Non fare battute su chi soffre d’acne

Durante il nostro ideale viaggio nel mondo della detersione, dopo la pelle secca e sensibile, affetta da dermatiti, eczema e rosacea, oggi parliamo di acne

Uno dei più crudeli aforismi del mitico Totò recitava: “l’unica cura per l’acne giovanile è la vecchiaia”. Evidentemente il comico napoletano, non essendo un dermatologo, non conosceva l’esistenza di una forma di acne cosiddetta tardiva, causata da alterazioni ormonali, che colpisce soprattutto le donne intorno ai 40 anni, caratterizzata da foruncoli e comedoni arrossati in diverse aree del viso, del décolleté e della schiena, che vanno facilmente incontro a irritazioni e infiammazioni. Inoltre, ai tempi di Totò non era ancora del tutto sviluppata la consapevolezza dell’impatto psicologico che l’acne ha su chi ne soffre, soprattutto fra gli adolescenti, e fare battute poteva anche essere socialmente accettabile. Oggi no. Oggi si sa che gli effetti psicologici provocati dall’acne, sebbene ancora sottovalutati pure da molti medici, possono avere conseguenze sociali e relazionali gravi. Generalmente esiste una corrispondenza diretta tra la severità clinica dell’acne e il peggioramento della qualità di vita. Nonostante ciò, molte volte anche manifestazioni cliniche più leggere possono, in soggetti sensibili, provocare uno sproporzionato aggravamento della condizione di vita. Non sono poche, infatti, le forme di acne giovanile che creano imbarazzi e isolamento a chi ne è affetto. Giovani che si vedono diversi e si sentono non completamente accettati dai loro coetanei.

acneCrescendo con l’età, la situazione psicologica può divenire ancor più grave perché subentrano problemi sul lavoro e una diminuzione dell’autostima. Attenti quindi a fare giochi e dire barzellette in presenza di una persona con l’acne, cosa che invece fanno i compagni di scuola quando vogliono insultare e far star male la loro vittima acneica. Nella loro irresponsabile incoscienza, non pensano, infatti, che l’angoscia, l’ansia di avere l’acne, può causare depressione o contribuire ad acuire una depressione latente o un atteggiamento bipolare. Anche per i genitori non è facile accorgersi di quanto succede. Spesso sono proprio loro che tendono a sminuire la gravità clinica della patologia e, inconsapevolmente, utilizzano un tono ironico e scherzoso che lascia profonde tracce nell’anima. Gli esperti consigliano quindi molta attenzione a eventuali sbalzi dell’umore, momenti di tristezza alternati a euforia o scatti d’ira, ma anche a sintomi della sfera alimentare quali l’astenia, l’anoressia o la bulimia, tratti di sonnolenza, ansia e pianto. O anche una improvvisa trascuratezza del proprio aspetto fisico o nell’abbigliamento, un processo di demotivazione e svogliatezza nello studio e sul lavoro. In uno stadio più grave della depressione, potrebbe anche manifestarsi un ingiustificato complesso di colpa sull’origine dell’acne, che porta ad autopunirsi attraverso un comportamento sbagliato, di cui l’acneico è consapevole al punto che viene definito masochismo cutaneo e che consiste nel continuo strizzamento dei brufoli che, quasi inevitabilmente, lascerà macchie e cicatrici. Come dovrebbe comportarsi allora la famiglia, ma anche il dermatologo, nella scelta delle parole e del tono da usare con chi soffre di acne? Qualcuno ha scritto che l’acne è come un serpente che si morde la coda.

Le continue e persistenti eruzioni cutanee provocano vergogna, frustrazione e depressione. Non si esce e si sta di più in casa a guardarsi allo specchio e a torturarsi il viso. Ci si sente inguardabili, inaccettabili e impotenti di fronte a una patologia che, dopo brevissimi periodi di calma, ritorna e spesso in maniera ancora più aggressiva e deturpante. Aumenta lo stress e si mangia nervosamente di tutto e così l’acne peggiora insieme all’umore che diviene pessimo, in un circolo vizioso che si autorinforza. Per interrompere questo perverso meccanismo nell’acneico, è necessario mostrare un atteggiamento positivo, ricco di sorrisi e aperture, innanzitutto guadagnandosi la sua fiducia, non mentendo o sottovalutando la sofferenza che la situazione comporta. Parlare, parlare e ascoltare, senza mai stancarsi. Questo è il primo passo perché egli ci chieda di aiutarlo, per farlo emergere dalla vergogna, infrangendo quella corazza che l’orgoglio può avergli costruito intorno. La cosa cui deve credere per prima è che, nonostante la guarigione sia una strada lunga che richiede tanta pazienza, l’acne oggi è curabile. I tempi potranno non essere brevi, ma per un risultato efficace e duraturo, la sua attenzione ai comportamenti è l’elemento fondamentale. Bisogna che impari a monitorare l’andamento della malattia, se ha mantenuto le promesse e le scadenze, a gioire e riconoscere ogni piccolo miglioramento, consapevole che di fronte a qualche ricaduta ci saranno ancora momenti giù, piccole depressioni temporanee davanti allo specchio.

L’obiettivo è recuperare l’amore verso se stesso, riacquistare sicurezza e autostima, evitando di intraprendere la scorciatoia dell’auto-commiserazione, del piangersi addosso, che non porta da nessuna parte perché innesca il ricordato processo ansiogeno e autodistruttivo. Se, per colpa dell’acne, poi, la qualità della vita relazionale è già molto peggiorata o si è in presenza di sintomi ansioso-depressivi non c’è niente di male a rivolgersi a uno psicologo o a uno psichiatra per ottenere farmaci molto sicuri, capaci di ridurre questi disturbi e non far cadere nella tentazione di provare presupposte terapie miracolose. La fiducia nel proprio specialista dermatologo, infatti, è una delle chiavi di volta della guarigione, che passa anche attraverso una particolare cura nel seguire i suoi consigli nell’ambito dell’alimentazione e dello stile di vita. Non è secondario il ruolo della detersione che contribuisce alla rimozione dell’eccesso di sebo, dei residui di farmaci, e, in alcuni casi, ha un effetto antimicrobico. Fondamentale è sapere se il paziente è in trattamento o meno. Nel primo caso, il ricorso a topici a base di retinoidi o benzoile perossido, che riducono la quantità di lipidi protettivi sulla cute, determina un maggior rischio di irritazione, arrossamento, secchezza e desquamazione. Per questo motivo, in tale situazione, sono consigliabili detergenti associati ad acidi grassi e sostanze idratanti. Un ultimo discorso meritano i trucchi da usare per nascondere l’acne durante la fase della terapia. È infatti consigliabile scegliere fondotinta e cosmetici adatti al tipo di cute, alla stagione e al grado di umidità e magari seguire qualche lezione di “camouflage” per imparare dagli esperti i trucchi per correggere le imperfezioni. Fino a quando l’acne non diventi un brutto ricordo.