Sono molti gli esperti, i sociologhi e gli psicologi, tralasciando i vari economisti e politologi, che stanno già valutando le ripercussioni che la pandemia ha avuto e avrà per molto tempo sulla nostra vita per molto tempo. La quarantena, cui quasi tutti gli italiani sono stati costretti, ci ha fatto riscoprire la dimensione intima delle nostre abitazioni e quanto siano fondamentali i legami famigliari, così come ha evidenziato le doti più frivole della nostra personalità, come la propensione a cimentarci con i fornelli. L’isolamento ci ha fatto capire che molti lavori possono essere svolti da casa addirittura con un aumento della produttività e il miglioramento della qualità ambientale, ma anche che abbiamo un ottimo sistema sanitario, cui forse però abbiamo tagliato troppo i fondi negli ultimi decenni. Certo porteremo con noi dei segni psicologici, come il terrore della solitudine e la consapevolezza che non siamo immortali. Ma anche fisici: qualche chilo di troppo, il pallore tipico della mancanza di sole e probabilmente qualche ruga in più. Anche la dermatologia si interroga sugli effetti positivi e negativi per la pelle, la cui reale portata, probabilmente, capiremo nel tempo. Non stiamo parlando solo della lenta disidratazione cui stanno andando incontro le nostre mani sottoposte a una continua igienizzazione a base di prodotti alcoolici. Il cosiddetto lockdown, infatti, ha aumentato il livello di inquinamento domestico, sia per l’uso continuo dei dispositivi elettronici, del pc e del televisore, immancabilmente acceso come compagnia, o dello smartphone per le interminabili video chiamate che hanno virtualmente ridotto le distanze con i nostri cari. è ormai accertato che tutto ciò sottopone la nostra pelle a un forte stress per il quale si rischia di pagare un caro prezzo. In particolare, lo strizzare gli occhi quando si è stanchi, la mancanza di sole e aria fresca, lo spettro della luce blu dello schermo, quella al led delle lampade, sono tutti fattori, che influiscono sul benessere cutaneo, aumentano la probabilità di sviluppare precocemente rughe e anticipare, affrettandoli, alcuni altri segni dell’invecchiamento cutaneo. C’è inoltre un aspetto negativo alquanto sottovalutato legato alla quarantena. Poiché la nostra pelle svolge un ruolo cruciale nel modo in cui le altre persone ci vedono, e ancor più importante, nel modo in cui noi vediamo noi stessi, rimanendo chiusi in casa spesso ci si è poco preoccupati della cura del proprio aspetto esterno, e ciò può aver influito sulla nostra auto-stima e su quanto ci sentiamo attraenti. Oggi che si è tornati pur a una limitata vista sociale, diventa importante, quindi, recuperare la fiducia in se stessi anche per riappropriarsi di una dimensione estetica accettata. Sebbene non sia ancora possibile parlare di una dismorfofobia da lockdown, vari specialisti di tutto il mondo sembrano concordare sulla necessità di proporre ai pazienti protocolli specifici anti-invecchiamento cutaneo, che fungano di supporto a un percorso di normalizzazione cutanea e psicologica. Fra i metodi più efficaci viene segnalata la polirivitalizzazione, che agisce a 360° sulla qualità della pelle: luminosità, idratazione, pori, rughe, tonicità, omogeneità dell’incarnato. Il polirivitalizzante viene inoculato nel derma attraverso le classiche multi-punture al fine di idratare il derma apportando ingredienti utili per la sua vitalità e far apparire il viso più riposato. La sua azione è doppia: correggere e contrastare i segni dell’invecchiamento. I risultati raggiunti sono legati all’azione combinata di Acido Ialuronico e Dermo-Rivitalizzanti (Vitamine, Aminoacidi, Co-enzimi, Acidi nucleici) che favoriscono il ripristino di luminosità, idratazione, tonicità, elasticità e densità cutanea. Il prodotto utilizzato nell’intervento mesoterapico, oltre a correggere le rughe superficiali, funge da booster per la qualità dell’incarnato, per una ristrutturazione profonda e per la rivitalizzazione dell’incarnato spento. Secondo gli esperti che lo utilizzano, a rendere ancor più valido questo trattamento c’è soprattutto il fatto che esso è proponibile a qualsiasi età e per qualsiasi tipo di pelle. Naturalmente, come per qualsiasi trattamento medico estetico valgono le regole di buon senso comuni: il protocollo deve essere gestito in un ambiente clinico, da un medico addestrato all’applicazione di tecniche d’iniezione con multi-punture. Ogni trattamento ha la durata di circa 20 minuti e sono consigliate cinque sessioni in tre mesi e per un mantenimento dei risultati, due protocolli all’anno. Per massimizzarne gli effetti, alla procedura microiniettiva può far seguito un protocollo cosmetico da effettuare a casa che è in grado di assicurare alla pelle una cura quotidiana (Skin Perfusion) con una gamma di formule cosmeceutiche dalla performance provata ed eccellente.