Servizi e diagnosi oggi in farmacia

La crisi della medicina di base e le lunghe liste d’attesa spingono i
pazienti a trovare altrove risposte ai loro bisogni

Il crescente ricorso a sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale non risparmia la medicina e anche la dermatologia. Quali saranno le future competenze necessarie a svolgere la professione medica e c’è la possibilità che i cosiddetti sistemi intelligenti un giorno offriranno prestazioni, in primo luogo diagnostiche, finora esclusivamente svolte da medici o biologi? Si tratta di una rivoluzione che non riguarda solo le professioni ma in parte lo stesso sistema sanitario nella sua tradizionale articolazione fra servizi territoriali di primo livello, ospedalieri e super specialistici. Nell’organizzazione dei vari momenti della prevenzione, della cura e della riabilitazione, la rete delle farmacie italiane assumerà un ruolo ben al di là della distribuzione dei farmaci. Per immaginare uno dei probabili scenari della sanità futura partiamo dai risultati di uno studio condotto da Doxa Pharma e presentato durante l’ultima edizione di Cosmofarma. Dall’inizio della pandemia a oggi, per circa il 70% dei 2000 intervistati, la farmacia non è più solo il punto vendita dei farmaci ma viene descritta come un nuovo modello di presidio sanitario in cui si possono già trovare: un supporto informativo e validi consigli clinici, prenotare visite, sottoporsi ad analisi e test, incontrare dietologi, nutrizionisti, cosmetologi e tricologi, e anche partecipare a screening preventivi. In maniera sempre più frequente per richiedere i farmaci si salta il passaggio dal medico di base cui resta il compito burocratico di spedire direttamente la ricetta al paziente, spesso senza visitarlo. In molte ASL, nelle farmacie si possono prenotare analisi cliniche e prestazioni specialistiche che verranno effettuare successivamente nelle strutture pubbliche e convenzionate. La ricerca conferma l’apprezzamento per l’evoluzione digitale e per la tessera sanitaria che permettono alla farmacia di essere strettamente interconnessa con la rete territoriale oltre che con l’Agenzia delle entrate, il che assicura lo sgravio diretto dei costi affrontati per i ticket. Oltre la metà degli intervistati, a fronte delle difficoltà durante la pandemia a essere assistiti dai medici di famiglia, sottolineano l’importanza assunta dalle farmacie, che invece sono rimaste sempre aperte, per la diagnostica del Covid e per il rilascio della certificazione dei vaccini. Oggi si valuta in maniera più che positiva il rapporto di fiducia instaurato con il proprio farmacista, un professionista incontrato molte più volte nel corso dell’anno di quanto avviene con il proprio medico curante, cui spesso ci si interfaccia solo per via digitale. Ciò porta a riflettere sul ruolo e l’importanza che già ha assunto la medicina all’interno delle farmacie. Le quali, bisogna riconoscerlo, per i rapidi cambiamenti della rete commerciale di distribuzione dei farmaci, sono state le prime a dotarsi di accessi a efficienti sistemi digitali. Forti di questa esperienza con il mondo di internet, il passo per la crescita di un portafoglio di prestazioni messe a disposizione del cittadino è stato breve, e molti hanno iniziato a offrire nei propri locali l’esecuzione di analisi di routine, diete bilanciate, misurazioni di pressione, massa grassa, indice glicemico, check up cardiaci, cutanei e del cuoio capelluto con successivi consigli cosmetologici. A questo punto l’industria non si è fatta attendere e sono arrivate le prime applicazioni per effettuare la mappa dei nei, valutata a distanza tramite la teledermatologia. Nulla di più facile, e ora sono molte le farmacie dove questa procedura si effettua in maniera semplice e si ottiene una risposta diagnostica più che rapida, garantita da uno o più dermatologi che da remoto – non sempre dall’Italia – firmano il referto. Rimandiamo a un altro articolo la riflessione sulla filiera di responsabilità in caso di un errore diagnostico: dal sistemista che ha elaborato il codice dell’algoritmo al costruttore della macchina, dal farmacista che offre il servizio al medico che valuta le immagini. Per ora accontentiamoci di dire che probabilmente nella farmacia, per quanto possano essere sofisticati gli strumenti e i software a disposizione, tramite la telemedicina non si arriverà mai a sostituire del tutto il laboratorio d’analisi, il medico di base o lo specialista. Ciò che però ci preme segnalare che ciò che può ancora apparire come un modesto cambiamento nel comportamento di una ridotta quantità di soggetti alla ricerca di una semplificazione e accelerazione delle procedure diagnostiche, porta con sé un forte grado di disumanizzazione dell’atto medico. Il fatto che peraltro non costa nulla allo Stato perché a carico dei pazienti stessi, e che molti camici bianchi del SSN possano guardarlo con favore perché alleggerisce il loro lavoro, aiutando a ridurre le liste d’attesa nei laboratori o per visite specialistiche convenzionate, non può far sottovalutare i problemi legati al la trasmissione e alla privacy dei dati raccolti perché il futuro sarà caratterizzato da cartelle sanitarie elettroniche consultabili in tempo reale grazie al semplice passaggio della tessera sanitaria in appositi lettori. Di fatto, poi, il funzionamento di questo tipo di tecnologia non sarà così semplice e intuitivo e probabilmente, vista la competenza riservata alle regioni, incontrerà ancora per molto tempo seri impedimenti quando le informazioni dovranono migrare tra una regione e l’altra. Rimanendo nel campo della dermatologia, gli algoritmi che permettono l’acquisizione delle immagini delle lesioni sono ormai a livelli tali di eccellenza che si può contare su piattaforme di sicura affidabilità nella gestione e nel follow up dei pazienti. Ma, pur con l’importante aiuto della tecnologia, la competenza finale per porre il dubbio diagnostico al patologo o la diagnosi certa che porta all’asportazione di una lesione considerata a rischio, devono rimane in capo allo specialista, ovunque egli sia. La teledermatologia che offre una diagnosi a distanza, porterà alla nascita di operatori debitamente istruiti a utilizzare e manovrare la telecamera per inviare poi le immagini dove verranno analizzate. I dermatologi che risponderanno ai quesiti a loro posti, dovranno prendersi, come è giusto che sia, la responsabilità finale del giudizio, ma probabilmente ciò andrà avanti solo fino a quando una Intelligenza Artificiale, super-esperta e meno costosa, ruberà loro il posto. Concludendo: cosa c’è di positivo nella telemedicina? Pensiamo a un consulto necessario per un paziente che si trova in navigazione in alto mare o in isole con presidi sanitari ridotti, nei piccoli centri dove c’è mancanza di specialisti con pazienti anziani o non trasportabili, la necessità di una seconda opinione per malattie rare e che necessitano il parere di centri di ricerca specializzati, e tanti altri casi particolari. Rimane ancora da chiarire se la telemedicina può essere considerata un mezzo per supplire da parte del privato alla lentezza e ai limiti legati a una medicina di base insufficiente e a tempi di attesa di un SSN spesso incapace di dare risposte concrete al bisogno di prevenzione e diagnosi precoce. In altre parole, però, se come tanti pensano c’è bisogno di una riforma della nostra medicina pubblica, forse sarebbe il caso che a occuparsene in maniera sistemica fossero esperti in programmazione sanitaria, e in ultima analisi la politica, e non la casualità e le diverse forze che, per loro legittimo interesse, occupano possibili spazi di attività, proponendo a pagamento soluzioni parziali e non sistemiche, che rischiano di rafforzare le diseguaglianze e mortificare le competenze.

