Di Raffaele Soccio
Pochi sanno che Vladimir Il’ič Ul’janov Lenin, colui che fu ispiratore della Rivoluzione d’Ottobre tanto da divenirne insieme a Marx uno dei simboli stessi, trascorse tra il 1908 e il 1910 due periodi della sua vita a Capri. Considerata una delle più belle isole del mondo, in quegli anni Capri era la meta vacanziera preferenziale per nobili provenienti da tutte le parti d’Europa, ma anche per grandi capitani d’industria, per scrittori e luogo di ritrovo per rifugiati politici. Tra questi ultimi, vi era una piccola comunità di esuli russi scappati dopo la fallita rivoluzione del 1905. All’interno di questo gruppo, costituitosi attorno alla carismatica figura del famoso scrittore bolscevico Gorkij, spiccavano alcuni importanti esponenti politici destinati a ruoli di primo piano nella Rivoluzione, da Bogdanov, responsabile della propaganda culturale del Partito socialdemocratico, a Lunacarskij, fino a Bazarov: una cerchia di intellettuali che darà vita alla cosiddetta Scuola di Capri, vero laboratorio di formazione per rivoluzionari basato su una concezione antiautoritaria del marxismo, una pericolosa deviazione dall’ortodossia secondo Lenin. Era l’aprile 1908 quando Lenin sbarcò per la prima volta al molo di Capri. La motivazione ufficiale era che vi si era recato per concedersi un periodo di svago, ma in realtà vi andò principalmente per controllare questi rivali interni. Vi rimase per alcuni mesi per poi tornarvi nel 1910. In quel periodo intrecciò relazioni con la potente famiglia aristocratica Krupp, il cui capostipite fu coinvolto in uno scandalo sessuale proprio sull’isola in seguito al quale si suicidò. A raccontare questo e altri retroscena di quel periodo il libro: “Scacco allo Zar – 1908 – 1910: Lenin a Capri, genesi della Rivoluzione”, scritto da Gennaro Sangiuliano ed edito da Mondadori nella collana Le Scie.