Quando la citologia gioca a fare la grafica

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Durante l’ultimo Dermart si è parlato di un interessante progetto che unisce arte e ricerca medica per facilitare l’esame dei quadri citologici dell’epitelio cervico-vaginale

Dott.ssa Vittoria Lombardo, citopatologo, parassitologo, ideatrice del
progetto Victoria’s cells

Arte, dermatologia e ricerca medica trovano la loro massima integrazione in Dermart, un convegno unico nello scenario della sanità italiana. La dodicesima edizione si è svolta a Roma lo scorso settembre, sotto la regia del dott. Massimo Papi che ne ha consentito lo svolgimento in presenza e in piena sicurezza. L’osservazione di un quadro e di un’immagine al microscopio possono apparire distanti anni luci fra loro. Eppure la natura talvolta crea all’interno dei tessuti umani delle immagini che messe in evidenza dalla tecnologia sorprendentemente somigliano a disegni o a illustrazioni grafiche moderne. è quanto emerge dal progetto Victoria’s cells, che ha trovato in Dermart la sua sede naturale. Ideato dalla dott.ssa Vittoria Lombardo, citopatologo, parassitologo e storico della medicina, che dal 1999 lavora nell’ambito della prevenzione della malattia oncologica. Esperta di lettura computer-assistita, socia GISCI (Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma), collabora per l’assistenza sanitaria in paesi in via di sviluppo, favorendo progetti di prevenzione in loco, attraverso la formazione del personale sanitario e la consulenza citologica on line. Sullo schermo del congresso sono comparse immagini semplici ma originali, visibili solo al microscopio, ricche di analogie tra il mondo cellulare e quello reale, affascinanti e uniche nel loro genere. Quadri citologici dell’epitelio cervicovaginale dalle vaste gamme di forme e gradazioni di colore, cellule che si dispongono sul vetrino casualmente pronte a evocare sagome di animali, di oggetti comuni, di variopinti acquari; mosaici di cellule, morbide e arrotondate se benigne o spigolose e ipercromiche quando dichiarano la loro atipia. Come le nuvole, che disegnano in cielo immagini simili a quelle reali. “La pareidolia cellulare – spiega la dott.ssa Lombardo – rende possibile individuare fra granulociti ed emazie, elementi comuni, ritratti quotidiani con i quali le cellule si alleano per comunicare allo sguardo l’importanza della prevenzione e della ricerca scientifica. Le tante immagini citologiche sono raccolte in un Atlas e assumono anche un ruolo didattico, che cambia il metodo d’apprendimento, unendo arte e scienza medica. Victoria’s cells è stato presentato al Senato della Repubblica e alla Camera dei deputati. Si è tenuta una mostra all’Accademia di Turchia a Roma e tramite l’Ambasciata italiana a Londra è nata una collaborazione col GOSH institute (Great Ormond Street Hospital), a favore della ricerca su patologie oncologiche pediatriche. L’idea progettuale unisce scienza e arte in un linguaggio polifonico dai significati universali, rappresenta il desiderio di tradurre il linguaggio scientifico in maniera semplice, di mostrare il binomio di cellule e immagini reali che, in chiave artistica, esaltano la Vittoria della ricerca scientifica che permette all’uomo di sconfiggere la malattia. Il pensiero umano – continua la ricercatrice – si mette al servizio dell’uomo e gli consente di alleviare il senso del greve che la malattia porta con sé per definizione. Un’ originale inno alla prevenzione, l’unica arma che attraverso lo studio delle cellule, porta alla Vittoria sulla malattia. Con l’aiuto della dott.ssa Lombardo, passiamo a illustrare qualche esempio estratto dalla sezione Victoria’s zoo. Un preparato convenzionale che mostra una lamina coesa di cellule pavimentose parabasali circondate da granulociti su uno sfondo di strie mucinose, è un esempio di metaplasia squamosa pavimentosa: le cellule si stendono per coprire una lesione o un insulto dell’epitelio cervicovaginale, come piastrelle che ricoprono il pavimento. La forma richiama una tartaruga di mare col suo carapace formato da scuti uniti tra loro, ogni cellula sembra uno scuto, e nuota serena nel mare della vita. Un preparato convenzionale con cellule cilindriche endocervicali disposte in parte a staccionata, mostra nuclei ingranditi, allungati e ipercromici, citoplasma ridotto e bordi dei lembi a piuma d’uccello. La forma richiama un’aquila dalle ali spiegate, regina dei cieli che vola alta sulla malattia. In un preparato convenzionale che evidenzia un insieme di cellule squamose superficiali e intermedie tipiche, la colorazione orangiofila è dovuta ad effetti paracheratotici. La forma ricorda un piccolo elefante che cerca di guadare un fiume impetuoso, come impetuosa può essere la malattia e per questo bisogna prevenirla. Un altro preparato in strato sottile mostra cellule squamose intermedie e parabasali frammiste a granulociti, molti nuclei nudi o con citoplasma orangiofilo. La forma ricorda un maestoso gallo che impettito affronta gli ostacoli che si incontrano sul cammino della vita. In un altro preparato convenzionale si vede un gruppo tridimensionale di cellule endometriali su sfondo di cellule squamose tipiche. La forma ricorda un gatto sornione che osserva lo scorrere del tempo. Preparato convenzionale con ife e spore micotiche di Candida Spp che coabitano cellule squamose superficiali normali. Questi miceti color rosso mattone si irraggiano tra le cellule, le imbrigliano con le ife provocando prurito. La forma a stella ricorda una stella marina dal colore rosso. Dalla sezione lo sberleffo maligno del Victoria’s cells, estraiamo un quadro citologico su preparato convenzionale di una lesione da Hpv: cellule squamose ipercromiche con marcata atipia dei nuclei e aloni perinucleari.

Il virus è entrato dento le cellule, si è nutrito del citoplasma ed ha intaccato il nucleo divenuto sempre più scuro e spigoloso. La forma ricorda una maschera rituale, un teschio sormontato da corna di montone, usata da alcune tribù per esorcizzare la paura dell’evento infausto della malattia. In un preparato convenzionale si vede un aggregato tridimensionale compatto di cellule endometriali che si schiude per mostrare policrome cellule squamose tipiche cheratinizzate. La somiglianza con il tipico uovo di cioccolato del periodo pasquale è lampante. Nella collezione di vetrini c’è una miscellanea di cellule tipiche dalle forme simili a pesci di molteplici razze rinvenute su preparati convenzionali. Al centro di un fantastico aquario c’è una manta (cellule endometriali tipiche cheratinizzate), sulla destra una tracina con grandi occhi (due cellule paracheratosiche con alone perinucleare), in primo piano una cernia (gruppo di parabasali) e un polipo (cellule intermedie e basali in un coagulo ematico), a sinistra una medusa (granulociti coesi misti a fibrina) e in alto due pesci rossi (cellule basali cheratinizzate). L’ultimo preparato convenzionale che vi mostriamo evidenzia una lamina compatta di cellule squamose intermedie basofile, alcune cheratinizzate che hanno assunto una forma mariana dall’inequivocabile somiglianza e dai piacevoli sensi visivi. Le sorprese non finiscono qui, tante altre immagini, fanno parte del progetto: alcune – conclude la Lombardo – sono state utilizzate come merchandising per raccolte fondi di associazioni umanitarie a favore della prevenzione oncologica e, sempre per questo fine, tanto altro sarà possibile realizzare.