Sciogliere i dubbi per scegliere il siero

A cura di Gloriana Assalti, Farmacista e Cometologa

L’industria cosmetica, durante la Pandemia, è stata una delle poche a non segnare punti al ribasso. Statistiche alla mano, sappiamo che gli italiani, specialmente durante il lockdown, hanno investito massicciamente in prodotti di bellezza. Secondo gli analisti del settore i motivi sono diversi: da un lato un più assiduo ricorso all’e-commerce, il fatto poi che inizialmente tra i pochi esercizi commerciali aperti vi erano le farmacie e infine una maggiore attenzione alla propria pelle. Un rinnovato interesse per lo stato di salute del proprio aspetto dettato sia dai tanti appelli televisivi al “non lasciarsi andare” nei periodi di isolamento forzato, sia da una più assidua visione del proprio volto a causa dell’utilizzo prolungato di webcam, necessarie per il telelavoro e per rimanere in contatto con amici e parenti attraverso le video chat di gruppo. Ciò ha consentito un minimo di socialità anche nei momenti più duri, così anche l’individuo più trascurato, ha finito col cedere alle attrattive del marketing cosmetico, acquistando e in molti casi utilizzando per la prima volta, formulazioni specifiche per le esigenze della cute stressata dalla mancanza di luce, o dall’uso assiduo dello schermo. Non sempre però, si è a conoscenza delle caratteristiche di cui tener conto quando si fa una spesa del genere. Soprattutto, a emergere dai dati messi a disposizione dagli attori del mercato di riferimento, la confusione nella scelta tra una crema e un siero quasi come se l’utilizzo della prima escludesse quello del secondo. In realtà se dovessimo dare una definizione semplicistica di siero, potremmo affermare senza tema di sbagliare, che questo è un “aiutante” della crema, quindi non un’alternativa ma un potenziatore della propria beauty routine o comunque un “complementare” a essa. Il siero viso si presenta con una texture leggera, liquida o in gel ricca di attivi concentrati come vitamine, antiossidanti, peptidi, cellule staminali vegetali, acido ialuronico, aminoacidi o altre sostanze dermatologicamente testate per essere biocompatibili con l’epidermide. Essendo molto concentrato, poche gocce riescono a fornire un’ottima attività funzionale, si assorbe con rapidità e gli emollienti sono generalmente leggerissimi in modo da rendere vellutato e stendibile il prodotto. Quindi un siero contiene solo sostanze attive importanti in percentuali considerevoli, con pochi grassi preferendo gli esteri e gli oli leggerissimi. I cosmetologi sanno quanto sia potente l’azione dei sieri che, grazie alla microcomposizione delle particelle (non superano i 0,005 micron), varcano la soglia dell’epidermide per arrivare nel derma superficiale, anche grazie alla microincapsulazione ( vedi liposomi, nanosomi). Il prodotto, si applica mattina e sera e non dovrebbe mai sostituire le creme ma agire in sinergia con esse in quanto queste ultime sono formulate, quasi sempre, per agire sull’epidermide. La credenza secondo cui la pelle deve respirare è un mito da sfatare: la cute non è un organo respiratorio, quindi è impossibile “soffocarla” mettendo insieme siero e crema, e non c’è rischio che si crei così un’azione occlusiva. Ma in che modo il siero raggiunge il derma? Per capirlo è necessario rispolverare il concetto di Biodisponibità. Usato fino a poco tempo fa solo negli studi di farmacologia, questo termine indica la quantità di prodotto assorbito attraverso la pelle e che quindi risulta disponibile per svolgere la sua funzione. Da formulatrice quale sono, posso dire che la difficoltà nel mettere a punto un cosmetico, sta proprio nel fare in modo che i principi attivi desiderati attraversino la barriera cutanea, che respinge l’assorbimento delle sostanze non affini. Per comprendere come i principi attivi possano penetrare, è importante studiare la chimica delle molecole, analizzando alcuni parametri: 1) Affinità, le sostanze liposolubili sono assorbite più facilmente di quelle idrosolubili; 2) Dimensione molecolari: le sostanze di grandi dimensioni, come a esempio l’acido ialuronico e il collagene non riescono a superare la barriera cutanea rimanendo in superficie (oppure devono essere idrolizzate); 3) Fluidità: una molecola fluida a temperatura corporea viene assorbita dalla pelle più facilmente;
4) Ionizzazione le sostanze ionizzate hanno una capacità di penetrazione ridotta.
A seconda dell’azione del siero, cambia la sua composizione. Quelli a effetto tensore sono costituiti da Acido Ialuronico con i suoi 3 Pesi Molecolari: PM alto per avere un effetto immediato distensivo delle rughe, PM medio per favorisce la ritenzione d’acqua negli strati superficiali della pelle e PM basso per permettere una idratazione profonda e ridonare elasticità e tono al viso. I sieri a effetto liftante possono contenere invece Resveratrolo puro all’1% che attiva le sirtuine, proteine della longevità cellulare, per un effetto anti-età; Acido Ialuronico a medio e basso PM per un micro riempimento immediato e come rigenerante anti-età; Polimeri per un’azione liftante immediata; Gluconolattone: per affinare la grana della pelle. I sieri a effetto antiossidante, dal canto loro, sono solitamente a base di estratto di ginseng, tonificante e ri-energizzante; concentrati di sostanze bio-naturali vive come il succo del melograno per la sua azione antiossidante e gel di aloe per un’intensa idratazione. I sieri a effetto anti-aging sono invece costituiti da Peptidi biomimetici proteinosimili che, in base al numero di amminoacidi presenti, potranno avere un effetto ”botox-Like” con effetto tensore, oppure stimolare la produzione di collagene ed elastina agendo qu sui rilassamenti e i cedimenti cutanei, migliorandone la compattezza. I sieri a effetto ristrutturante, invece, contengono Peptide-4 Pro-collagene (caproolyl tetrapeptide3) un complesso contenente una sequenza attiva di tre amminoacidi: glicina (G), istidina (H) e lisina (K). Questa sequenza è nota anche come tripeptide GHK. Si tratta di un peptide biomimetico, che si trova naturalmente nel corpo umano che agisce sulla biosintesi di nuovi tessuti cutanei. Svolge l’attivazione della riparazione tissutale, la stimolazione della biosintesi del collagene, l’attrazione delle cellule immunitarie, stimola l’angiogenesi e ha effetti anti-infiammatori e antiossidante. Infine i sieri a effetto lenitivo contengono acido Boswellico che possiede ottime proprietà lenitive e rimodula l’elasticità della pelle inibendo le Elastasi e contestualmente stimolando i Fibroblasti. Naturalmente, da quanto detto, si deduce che avere una competenza qualificata nell’ambito dei cosmetici non è poi così semplice e forse, la confusione comune a molti consumatori è giustificata. Fortunatamente, se anche si è compiuta la scelta sbagliata e si è optato per il prodotto non proprio indicato per le finalità che si volevano ottenere, è possibile rimediare. Sta però al medico o al farmacista, indicare la formulazione migliore per le esigenze di chi gli chiede consiglio e per farlo occorre imprescindibilmente essere al passo con la scienza e approfondire lo studio delle cosiddette novità.