparati in casa. Va dato pieno merito a Van Ermengem anche di aver individuato, dopo la somministrazione per ingestione e sottocutanea a diverse cavie, il complesso di effetti clinici e sintomi neuro-paralitici che caratterizzano la malattia: disturbi della secrezione, paralisi motoria, disfagia, costipazione, ritenzione urinaria, patologie cardiache, ecc. Come si sia giunti all’uso medicale e di contrasto alla formazione delle rughe facciali proprio delle tossine botuliniche è cosa nota. Alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso la tossina fu isolata in purezza dal gruppo di Tessmer Snipe e Hermann Sommer, mentre nel 1949 Arnold Burgen ne identificò il meccanismo d’azione. Fu un oftalmologo americano, Alan B. Scott, a utilizzare per primo nel 1980 la Tossina Botulinica A nel trattamento dello strabismo umano. Nove anni dopo arrivò l’approvazione da parte dell’FDA per il trattamento dello strabismo, blefarospasmo e spasmo emifacciale, e successivamente per la cura della spasticità, sia nell’adulto sia nel bambino. Approvati anche l’uso per la risoluzione della Bromidrosi e dell’Iperidrosi, attraverso un’azione diretta sul sistema parasimpatico. I neurologi e gli oculisti si accorsero presto del beneficio estetico di questo trattamento sul volto e iniziarono ad adottarlo, off label, per finalità estetiche. Il trattamento delle rughe glabellari fu ufficialmente autorizzato negli Stati Uniti solo nel 2002 e in Europa nel 2004. A supporto del riconoscimento ci fu la spiegazione di come la tossina botulinica inibisca il rilascio dell’acetilcolina nei muscoli, ed è in grado così di ridurre l’espressione delle rughe. Le tossine, a livello biochimico sono proteine globulariche e si disattivano al calore (diversamente dalle spore che sono molto più resistenti ai trattamenti termici) e sono considerate fra le più potenti molecole naturali rischiose per l’uomo. Nel 2007 dopo che il il genoma del batterio fu mappato e sequenziato, sono state identificate 9 varianti di tossine, denominate con le lettere dell’alfabeto (da A ad H, più la variante X) che, in funzione della loro variabilità di sequenza possono essere classificate in oltre 40 sub-tipi. In molti paesi, tra cui l’Italia, l’uso estetico della tossina botulinica è autorizzata per il trattamento di uno o più distretti del terzo superiore del viso (glabella, rughe perioculari e rughe orizzontali della fronte) anche se, attualmente, è stato esteso dai medici dal distretto fronto-perioculare all’intero volto. Fra le nazioni in cui si producono le tossine botuliniche commercializzate in Europa, ci sono gli Stati Uniti (onabotulinum), la Gran Bretagna (abobotulinum), la Germania (Incobotulinum) e più recentemente la Corea dove il Letibotulinum è leader di mercato da 6 anni consecutivi. Il Letibotulinum è una tossina di tipo A derivata da Clostridium botulinum, ceppo CBFC26, presente da circa 10 anni in oltre 25 paesi con oltre 21 milioni di flaconi venduti ed è stata registrata di recente da Croma Pharma anche in Europa e in Italia con il nome commerciale di Letybo®. Per l’autorizzazione alla sua immissione in commercio si sono valutate la sicurezza e l’efficacia del prodotto in tre studi di fase 3 controllati con placebo e randomizzati, condotti in Europa e negli Stati Uniti, in cui sono stati arruolati un totale di oltre 1.000 soggetti.

I risultati hanno confermato il profilo di sicurezza ed efficacia fino a pazienti di età inferiore a 75 anni di età. Dagli studi emerge che nel gruppo trattato si è verificato solo l’1% in più di eventi avversi lievi rispetto al gruppo di controllo e che non sono stati riferiti effetti collaterali severi in nessun paziente dello studio. Inoltre, non è stato rinvenuto alcun anticorpo neutralizzante anche dopo iniezioni ripetute e nessun problema di sicurezza legato all’età. Oltre ai dati degli studi, per quanto riguarda l’efficacia della tossina letibotulinum è stata realizzata sia una meta-analisi dei dati pubblicati generati in studi clinici, che uno studio di non inferiorità con una tossina di riferimento, i risultati hanno evidenziato che non ci sono differenze cliniche significative. In sintesi questo prodotto, si aggiunge a quelli già noti e presenti sul mercato europeo, offrendo una più ampia scelta a disposizione dei medici.