Effluvium stagionale e polinucleotidi

del Dott.Giovanni Prussia Medico Chirurgo, GenovaGiovanni

Un trattamento che prevede l’utilizzo di polinucleotidi topici e l’assunzione di integratori alimentari offre nuove speranze a chi lotta contro la caduta dei capelli

Fuori da qualsiasi poesia e romanticismo, i capelli sono solo peli terminali posti in particolari alloggi della pelle, i follicoli piliferi, situati nella parte più profonda del derma (circa 0,6-1 cm). I capelli sono in media 160 – 240 per cm2 ma solo un follicolo su tre è “abitato” da un vero capello, quindi il numero totale dei capelli in un adulto varia da 90.000 a 150.000 e diminuisce via via con gli anni a 60.000 – 100.000. Come è noto, nel follicolo si alternano cicli di crescita e cicli di riposo: anagen, catagen e telogen. La fase anagen dura in media 3 anni nell’uomo e 5 anni nella donna. Considerato che il capello si allunga di circa 1 cm al mese (nella donna può arrivare a 1,5 cm), è facile capire come le lunghezze massime raggiungibili nei capelli possano essere assai differenti nei due sessi.

La fase catagen dura in media 15 giorni. È la fase di progressivo arresto delle varie funzioni vitali e inizia con l’interruzione dell’attività dei melanociti seguita da quella delle cellule della matrice e poi dalla scomparsa della guaina epiteliale interna. Nella fase telogen il capello prima di cadere rimane sul cuoio capelluto per circa 90-100 giorni. È il periodo terminale del ciclo durante il quale il capello si trova ancora nel follicolo pilifero ma in cui le attività mitotiche sono completamente cessate. Ogni volta che un capello in telogen è caduto il follicolo ne forma uno nuovo in anagen con modalità a “mosaico” e ogni follicolo produce il suo capello indipendentemente da quelli vicini. Un’accelerazione del ricambio si verifica tuttavia nella maggioranza degli individui in autunno e in alcuni anche in primavera (effluvium stagionale fisiologico).

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Un tricogramma “normale” indica che: circa l’85% dei capelli è in fase anagen, il 13 – 15% in fase telogen, circa l’1 – 2% in fase catagen. In realtà, quel teorico 13 – 15% di capelli in telogen non è detto che resti costante per tutto l’anno, in molte persone è infatti stata riscontrata una fisiologica caduta autunnale che si traduce nel mese di luglio in un tricogramma con il 30% dei capelli in telogen e solo il 70% in anagen. La caduta dei capelli avviene dopo circa tre mesi dall’inizio della fase telogen e pertanto sarà massima a ottobre (1).

Può essere quindi utile, durante l’inizio della stagione autunnale, adottare soluzioni efficaci che mirino a sostenere il trofismo del bulbo pilifero. Le strategie di cura percorribili naturalmente dipendono dal tipo di caduta, ma in caso di effluvium stagionale sono indirizzate a fornire una efficace azione di stimolo trofico per favorire la proliferazione cellulare e l’accrescimento dell’annesso pilifero. Sappiamo che i polinucleotidi esercitano un effetto trofico di stimolo alla proliferazione cellulare su varie tipologie cellulari tra cui i fibroblasti. I polinucleotidi sono frazioni a basso peso molecolare del DNA, di origine naturale ottenuti attraverso un processo originale e innovativo di estrazione, con purificazione e sterilizzazione ad alta temperatura (Brevetto Mastelli), da pesce destinato a uso alimentare, senza interazione di peptidi e proteine farmacologicamente attive. L’effetto trofico dei PN è mediato dallo stimolo dei recettori A2 purinergici (recettori dell’adenosina) che favorisce l’attività metabolica cellulare. I nucleotidi inoltre favoriscono la via metabolica “salvage” (di recupero) dei nucleotidi in alternativa a quella di sintesi tradizionale ex novo a partire dagli amino acidi. Poiché anche a livello del follicolo pilifero sono presenti i recettori purinergici, appare utile lo stimolo trofico esercitato dai PN (2,3). Recentemente vi sono dati interessanti che riguardano anche l’associazione dei polinucleotidi con LED (6-7) proprio per l’azione di stimolo dei LED sui fibroblasti.

Oltre al fisiologico defluvio stagionale, spesso sono presenti patologie che contribuiscono ad aggravare la caduta dei capelli. L’Alopecia androgenetica è un diradamento progressivo del capillizio caratterizzato da una progressiva miniaturizzazione del follicolo pilifero. Negli uomini può iniziare in qualsiasi momento dopo la pubertà, quando i livelli sierici di androgeni crescono. Nella donna si manifesta con un diradamento dell’area del vertice dove si ritrovano capelli normali assieme a quelli miniaturizzati. L’alopecia androgenetica sia maschile che femminile presenta un caratteristico picco autunnale e talora anche primaverile, pertanto la caduta stagionale con il classico picco dopo l’estate è quasi sempre presente in associazione alle forme androgenetiche. Il Telogen Effluvium invece è una caduta di capelli diffusa a tutto il cuoio capelluto, i capelli cadono poiché si verifica un arresto delle mitosi pilari. Il Telogen Effluvium normalmente si divide in acuto e cronico, in particolare la versione acuta segue a distanza di 2-4 mesi episodi emozionalmente importanti, malattie, parto, particolari terapie farmacologiche, e si manifesta con una importante caduta della durata di due o tre mesi che poi tende ad arrestarsi spontaneamente.

Nel Telogen Effluvium cronico invece la caduta dei capelli dura mesi o anni senza variazioni stagionali e non c’è tendenza alla guarigione spontanea. Numerosi sono gli studi che legano i polinucleotidi a queste patologie, tra cui uno molto interessante presentato in via preliminare nell’Ottobre 2012 “Utilizzo di un prodotto a base di Polinucleotidi nel trattamento dell’Alopecia androgenetica femminile”. I risultati hanno evidenziato: ripristino dei valori normali del tricogramma con incremento dei capelli in anagen e riduzione in telogen nonché una riduzione significativa della caduta dei capelli (Wash Test) (8).

Da tempo è inoltre stato dimostrato che esiste un diretto rapporto fra stato nutrizionale e sintesi delle cheratine dei peli. Una dieta inappropriata può provocare un effluvio e contribuire ad aggravare un defluvium già in atto. L’ipovitaminosi porta ad alterazioni della cheratinizzazione con caduta di capelli in telogen negli stati di carenza, deve essere quindi instaurato un apporto bilanciato di tutte le vitamine e minerali attraverso  l’uso di integratori alimentari. Al fine correggere, stimolare e sostenere la fisiologica ricrescita dei capelli, interessante l’impiego dei polinucleotidi, con protocolli di trattamento interessanti, anche a base di infiltrazioni locali associate a i LED, e sostegno nutrizionale con integratori specifici.  Bibliografia a richiesta

 

Dida: Nel Telogen Effluvium cronico invece la caduta dei capelli dura mesi o anni senza variazioni stagionali e non c’è tendenza alla guarigione spontanea