Quando si può parlare di cuoio capelluto sensibile?

Circa il 40% degli uomini e il 60% delle donne affermano di avere un cuoio capelluto sensibile, che presenta sintomi come prurito, pizzicore, sensazione di bruciore e fastidio. Si tratta di affermazioni spesso superficiali che, quando riferite al medico, possono a volte fuorviare il suo approccio per una giusta diagnosi, rendendo più complesso decidere la terapia. A chi sventola il termine “sensibile”, quasi come fosse una qualità, bisognerebbe spiegare che un cuoio capelluto con questa caratteristica possiede una soglia di tollerabilità inferiore rispetto al resto della popolazione; ciò determina l’instaurarsi di una reazione infiammatoria anche in risposta a stimoli irritanti di bassa intensità. Il motivo di questa condizione è legato a una scarsa funzionalità della barriera cutanea protettiva che può essere provocata da numerosi fattori come stress, inquinamento, brushing e uso di shampoo aggressivi. In realtà, fatte le dovute premesse, non è raro che la zona del capo, e del cuoio capelluto in particolare, possa andare incontro a fenomeni di sensibilizzazione, così come avviene per la pelle di tutte le parti del corpo fortemente innervate e vascolarizzate quando sono esposte all’azione di agenti esterni. Superfluo ricordare che, essendo solo un’area speciale della pelle, ha la stessa costituzione a più strati: epidermide, derma e ipoderma. A livello dello strato più superficiale la funzione barriera è garantita dallo strato corneo e dal film idrolipidico e la sua efficienza è legata a meccanismi complessi e finemente regolati cui concorre anche la presenza di un nutrito microbiota. Oltre al suo compito di protezione ha anche la capacità di trattenere acqua e altri elementi, svolgendo così un importante ruolo nella termoregolazione, impedendo l’eccessiva dispersione di calore. Nel derma si ritrovano numerose ghiandole sebacee e i follicoli piliferi oltre a cellule immunitarie come i mastociti o i macrofagi. Al di sotto, il tessuto connettivo, è formato da uno strato sottocutaneo di adipe e da tessuto fibroso, contenente i nervi e una ricca rete di vasi sanguigni. Ancora più in profondità si trova l’aponeurosi epicranica (galea aponeurotica), tessuto fibroso duro e denso che si estende dal muscolo frontale all’occipitale. A rafforzare il sistema di difesa c’è uno strato di tessuto connettivo areolare, costituito da fasci di collagene, ricco di glicosaminoglicani e fibre, che separa i tre strati superiori e il periostio delle ossa del cranio. La particolarità che rende differente il cuoio capelluto dalle cute delle altre parti del corpo è la densità follicolare in quanto il numero di follicoli per cm², è 300 volte maggiore rispetto a quello, per esempio, di gambe e braccia. Come è noto, ogni follicolo possiede all’estremità inferiore una papilla dermica da cui si diramano dei piccoli vasi sanguigni che apportano nutrimento e cellule del sistema immunitario. Le fibre nevose avvolgono il follicolo fino a formare una sorta di “collana” nervosa, che si irradia nelle zone periferiche. Maggiore è la densità follicolare e la grandezza del follicolo, più l’innervazione delle zone circostanti sarà importante. Sono le terminazioni nervose libere, responsabili della percezione del dolore, all’origine del pizzicore, delle sensazioni di bruciore e di prurito, che giocano un ruolo fondamentale nella percezione della sensibilità e dell’infiammazione. Su queste terminazioni nervose, infatti, sono presenti dei recettori termici TRP, responsabili dell’insorgenza del prurito in quanto, alcuni sensibili a stimoli “caldi”, e altri a stimoli “freddi”. La risposta infiammatoria che si verifica sul cuoio capelluto può essere scatenata da microorganismi (virus, batteri, parassiti o funghi), fattori fisici (traumi, calore, freddo, irradiazione), chimici (tossine, veleni, acidi, cosmetici), corpi esogeni meccanici (spazzole, graffiamenti). Questa lunga premessa ci ha permesso di mettere in luce l’importanza del cuoio capelluto, ma non ci ha dato un quadro clinico relativo alla sua sensibilità. Importante, quindi, è sapere se il soggetto ha già accusato fenomeni di sensibilità in altre parti del corpo dopo l’uso di prodotti cosmetici, tipiche di una pelle sensibile: prurito (25% dei casi), pizzicore (13%); bruciore e dolore (2%), perché le stesse reazioni cutanee potrebbero presentarsi anche sul cuoio capelluto. Attenzione però a una sostanziale differenza tra l’entità dei sintomi. In tutti i soggetti, un agente irritante o allergizzante può comunque determinare una reazione attivando il normale processo di difesa cutanea, ma solo nei soggetti con il cuoio capelluto realmente sensibile questa reazione può aggravarsi determinando una reazione infiammatoria importante, in cui la la sensazione di disagio aumenta e talvolta diventa insopportabile per il forte prurito che l’accompagna. In moltissimi casi, a svelare la sensibilità è un semplice shampoo, la cui formulazione può alterare una funzione barriera già fragile, interagendo con i lipidi cutanei e il microbiota. Ciò facilita l’ingresso di agenti irritanti, che inducono allergie, o risposte infiammatorie e spiega perché come prevenzione o anche in casi di sensibilità conclamata, sia fondamentale rinforzare l’integrità cutanea.