Protocolli anti-aging per lo sguardo nelle diverse etnie

della Dott.ssa Mariagrazia Patalano, Chirurgo Plastico

Le espressioni del volto sono fondamentali per la comunicazione interpersonale, ma come cambiano con l’invecchiamento dei tessuti?

Diverse ricerche multidisciplinari ci suggeriscono che il proprio aspetto esteriore influenza la percezione di sé stessi, lo stato d’animo, il benessere psicologico e la comunicazione interpersonale(1). In particolare, grande influenza possono avere anche i segni più o meno precoci dell’invecchiamento. Come ben risaputo, la perdita di volume del viso e i cambiamenti della pelle che si manifestano con il passare degli anni sono legati a un insieme di fattori che comprendono: il riassorbimento osseo, la diminuzione dell’elasticità dei tessuti, i cambiamenti dei compartimenti adiposi profondi e superficiali(2). La retrusione dell’osso della rima orbitale e delle ossa zigomatiche porta a una perdita della proiezione anteriore e si evidenzia con una maggiore lassità dei tessuti, con conseguente appesantimento del terzo medio e una sgradevole discesa verso il basso di tutti i compartimenti del volto. Il cambiamento dell’aera infraorbitaria è uno dei primi segni di invecchiamento che porta a identificare un viso affaticato e stanco e nella zona periorbitale può mostrare significative differenze in base alle diverse etnie. Nel caso dei caucasici, troveremo zone ipopigmentate, assottigliamento dello strato corneo della cute che portano a un incremento delle rughe perioculari, diminuzione dell’elasticità, ptosi del sopracciglio, dislocamento del grasso orbitario, discromie e formazione di borse malari. Per quel che riguarda i soggetti di origine africana e gli afroamericani, che hanno tessuti sottocutanei più densi, il riassorbimento osseo e la cute più sottile inducono un maggior scivolamento dei compartimenti verso il basso, rendendo visibilmente l’occhio più affossato. La popolazione indiana tende a sviluppare iperpigmentazione nella zona perioculare e un affossamento della zona orbitaria anche in soggetti mediamente più giovani. Le stesse considerazioni, relativamente all’aging del viso, ovvero riassorbimento osseo e scivolamento dei tessuti, in questa etnia, risultano amplificati dalle proporzioni del volto, che solitamente è più corto rispetto alla popolazione caucasica. Una minor proiezione dell’osso malare, nasale e glabellare, caratteristica dell’etnia asiatica, favorisce lo scivolamento dei tessuti adiposi e la formazione di un solco lacrimale più evidente. Questo significa che il trattamento del solco lacrimale, con fillers a base di acido ialuronico, richiede una maggiore competenza da parte del medico, in quanto sono da tenere in considerazione più aspetti: strutture anatomiche da preservare, come vasi sanguigni e linfatici, e richiede un assessment accurato del paziente prima dell’intervento. Il più delle volte una valutazione per la correzione di quest’area richiede la valutazione e l’eventuale correzione dei volumi della regione zigomatica mediale in quanto nell’invecchiamento o nel dimagrimento si assiste sempre a una riduzione della proiezione di tale regione e questo determina un peggioramento della proiezione del solco lacrimale, che appare più evidente determinando un aspetto stanco e triste dello sguardo del paziente. Per trattare la zona perioculare si suggerisce la combinazione di tossina botulinica di tipo A e di fillers a base di acido ialuronico(3) con proprietà reologiche specifiche e sicure per questo distretto.

A = preperiosteal fat; B = prezygomatic space; C = deep fat pads; D = obicularis oculi muscle; E = superficial fat pads; F = intraorbital fat; G = globe of eye; ORL = orbital retaining ligament; ZCL = zygomaticocutaneous ligament. Illustrations: Rafael de la Fuente, MD.

La tossina botulinica modula la contrazione muscolare e questo facilita la riduzione delle rughe di espressione conseguenti alla ripetitività dei movimenti e altresì concorre all’armonizzazione dell’espressività donando un aspetto più fresco e uno sguardo più riposato e in taluni casi anche meno severo. Mentre l’acido ialuronico offre ottimi risultati nel rimodellamento della regione temporale e sopraccigliare. Per quanto riguarda il trattamento con tossina botulinica di tipo A in questo distretto ci sono innumerevoli studi a supporto della sicurezza, dell’efficacia e della soddisfazione del paziente. Il campo della medicina estetica, infatti, ha sviluppato strumenti per valutare l’effetto dei trattamenti sugli aspetti psicologici e psicosociali dei pazienti stessi. In particolare, due recenti studi del 2019 e 2020 hanno evidenziato l’aumento della soddisfazione dei paziente a seguito di uso simultaneo di tossina botulinica di tipo A e fillers a base di acido ialuronico nel terzo superiore del volto (4; 5). In particolare, nello studio di Rivkin(5), si è dimostrato che il trattamento completo con 64 U registri l’87% dei pazienti trattati come soddisfatti o molto soddisfatti a distanza di 60 gg dall’intervento. Questi risultati, interessanti per la comunità scientifica, sarebbero da condividere con i pazienti nella fase preliminare in cui si registrano le loro aspettative e si definisce il protocollo di trattamento per una regione così importante, come “lo specchio dell’anima”.

Bibiliografia
1. Dayan S, et al. Aesthet Surg J Open Forum. 2019; DOI: 10.1093/asjof/ojz015
2. Coleman SR and Grover R. Aesth Surg J. 2006;26:24-S9.
3. A Prospective, Open-Label Study of Hyaluronic Acid-Based Filler With Lidocaine (VYC-15L) Treatment for the Correction of Infraorbital Skin Depressions Francois Niforos, MD,* Raj Acquilla, MBChB, MRCGP, MBCAM,† Patricia Ogilvie, MD, PhD,‡ Marva Safa, MD,x Massimo Signorini, MD,k Lela Creutz, PhD,¶ Graeme Kerson, BSc,# and Michael Silberberg, MD, MBA
4. Ogilvie P, et al. Dermatol Surg. 2019; 45:689–699.
5. Rivkin AZ, et al. Dermatol Surg. 2020; 46:50–60