di Silvia Annavini
Il botulino non piace alle estetiste
Un’indagine compiuta su un ampio campione di professioniste dell’estetica dimostra che c’è molta diffidenza verso la tossina botulinica. Da quando nel 2004 l’Agenzia Italiana del Farmaco approvò l’uso in ambito estetico della tossina botulinica per il trattamento delle rughe glabellari, questa pratica è diventata una delle più richieste negli ambulatori medico estetici italiani. L’obiettivo è creare un aspetto rilassato e ringiovanito fra le sopracciglia grazie alla capacità del botulino di bloccare gli impulsi nervosi che stimolano la contrazione muscolare. Fin dagli inizi fu chiaro che il trattamento con la tossina botulinica potesse e dovesse essere effettuato solo da medici qualificati ed esperti. Il rispetto delle indicazioni, dei dosaggi, insieme ad una accurata anamnesi da parte del medico, in grado di valutare l’appropriatezza e l’opportunità del trattamento, era infatti la piena garanzia di un utilizzo in sicurezza della tossina botulinica. A febbraio 2014, dopo circa 10 anni dalla prima approvazione, l’Agenzia del Farmaco ha esteso le indicazioni anche al trattamento delle cosiddette zampe di gallina, ai lati degli occhi. Un riconoscimento che per alcuni è stato solo formale visto che i medici avevano già da tempo iniziato a usare il botulino per questi, e altri inestetismi.
I risultati delle applicazioni sono infatti indiscutibili, anche se per molti il risultato estetico non sempre raggiunge l’obiettivo sperato. “Certamente – ci dice una nota estetista romana – le rughe glabellari, quelle le linee verticali che si formano quando una persona aggrotta le sopracciglia, vengono completamente appiattite, ma c’è il rischio che il volto assuma un aspetto rigido, incapace di espressioni, talvolta quasi mefistofelico”. Un giudizio pesante e probabilmente influenzato dal fatto che il ricorso al medico per una iniezione di botulino potrebbe ridurre lo spazio di azione dell’estetista professionista, cui questa attività è preclusa per legge. Abbiamo quindi voluto riproporre, a distanza di circa un anno, un breve questionario a un campione di oltre 200 estetiste sparse sul territorio nazionale, che già ci avevano fornito un quadro di riferimento sulle conoscenze da loro possedute sui fillers e sulla tossina botulinica. Nel 2013, l’analisi dei 205 questionari considerati validi permetteva di evidenziare i seguenti risultati: alla domanda “sai cos’è la tossina botulinica?” il 100% rispondeva SI. La stessa percentuale nel 2014 (campione di 210 estetiste) il che fa pensare che ne conoscono funzione ed effetti, o perlomeno non ammettono di esserne del tutto ignare, ma non chiarisce ancora che cosa sanno realmente e come hanno appreso le loro informazioni.
La tossina botulinica è sicura? Nel primo questionario 145 (71%) hanno risposto SI – 60 (29%) NO. A luglio 2014 i dati restavano pressoché immutati: 146 contro 64. Sulla sicurezza, quindi, si registra ancora un’alta quota di estetiste che pensano che il botulino non sia sicuro. Questo dato può riassumere una legittima perplessità su tutto ciò che viene iniettato e che rappresenta un farmaco, ma anche il riflesso di alcuni articoli negativi che nel passato sono stati pubblicati sulla stampa di settore e femminile che ponevano alcuni dubbi sulla sua innocuità. Addentrandosi nell’argomento: c’è differenza tra botulino e filler? La gran maggioranza (191 – 93%) rispondeva SI un anno fa, mentre nel 2014 sono stati 198 e i No sono scesi da 14 (7%) a 12. Impossibile perciò negare che esiste ancora una percentuale significativa di estetiste che non distingue fra fillers e botulino. Alla domanda: i filler sono sicuri? 163 (80%) pensavano di SI e 42 (20%) di NO appena 12 mesi fa, oggi sono divenuti rispettivamente 190 e 30. La maggiore sicurezza attribuita ai filler potrebbe essere spiegata da una più estesa diffusione e da una presenza sul mercato di più lunga durata. Quello che non è spiegabile è come mai i tanti casi di applicazione errata o di danno estetico da filler raccontati sui giornali non abbiano fatto presa sulle estetiste come invece è successo in un tempo più breve per il botulino. Tra le/i suoi clienti ce ne sono alcuni che si sono sottoposte/i a un trattamento di medicina estetica al viso con prodotti iniettabili? Le risposte positive erano 74 (36%) nel 2013 e sono state 95 nel 2014 ma ci mancano i dati riguardo l’età e il tipo di intervento di cui si è trattato. Ci interessava sapere se le estetiste usano delle tecniche di massaggio particolari sulle/sui pazienti che si sono sottoposti da poco a un intervento di medicina estetica al viso con prodotti iniettabili. 37 (18%) avevano risposto SI e 168 (82%) NO. Il numero quest’anno è rimasto pressoché immutato (40 – 170) perché forse nessuna azienda ha mai proposto protocolli specifici. Nell’ultimo questionario si è aggiunto un quesito: ti piace e ti convince il risultato ottenibile con il botulino? E qui la risposta sorprende. Per 37 estiste è buono (17,5%), per 61 è soddisfacente (29,%) per le restanti 112 (53,5%) non è naturale. Alcuni medici leggendo questi dati hanno detto che sono risposte condizionate dal fatto che l’intervento è a loro precluso ma noi non siamo convinti che questa spiegazione possa reggere, perché una reazione così negativa non la si registra, per esempio, nei riguardi della chirurgia estetica, che pure è di competenza esclusivamente medica.