Stipsi

di Elisabetta Marini

Molti sono gli italiani che soffrono di stipsi. Uno stato che può creare squilibri nel sistema immunitario oltre che fastidi di natura pratica e psicologica

La stipsi è una fastidiosa condizione fisiologica o una vera e propria malattia di cui soffrono sempre più italiani? Difficile dare una risposta univoca riguardo un problema che può essere dovuto a svariati fattori e che risente in maniera determinante delle caratteristiche di ogni individuo.

La stipsi o stitichezza è correlata a un rallentato transito intestinale e rappresenta una condizione assai diffusa e in particolare fra le persone che conducono una vita sedentaria. Il rallentato transito è alla base di un incompleto svuotamento del colon.

Tipo di stipsi

Schematicamente la stipsi si può suddividere in varie tipologie:

Stitichezza atonica

Il colon ha perso in parte la sua elasticità, può essere più o meno dilatato e le feci non vengono efficacemente eliminate. Si può ricondurre a un’alimentazione priva di fibre, una vita sedentaria e, talvolta, anche al blocco volontario, e ripetuto, dello stimolo a evacuare dovuto al timore a usare servizi pubblici o altri motivi sociali o personali.

Stitichezza spastica

Talvolta dipende dagli alimenti (per es. latte di mucca) ma può anche avere una base psicosomatica che trova nell’ansia la sua motivazione. Talvolta si associa alla presenza di emorroidi o alla sensazione di avere l’ultimo tratto del retto non completamente svuotato. Si ricorda che, dal punto di vista psicosomatico, la stipsi può essere correlata al trattenere, e può insorgere come rappresentazione simbolica di un moto di difesa contro la perdita di qualcosa (una persona cara, un oggetto, ecc.). Quando le feci rimangono nel colon più a lungo del necessario l’assorbimento delle sostanze di rifiuto da parte dei capillari e del sistema linfatico diventa maggiore, questo sovraccarica il fegato e i linfonodi e dà luogo alla cosiddetta “tossiemia intestinale”. Le tossine assorbite, nel tempo si propagano nell’organismo creando sintomi diversi, tra cui: alitosi, cefalea, sonnolenza postprandiale, dispepsia, turbe dell’attenzione e depressione.

Stipsi: Sintomi

Sintomi legati alla stipsi possono essere: prurito, eruzioni cutanee eczematose, cistiti di origine intestinale (conseguenza della disbiosi), infiammazioni catarrali ricorrenti delle prime vie respiratorie e della sfera ORL (conseguenza dell’impegno del sistema linfatico), talora sindromi allergiche (rinite, asma bronchiale, orticaria), vaginiti, ecc.

Siccome il 50% del sistema immunitario associato alle mucose si trova nell’intestino una irritazione cronica delle sue pareti può provocare una iperstimolazione dei linfociti presenti nell’intestino, che, a causa dell’assorbimento da parte della linfa dopo ore o giorni possono trovarsi in altri organi ed eventualmente creare i presupposti per uno squilibrio del sistema immunitario.

Il rallentato transito può formare sulla superficie della mucosa intestinale uno strato di sostanza mucillaginosa, più semplicemente muco, che può durare per mesi o anni e rappresenta un ottimo terreno di cultura per i microrganismi putrefattivi e i parassiti intestinali. Soprattutto negli anziani, si possono riscontrare anche delle dure masse di escrementi vecchi e disidratati (fecalomi). Tutto ciò danneggia il colon, perché ne aggrava ulteriormente le funzioni e la motilita’. Dalla prevalenza dei batteri della putrefazione può derivare una iperproduzione di alcune sostanze quali la cadaverina, la putrescina, lo scatolo e l’indolo, che aggravano ulteriormente l’intossicazione dell’intestino e, purtroppo, sono difficilmente eliminabili dai reni e dal fegato. Inoltre i batteri della putrefazione possono attivare precursori di sostanze cancerogene come i nitrati contenuti nelle carni.

Conseguenze della stipsi e disturbi correlati

Il rallentato transito, con lo sviluppo dei batteri della putrefazione e il permanere per lungo tempo di materiale solido di rifiuto (a volte con contenuto cancerogeno), conducono a una irritazione cronica della mucosa del colon, questo crea la possibilità di esposizione di antigeni self (verso i quali non era stata sviluppata una tolleranza immunitaria) con conseguente formazione di autoanticorpi. Questo problema è particolarmente sentito dai soggetti predisposti costituzionalmente (quelli, per es. che hanno il complesso maggiore di istocompatibilità HLA B27 in cui è frequente l’associazione colite ulcerosa – spondilite anchilosante).

La situazione anomala descritta può portare anche a una ulteriore disregolazione del sistema endocrino – i due sistemi sono collegati tra loro da mediatori chimici quali le citochine – creando i presupposti per lo sviluppo di malattie autoimmuni e degenerative (per es. artriti, artrosi, cancro ecc.). Va precisato che l’irritazione cronica della mucosa del colon, che diventa meno impermeabile favorendo così la perdita di alcuni ioni importanti per l’omeostasi e il passaggio di sostanze tossiche nel sangue e nella linfa, da cui potranno migrare in tutto l’organismo.

Altro disturbo correlato alla stipsi sono le emorroidi, dilatazioni delle vene della zona ano-rettale, dovute a una debolezza congenita o acquisita in seguito a episodi infiammatori o tossici. I sintomi sono rappresentati da senso di prurito, bruciore ed emorragia lieve durante la defecazione, che può gradualmente portare a uno stato di notevole anemia.

Le emorroidi possono manifestarsi a causa degli sforzi praticati per espellere le feci. Le ragadi anali, invece, veri strappi della pelle attorno all’ano, sono causate dalle feci dure che tendono il muscolo dello sfintere.

Nei casi più estremi, lo sforzo può determinare la fuoriuscita di un piccolo tratto del rivestimento intestinale dall’orifizio anale provocando un prolasso rettale.