di Stefania Unida
Secondo alcuni studi discipline come lo Yoga si rivelerebbero molto utili per migliorare la qualità della vita di chi è affetto da malattie neurodegenerative. La sclerosi multipla (SM) è una patologia autoimmune del cervello e della spina dorsale: i sintomi comuni includono stanchezza muscolare, intorpidimento e dolore, perdita dell’equilibrio e coordinazione, torpore e tremito agli arti, disturbi del linguaggio, della vista e alla vescica, perdita della memoria a breve termine, diminuzione della concentrazione, senso di fatica superiore al normale. Nei casi più gravi, una persona può diventare cieca o restare paralizzata. Sebbene l’esatta causa dell’insorgenza della SM rimanga un mistero, molti esperti ritengono che inizialmente si manifesti come reazione immunitaria a un invasore – forse un virus – che in seguito si trasforma in attacco contro il corpo stesso. Le principali terapie sono di due tipi: immunomodulanti (glatiramer acetato – copolimero 1); interferoni (beta 1a o beta 1b) e immunosoppressori (Novantrone). A queste recentemente si è aggiunta una terza categoria farmacologica, quella degli anticorpi monoclonali, dei quali attualmente approvato è il natalizumab. Sebbene non si tratti di sistemi di cura definitivi, risultano comunque piuttosto efficaci nel rallentare se non arrestare il decorso naturale della malattia. Numerosi invece i trattamenti atti a ridurre l’incidenza e la severità degli attacchi. Negli ultimi tempi, molta attenzione è stata posta da parte dei media sull’efficacia che sembrerebbero avere sulla malattia alcuni tipi di medicina alternativa e in particolare la meditazione orientale.
Basta cercare sulla rete “Yoga e sclerosi multipla” per rendersi conto che non si tratta solo di mode del momento. In particolare, la rivista Lancet Neurology ha pubblicato un editoriale sull’utilità dello Yoga in varie malattie neurologiche, fra cui questa. Le conclusioni dell’autore, Adrian Burton, suggeriscono che, nonostante manchino prove scientifiche solide dell’efficacia di questa pratica, non c’è motivo di sconsigliarla ai malati che ne possono trarre beneficio come terapia complementare a quelle tradizionali, mentre è doveroso eseguire ricerche accurate per comprenderne meglio gli effetti. Ma perché lo yoga dovrebbe avere effetti così positivi? Esistono vari tipi di Yoga, anche molto diversi fra loro, ma tutti possono essere considerati come un misto di esercizi di meditazione, controllo dell’attività della respirazione e esercizio fisico, il tutto arricchito da componenti filosofiche e spirituali. In alcuni studi è stato osservato che la pratica dello Yoga può essere efficace per affrontare alcuni problemi, come deficit di elasticità e di equilibrio ma anche l’ansia, la depressione e l’assenza di concentrazione. Alcuni di questi, si possono presentare in vario modo nelle persone con sclerosi multipla. Ma non solo. Uno studio americano, pubblicato sulla rivista International Journal Yoga Therapy, ha esaminato gli effetti di 4 mesi di pratica Yoga su 24 persone affette da SM. Dai risultati è emerso che la metodica può avere un impatto positivo non solo su alcune funzioni fisiche ma anche sulla qualità di vita dei malati di Sclerosi Multipla, aprendo la strada a ulteriori approfondimenti sulla questione. Numerosi siti dedicati a questa pratica concordano nell’affermare che per le persone con SM, oltre a seguire le terapie, è fondamentale curare il proprio stato di salute generale e definire un regime di attività fisica adeguato. Tanto più che ormai le moderne tecnologie hanno reso possibile praticare questo tipo di disciplina anche da casa. Un esempio per tutti: il sito www.lascimmiayoga.it realizzato da Sara Bigatti, insegnante di Vinyasa Yoga a cui abbiamo posto qualche domanda.
Come è nata l’idea di un sito dedicato allo yoga?
