Chi cura la psoriasi nell’Area Grecanica

Nonostante la carenza di personale e le difficoltà del territorio, all’estremità della Calabria si trova un Centro Psocare che assicura le cure a oltre 600 pazienti l’anno.

Quando si vuole descrivere la Calabria è molto comune ricorrere alle parole dello scrittore Corrado Alvaro. Egli definì la sua terra la “regione più misteriosa e inesplorata d’Italia… A inoltrarsi appena fra gli speroni dei monti, sulla striscia del torrente, si vede la montagna che nasce tra la valle animarsi della sua vita segreta, e sembra di udir le voci di tutte le sorgenti che scaturiscono da essa. Si rivelano i paesi coi loro fiocchi di fumo, le voci disperse, i suoni intermessi, la voce soprana delle campane… paesaggi fermati dal pennello di un artista… suoni registrati come echi lontani…”. Quello che colpisce è che questi scritti risalgono a circa cento anni fa, eppure appaiono ancora validi in parte, specie quando si associa il territorio ai suoi trascorsi magnogreci e alle tracce indelebili lasciate nell’arte e nella cultura. L’area Grecanica, è situata geograficamente nella Provincia di Reggio Calabria attorno alla Vallata dell’Amendolea, si estende su un territorio di circa 454 km² di superficie ed è compresa tra il basso Jonio reggino e l’Aspromonte. Essa coinvolge i territori dei comuni di Roghudi, Bagaladi, San Lorenzo, Condofuri, Roccaforte del Greco, Bova, Palizzi e Staiti e la loro nascita è da fare risalire al periodo magnogreco, oppure alla venuta dei bizantini, o ancora in epoca più recente dopo l’invasione della Grecia da parte dei Turchi. Siamo sul versante Jonico meridionale dell’Aspromonte, antico crocevia sul bacino del Mediterraneo, roccaforte culturale rimasta quasi isolata a causa della precarietà storica dei collegamenti e di un entroterra particolarmente impervio. Nonostante il clima arido, l’Aspromonte è una montagna ricca d’acqua, attraversata dalla fiumara Amendolea e da altri torrenti minori, ma l’area Grecanica comprende alcune zone costiere, pedemontane oltre che montane. Il dissesto idro-geologico, la marginalità territoriale, la forte emigrazione, sono state le cause di un graduale spopolamento di queste aree. Molti dei paesi più antichi che sorgevano a circa 15 km dalla costa, su monti di difficile accesso e solcati da burroni, sono stati in gran parte abbandonati dai loro abitanti che hanno preferito scendere al mare, in particolare nella cittadina di Melito Porto Salvo, dove sfocia una delle fiumare più importanti, il Tuccio, che per secoli ha costituito una via di comunicazione tra la montagna e il mare. Questo spopolamento sta lacerando sempre più il tessuto sociale, economico, istituzionale dell’area interna, ma anche il tessuto simbolico, quella parte di vissuto cui le persone fanno affidamento nel sentire l’appartenenza ai luoghi abitati. A essere maggiormente colpiti sono gli anziani, sempre rimasti là o rientrati dopo una vita da emigrati, i giovani in età scolastica, e le donne, baluardo del modello tradizionale di famiglia. Le preoccupazioni non risparmiano l’organizzazione della sanità locale, affidata principalmente al presidio Ospedaliero Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo, nei cui riguardi la popolazione ha recentemente manifestato forti timori a causa dei continui tagli di servizi e reparti. La struttura, infatti, da anni rappresenta un punto di riferimento in grado di garantire un’offerta sanitaria efficace per i circa 60 mila cittadini residenti nell’Area Greganica. In particolare nella dermatologia, che nell’arco degli ultimi anni ha offerto risposte terapeutiche di alto livello, in particolare anche nella cura di una patologia così complessa come la psoriasi. L’ambulatorio è stato riconosciuto come “centro di riferimento regionale per la cura della psoriasi” ed è nato nel 2005, contestualmente all’attivazione del registro PSOCARE. A dirigerlo è il dermatologo Sante Dattola, presidente dell’Associazione Nazionale Dermatologi della Magna Grecia, che nonostante concrete difficoltà assiste in un anno oltre 600 pazienti psoriasici. Attualmente, infatti, il personale medico e paramedico e composto da 4 unità (due medici e due infermieri) mentre un medico e un infermiere sono stati collocati in quiescenza e non sono stati ancora sostituiti. La popolazione dei pazienti psoriasici è equamente distribuita tra lievi moderati e severi e tra questi numerosi presentano una psoriasi artropatica. “Nell’arco degli ultimi anni – ci dice il dottor Dattola – il maggiore afflusso di soggetti con psoriasi è certamente cresciuto a causa delle opportunità terapeutiche legate all’avvento dei farmaci biologici, in quanto prima gli psoriasici erano sfiduciati di tutto e si curavano col fai da te e non frequentavano molto gli ambulatori dermatologici. In base alla nostra esperienza, queste nuove terapie, che danno ottimi risultati terapeutici, hanno riposto nei pazienti una maggiore fiducia nelle cure. Noi usiamo – continua il dermatologo calabrese – tutti i farmaci a disposizione dai topici alla ciclosporina al metotrexate e ai moderni biologici. Tutte le fasce di età sono rappresentate, dai 18 anni in su, abbiamo anche in cura, purtroppo, più di un paziente in età pediatrica”. Le difficoltà vissute all’interno del presidio ospedaliero Tiberio Evoli dalla Dermatologia sono comuni anche alle altre specialità, ciò nonostante “con la medicina di base e con gli altri specialisti – chiarisce Dattola – vi è un ottimo rapporto di collaborazione, tenuto anche conto del fatto che più volte all’anno ci confrontiamo nei numerosi corsi e congressi organizzati dall’ “associazione dematologi della Magna Grecia”. Al centro Psocare si accede tramite prenotazione al cup, e tra la prima visita e le successive decorre circa un mese, ma la visita può essere richiesta anche in farmacia o ad un numero verde dedicato. “La notevole presenza di pazienti psoriasici che hanno sviluppato una implicazione articolare ha determinato una stretta collaborazione con i reumatologi, e insieme ci dedichiamo molto alla cura e allo studio della psoriasi artropatica. Abbiamo inoltre uno psicologo di riferimento cui indirizzare pazienti che hanno bisogno di un eventuale supporto professionale legato all’ascolto delle loro ansie e frustrazioni. Per il resto – conclude con una certa amarezza il dottor Dattola – non ci possiamo permettere il lusso di adottare una filosofia particolare nella presa in carico del paziente, ma possiamo garantire che siamo quotidianamente in trincea e lavoriamo sodo perché i pazienti sono molti e noi siamo veramente pochi”. Che dire, l’Italia della Sanità è anche questa, fatta da tanti piccoli esempi di impegno quotidiano per provare a mantenere alta la qualità dell’assistenza in carenza di risorse e personale.

Ospedale Tiberio Evoli
Via Garibaldi – Melito Porto Salvo (RC)
Aperto tutti i giorni ore 08:00 – 14:00
Prenotazioni
n.verde 848.830.730 – tel. 0965.774177