Scrivere una dieta è una “cosa” complessa

del dott. Marco Marchetti,ricercatore dip. biomedicina e prevenzione Univ. Tor Vergata

Spesso, con il termine dieta, si intende un regime alimentare capace di far perdere peso. In realtà la parola dieta deriva dal greco antico, significa corretto stile di vita e poco ha a che fare con la perdita di peso. Forse, già da questa approssimazione letteraria, nasce la convinzione che per dimagrire sia sufficiente mangiare meno. Un sillogismo quantomeno approssimativo che è probabilmente alla base dei continui fallimenti delle diete dimagranti. Purtroppo, però, quando si parla di dimagrimento, di frequente si ricorre al fai da te, al consiglio raccolto sul web, all’applicazione che calcola gli apporti energetici, oppure alla dieta esotica e di moda trovata sul giornale. Tutte pratiche destinate al fallimento e che sono alla base, assieme a una dilagante malnutrizione per eccesso, di notevoli danni alla salute, e del famoso effetto yo-yo. Anche un regime alimentare come la dieta chetogenica che risulta essere estremamente salutare ed efficace quando prescritta e gestita da un professionista esperto, può essere altamente pericoloso se demandato al fai da te. È bene ribadirlo: per dimagrire in completa salute non è sufficiente la semplice restrizione calorica, è necessaria una dieta calibrata sulle singole esigenze del paziente. Una corretta dietoterapia, infatti, si pone diversi obiettivi che tutti insieme concorrono al miglioramento dello stato di salute del soggetto, soprattutto in caso di dietoterapia dimagrante. Moltissimi sono i fattori da tenere in considerazione e devono essere correttamente valutati gli apporti necessari di macronutrienti, micronutrienti, fibre e acqua. Primariamente deve essere stabilito con esattezza lo stato di salute del soggetto e l’eventuale presenza di patologie. Poi, partendo da una approfondita valutazione della composizione corporea e dello stato nutrizionale, la “dieta” deve garantire il corretto apporto proteico. Diete con scarsi apporti di proteine non aiutano a dimagrire, ma fanno perdere peso poiché fanno deperire, causando un danno. La quantità dell’apporto proteico totale dovrebbe essere stabilito in funzione della massa magra. Una volta stabilito questa è necessario scegliere la qualità. Carne, uova e pesce sono notoriamente alimenti ricchi in proteine, il problema è che le proteine non sono tutte uguali poiché differiscono tra loro per valore biologico e biodisponibilità a esempio. Il valore biologico di una proteina è funzione della presenza di aminoacidi essenziali mentre la biodisponibilità è la quantità di apporto proteico che effettivamente viene utilizzato. Altri valori da considerare sono la U.P.N. (utilizzazione proteica netta), l’indice chimico, e il C.U.D. (coefficiente di utilizzazione digestiva),solo per citarne alcuni. Se non vengono tenuti in debita considerazione questi parametri si corre il rischio di assumere un apporto proteico che non verrà completamente assimilato, e quindi utilizzato, causando deperimento, ossia perdita di massa muscolare. La massa muscolare, viceversa, dovrebbe essere sempre salvaguardata poiché è il vero “motore” dell‘organismo, oltre che la principale causa del valore di metabolismo basale. Anche l’apporto lipidico, stabilito con esattezza in termini di quantità, dovrebbe essere calibrato in qualità e comprendere una sufficiente dose di acidi grassi essenziali, un valido apporto di acidi grassi mono e poli insaturi e, parallelamente, una limitata quantità di grassi saturi. Andrebbero, a questo proposito, valutati i principali indicatori di qualità nutrizionale come l’indice di aterogenicità, che tiene in considerazione il potenziale aterogenico dell’apporto lipidico, quello di trombogenicità, che ne valuta il potere antitrombogenico, e il Cholesterol\saturated fat index (C.S.I.), che esprime la qualità lipidica totale della dieta. Assumere grassi discriminandoli solo per quantità, è sbagliato. La quantità dell’apporto glucidico, infine, dovrebbe essere calibrata in funzione dell’apporto calorico totale e, nell’ambito della quantità stabilita, devono essere privilegiate fonti integrali e di grani antichi. Inoltre, valutando le fonti glucidiche, va tenuta in considerazione l’eventuale presenza di prodotti di glicazione (A.G.E.) e di contaminanti come il Glifosato. Tra i micronutientisi devono conteggiare con cura gli apporti vitaminici e di minerali, per evitare pericolose carenze, privilegiando porzioni di frutta e verdura fresche e stagionali e, nelle dietoterapie in cui non possono essere previste, esse andrebbero inserite sotto forma di integrazione. Insomma, scrivere una dieta dimagrante efficace e salutare è un’attività che richiede studio, competenza e capacità, e si devono valutare moltissimi parametri e molti fattori spesso contrastanti tra loro. Perdere peso è semplice, dimagrire in completa salute è una questione completamente diversa.