I criteri diagnostici con cui viene identificata la Rosacea sono abbastanza flessibili e generici. Tradizionalmente secondo la National Rosacea Society americana potrebbe bastare almeno uno dei seguenti sintomi: un eritema transitorio; un eritema non transitorio, la presenza di papule e pustule; la presenza di una telangiectasia sul volto. Più recentemente però, si è giunti a una classificazione di alcuni sottotipi che rende la diagnosi più precisa e articolata. Ci sarebbero infatti quattro diverse forme: papulopustulare, eritematotelangectasica, fimatosa e oculare. Fra queste, la forma eritematotelangectasica (ETR) è probabilmente la più controversa perché molti pensano che si tratti solamente di una condizione dovuta al fotodanneggiamento da cui è, peraltro, molto difficile da distinguere. Uno studio recentemente pubblicato su Jama Dermatology a nome Suzanne Fligiel, et al. (2015;151(8):825-836) segnala proprio che l’eritema facciale e la telengectasia, che sono comunemente riferite alla forma eritematotelangectasica (ETR) della rosacea, possono essere due sintomi riscontrabili anche in un subtipo di fotodanneggiamento conosciuto come telangectasico (TP) o teleangectasia attinica. I pazienti che soffrono di questa seconda condizione, tipicamente uomini anziani, non presentano però altri sintomi presenti invece nella rosacea come gli arrossamenti improvvisi, le sensazioni di bruciore, e spesso non si lamentano eccessivamente di un eritema permanente, che è considerato così un evento incidentale. Quello che va sottolineato, pertanto, è che sia l’eritema transitorio che quello permanente sono maggiori nel gruppo dei malati di ETR, con una localizzazione principale al centro del viso mentre l’eritema e la telangectasia possono differire presentandosi più lateralmente nei soggetti TP, anche se non è rara la classica posizione centrale sul volto e sul naso. Di contro, il gruppo di individui ETR, rispetto a quelli TP, hanno una significativa riduzione della sintomatologia clinica specifica del fotodanneggiamento, come confermato dall’istologia che dimostra una minore evidenza di danni attinici negli individui con ETR rispetto a quelli con TP, nei quali erano evidenti invece le alterazioni del collageno e l’elastosi solare intorno ai microvasi ematici. Tramite indagini immunoistologiche non si è evidenziato invece un aumento delle mastcellule e della loro degranulazione. L’espressione genica della metalloproteinasi-3 è stata calcolata quattro volte più alta nei campioni ottenuti da soggetti ETR più che negli individui con TP, e cinque volte maggiore che nei soggetti di controlll. L’espressione genica del neuropeptide (CGRP-α) e la sostanza P era significativamente aumentato neilla ETR a confronto della TP e del gruppo di controllo. Appare più che evidente, quindi, che le due condizioni sono due entità nosologiche ben distinte fra loro, specie dal punto di vista etiopatogenetico, ma quello che gli autori dell’Università del MIchigan vogliono mettere in evidenza è che per una diagnosi sicura bisogna assolutamente procedere a indagini che vadano oltre la clinica e si soffermino sulle differenze istologiche e geniche. Il campione su cui è stato svolto lo studio si componeva di 26 participanti affetti da rosacea eritematotelangectasica (ETR) 20 soggetti colpiti da fotodanneggiamento telangectasico (TP) e 11 individui della stessa età e genere, che fungevano da gruppo di controllo. Dopo l’esame clinico, i ricercatori sono ricorsi all’osservazione al miscroscopio elettronico, ad analisi immunoistochimiche e allo studio dell’espressione genica. In sintesi, il photoaging telangectasico (TP) può essere caratterizzato da un minor eritema transitorio o permanente, una distribuzione più laterale sul viso dell’eritema e della telangectasia che solo nel tempo può muoversi verso il centro del volto, una minore attivazione delle mastcellulle e un ridotto rimodellamento MMP-mediato rispetto alla forma eritematotelangectasica (ETR) della rosacea. In conclusione, ritenere le due popolazioni come portatrici di due diverse condizioni cliniche, con il gruppo TP non affetto da rosacea, aiuta in maniera diretta gli specialisti sia nella diagnosi sia nella scelta di un protocollo terapeutico più corretto ed efficace.