Tecnica del microneedling per le cicatrici da acne

Di questa tecnica se ne parlerà nel corso del Congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (Roma, 19-21 maggio 2023)

Dott. Ettore Minutilli, MD Dermatologia e Chirurgia Plastica – Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma; Delegato Regionale SIDCO – EADV NMSC Task Force Coordinator – IF AAD per Skin Cancer Foundation

Durante il recente Congresso dell’American Academy of Dermatology 2023 tenutosi a New Orleans da diversi esperti è stata posta in evidenza l’importanza di una procedura estetica low-cost nel trattamento degli esiti cicatriziali di acne. Da affiancare alle metodiche più costose con risultati paragonabili quali soprattutto il laser, sia in trattamento isolato sia combinato (soprattutto con peeling e sostanze topiche attive). Si tratta di una tecnica micro-invasiva, già conosciuta in Italia, che viene utilizzata in dermatologia estetica per il trattamento del photoaging, delle lassità cutanee e striae distensae, delle ipercromie, ma sicuramente la sua indicazione principale resta il trattamento delle cicatrici atrofiche post-traumatiche, post-chirurgiche, da ustione e soprattutto delle cicatrici acneiche del volto. In tale indicazione, la microdermabrasione trova un posto di primo ordine rispetto ad altre metodiche più diffuse quali il laser (ablativo e non), i peelings profondi, i fillers, per indubbi vantaggi tra cui soprattutto il costo più basso della prestazione medico-chirurgica al pari di risultati di alto gradimento nel 50-75% dei casi con tempi di recupero più rapidi (2-3 giorni) rispetto al laser (in cui vi è un danno termico anche dell’epidermide) ed eventi avversi praticamente rarissimi (se si esclude un eritema ed edema immediato post-trattamento). L’altro vantaggio della microdermabrasione è la possibilità di essere utilizzata in sicurezza anche in soggetti di fototipo scuro nonché di essere combinata con tali metodiche su indicate più diffuse per una migliore ottimizzazione dei risultati (si preferisce la combinazione con l’uso cosmetico di topici attivi quali vitamine, acido ialutonico, PRP o fillers piuttosto che peelings profondi o lasers per evitare un maggior rischio di effetti collaterali). Controindicazioni al trattamento sono la presenza di lesioni attive infiammate, infezioni, immunosoppressione, predisposizione a fare cheloidi. In caso di anamnesi positiva per herpes labiale, conviene effettuare un trattamento profilattico orale con antivirali per una settimana; inoltre, in caso di terapia con anticoagulanti orali, conviene sospendere temporaneamente tale trattamento.

La microdermabrasione si avvale di uno strumento manuale (fig. A) o più raramente di un dispositivo elettrico (meno maneggevole per la variabile velocità, fig. B) che presenta in superficie una densità variabile di aghi sottili sterili di lunghezza generalmente pari a 1-2 mm (raramente si utilizzano quelli da 3 mm, mentre in genere si preferiscono quelli da 0,5-1 mm per il photoaging e da 1,5-2 mm per gli esiti cicatriziali, in rapporto all’unità cosmetica del volto da trattare con una pelle più o meno spessa). è assolutamente necessario far firmare al paziente il consenso informato e fotografare le aree da trattare prima di ogni trattamento. Il quale viene eseguito in anestesia topica, generalmente raggiunta dopo l’applicazione per 60-90 minuti di crema anestetica al 5% in occlusiva (o più raramente di crema anestetica al 30% non in occlusione per 20-30 minuti) sulle unità cosmetiche loco-regionali da trattare. In genere, dopo rimozione della crema anestetica e disinfezione, l’operatore muove delicatamente e perpendicolarmente lo strumento con movimenti di andata e ritorno nelle 4 direzioni (su, giù, destra e sinistra) ripetuti per 3-4 volte sino ad arrivare ad un microsanguinamento (Foto. C). Dopo l’applicazione di garze sterili imbevute di soluzione fisiologica ghiacciate che fanno da emostasi per pochi minuti, si procede all’applicazione di sostanze topiche attive non aggressive (acido ialuronico o vitamine e raramente PRP) sfruttando la veicolazione transdermica del principio attivo dermoprotettivo. Dopo 2-3 giorni, generalmente il recupero è completo con la scomparsa dell’eritema e dell’edema (Foto D) tale per cui ci si può truccare sino a raggiungere la settima giornata in cui si possono ripristinare trattamenti topici medicamentosi che migliorano ulteriormente il risultato estetico. Durante l’intera settimana post-trattamento, è necessaria l’applicazione di schermi solari total block al mattino sulle aree trattate. Il meccanismo che porta al miglioramento nel tempo degli esiti cicatriziali e soprattutto di quelli acneici è la rottura delle briglie cicatriziali nel derma superficiale, senza danneggiare la barriera epidermica, con la stimolazione della produzione di nuovo collagene ed elastina attraverso il rilascio di citochine e fattori di crescita; inoltre, la creazione dei micro-canali da parte degli aghi può favorire la veicolazione transepidermica delle sostanze attive applicate. Raramente, si osservano complicanze quali infezioni, granulomi, ipercromie, ecc,, più frequenti laddove il microneedling viene combinato con altri trattamenti (peelings, lasers) e soprattutto nei fototipi più scuri. Il numero dei trattamenti (da 1-2 a 6-8) varia in rapporto alla gravità del quadro clinico, ma generalmente 3-4 trattamenti sono sufficienti per raggiungere un risultato soddisfacente (miglioramento obiettivo delle cicatrici acneiche per il 50-75%: fig.5-6 e 7-8). è opportuno distanziare i trattamenti di 4 settimane per ottenere il massimo della neo-collagenogenesi indotta ed esprimere il giudizio finale dopo un lungo follow-up (almeno 6 mesi dopo l’ultimo trattamento).