Demetra: il futuro dell’imaging cutaneo in una piattaforma che protegge i dati via cloud

Come in tutte le trasformazioni, le innovazioni tecnologiche vanno considerate per i possibili miglioramenti che possono apportare nel loro campo di applicazione. È certamente il caso della dermoscopia: tecnologia che ha fatto passi da giganti dando risposte concrete alla crescente incidenza delle malattie della pelle, migliorando la qualità delle diagnosi e l‘efficienza delle cure. Merito di filtri fotografici a elevatissima definizione e di complicati algoritmi contenuti nei software che aiutano il medico a identificare le lesioni. Dal Belgio arriva una innovativa piattaforma (Barco di Demetra) dotata di un dermatoscopio (Demetra Scope) con software integrato per l‘acquisizione di immagini cliniche e dermoscopiche multispettrali, equipaggiato con strumenti di analisi e connesso tramite rete WIFI a al Demetra Cloud , disponibile solo a chi è dotato delle chiavi di accesso. La differenza col dermatoscopio tradizionale è che mentre quest’ultimo illumina la pelle solo con luce bianca, il nuovo strumento consente di acquisire una serie completa di immagini multispettrali. Queste ultime sono poi utilizzate per creare visualizzazioni chiamate Skin Parameter Maps, che forniscono informazioni sulle strutture interne delle lesioni, la distribuzione dei pigmenti e la vascolarizzazione dei tessuti. Un software specifico (Lesion Analytics), fornisce e visualizza i contorni della lesione dall’immagine acquisita e ne calcola le metriche direttamente sul dispositivo nel Point of care. Le lesioni appaiono quindi contrassegnate su un manichino o su una fotografia panoramica clinica per presentare la documentazione e il follow-up in modo semplice, veloce e accurato. Non solo, grazie a un gestionale di memoria, se è presente un’immagine precedente della lesione, lo strumento può confrontare e calcolare la differenza relativa tra i due set di parametri, contribuendo a monitorarne i cambiamenti nel tempo. Ciò significa che chi utilizza il sistema su un paziente, è in grado di rivelare e segnalare eventuali crescite sospette. Per proteggere i dati sensibili del paziente, questi vengono trasferiti al Demetra Cloud, uno spazio virtuale in cui vengono archiviate ed elaborate le immagini e gli altri dati, generati e salvati referti di consultazione in cartelle cliniche consultabili solo tramite credenziali personalizzate. Il dispositivo medico soddisfa le linee guida degli standard normativi, inclusi HIPPA e GDPR, senza la necessità di installare software aggiuntivi. I molteplici livelli di protezione offrono un ambiente solido che garantisce la sicurezza e la disponibilità costante delle cartelle dei pazienti. Infine, la piattaforma è concepita per essere un servizio e non solo un dispositivo: chi la utilizza ha la certezza di beneficiare di qualsiasi funzionalità aggiuntiva non appena questa diventi disponibile, garantendo quindi di operare sempre sulla piattaforma più avanzata e intuitiva disponibile.