Volevo un mezzo che mi permettesse di condividere diffusamente la pratica dello Yoga e internet mi sembrava il modo più semplice. Dal sito si può scaricare il corso base per iniziare a praticare e si può consultare il blog per approfondire argomenti sempre relativi allo Yoga. Ho anche un canale You Tube (www.youtube. com/user/la scimmiaYoga), dove pubblico regolarmente delle lezioni in cui utilizzo un metodo di insegnamento messo a punto grazie ai fruitori del mio canale che mi hanno indirizzato verso un tipo di comunicazione che tenesse conto delle differenze tra una lezione dal vivo e una registrata. Il prossimo passo sarà quello di registrare dei brevi tutorial su posizioni o tecniche che richiedono spiegazioni più dettagliate.
Da quanto tempo insegna yoga?
Sono una grafica e da circa 10 anni vivo e lavoro viaggiando per il mondo. Prima di buttarmi nell’avventura dell’insegnamento dello Yoga, ero solamente alla ricerca di una maggiore conoscenza, che mi permettesse di approfondire la mia pratica. Spinta da questa motivazione, ho iniziato un percorso di formazione come insegnante, senza però avere in mente di far diventare lo Yoga la mia professione. Una volta ottenuto il diploma della Yoga Alliance RYT200, ho iniziato con alcune sostituzioni nella scuola dove avevo studiato e, a parte la tensione dei primi momenti, ho capito che insegnare rendeva il mio rapporto con lo yoga ancor più completo e bello.
Come definirebbe lo yoga?
La parola Yoga significa “unione” tra mente e corpo, che si intraprende con questa disciplina. Non semplicemente un’attività fisica, ma un percorso rivolto al raggiungimento di uno stato di pace. Una ginnastica per il corpo che fa bene anche alla mente.
A chi va consigliato lo yoga?
In un testo classico dello Yoga (Hatha Yoga Pradipika) è riportata la frase: “Tutti possono fare Yoga con successo, tranne i pigri”. Lo Yoga è una disciplina adatta e che porta benefici a tutti. Le sue mille sfaccettature, i suoi vari stili, offrono a chiunque la possibilità di trovare l’interpretazione che più gli si addice. Alcuni possono essere alla ricerca di una maggiore quiete e altri di un modo più fisico per esprimersi: lo Yoga offre a tutti un differente livello di pratica.
Secondo la sua esperienza lo Yoga può aiutare davvero chi è affetto da malattie neurodegenerative?
Negli anni sono stati svolti molti studi a riguardo, che ne hanno confermato i benefici. Non essendo un medico, non mi voglio avventurare in spiegazioni scientifiche ma, basandomi sulla mia esperienza, so che lo Yoga può aiutare a migliorare la coordinazione nel movimento, la sensibilità articolare, la capacità di equilibrio e la flessibilità. Inoltre conoscere e accettare i propri limiti è una costante che un paziente con Sclerosi Multipla deve imparare a capire ed è anche un principio importante nella pratica dello Yoga. Si tratta di un lavoro sottile, che richiede sia pazienza che amore. Dobbiamo saper gestire la nostra paura di sbagliare e trovare la fonte di energia per credere sempre nelle nostre capacità. Per fare ciò è importante avere chiaro in mente un obiettivo, un proposito da realizzare. Questo in sanscrito viene chiamato Sankalpa. Il mio consiglio è di visualizzare nel modo più realistico possibile sé stessi o la situazione che ci si è posti come obiettivo e pensarla come una realtà già realizzata e vera. Bisogna tenere sempre con sé quest’immagine e se si medita, ripeterla nella propria mente.
Questo è un mezzo potentissimo per eliminare dubbi e ostacoli che spesso aggiungiamo da soli al nostro percorso. Come ha fatto Eric Small di cui vi sonsiglio di leggere la storia sul sito www.yogams.com/. A Eric fu diagnosticata la SM all’età di 22 anni e incominciò subito a praticare Iyengar Yoga. Oggi è un insegnante famoso e ha realizzato una tecnica appositamente studiata per questa malattia.