Poco sole e cadono i capelli alle donne

di Filippo Testa

Secondo la dottoressa Melike Kulahci, tricologa turca, il ricorso al tradizionale abbigliamento nei paesi del golfo arabico ridurrebbe la formazione di vit. D

 

Da sempre scriviamo che il sole può danneggiare oltre che la pelle anche i nostri capelli e dunque, di fronte alla notizia apparsa su diversi quotidiani, abbiamo avuto alcuni dubbi sulla sua attendibilità scientifica.

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Secondo la dott.ssa Melike Kulahci, dell’International Society of Hair Restoration Surgery (ISHRS), fondatrice e direttore medico della Transmed Clinic di Istanbul, sarebbe la carenza di Vitamina D a indurre sempre piu donne a ricorrere al trapianto di capelli nei Paesi del Golfo Arabico, e non il danno da radiazioni solari. Questa affermazione, fatta durante una conferenza a Dubai tenutasi lo scorso maggio, lascia infatti sorpresi vista la costante e duratura presenza del sole in ogni stagione e periodo dell’anno in una delle aree geografiche più calde del mondo. A limitare i benefici legati ai raggi solari sarebbero proprio il tradizionale ricorso al classico velo che copre la testa delle donne arabe e l’abbigliamento che spesso, nascondendola, protegge la pelle in maniera totale dal sole. In altre parole, le donne dei Paesi del Golfo costituirebbero almeno il 30% di quanti si rivolgono agli esperti di trapianto di capelli e questo sarebbe dovuto in gran parte a un deficit ematico della vitamina che più risente della mancanza di esposizione al sole. “Eppure – dice la dottoressa turca – sarebbero sufficienti appena dieci minuti di esposizione ai raggi solari ogni giorno per produrre circa 20.000 unità di vitamina D nell’organismo.

Un’altra motivazione alla base di una più accentuata debolezza dei capelli femminili in queste regioni – aggiunge la Kulahci – andrebbe cercata nelI’acqua utilizzata per lavare i capelli, che non proviene dalle montagne ma dal mare, attraverso processi di desalinizzazione che la rendono un’acqua artificiale e non completa dal punto di vista dei minerali in essa contenuti”. Due ipotesi, perlomeno intriganti, che potrebbero costituire le basi per interessanti ricerche cliniche, ma che oggi spingono chi soffre di alopecia verso I’impianto di nuovi follicoli all’interno di cliniche specializzate nel trapianto di capelli, in Turchia o in Thailandia. “Abbiamo iniziato a curare pazienti provenienti dai Paesi del Golfo otto anni fa – dichiara la chirurga – oggi ne vediamo più di 200 all’anno e all’inizio ero molto sorpresa nel constatare quante fossero Ie donne che venivano da noi per cercare una soluzione al problema della perdita di capelli. Non può essere una coincidenza il fatto che ce ne siano cosl tante: se ti copri e ti nascondi dal sole, questo può accadere”. “La maggior parte della vitamine è coinvolta nei processi metabolici del follicolo pilifero – ci spiega il dott. Daniele Campo, tricologo romano e autore di un fortunato volume sulla Calvizie Comune – quindi sia le carenze che gli iperdosaggi possono condizionare in maniera determinante la salute e l’integrità dei capelli.

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Stati carenziali, specie qualitativi, possono provocare un effluvio, talvolta parzialmente irreparabile. Ma nelle nostre latitudine è difficile immaginare un deficit di vitamina D causato dalla bassa esposizione al sole, da noi sono le diete particolarmente restrittive e squilibrate, che apportino ridotte qualità di vitamine B5 presenti nel lievito di birra, nei cereali, nelle noci e nel tuorlo d’uovo; della vit. B6 prodotta in piccola parte dai batteri intestinali o assunta con la carne bovina, il pesce, il latte e le uova; la vitamina H o biotina, presente in carne, pesce e frutta secca,

coenzima indispensabile per numerose reazioni metaboliche ed essenziale per la sintesi endogena della vitamina C la quale agisce in sinergia con i bioflavonoidi come antiossidanti circolanti; le vitamine E e F di cui sono ricchi l’olio di girasole, di mais e di soia; ma anche gli oligoelementi come lo zinco presente nei fagioli secchi, nella carne e nel pesce, e lo zolfo delle germe di grano; acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6 nel rapporto ideale di 1 a 4; e per finire, grande importanza ha un adeguato livello ematico di Ferro che si raggiunge con un’alimentazione adeguatamente equilibrata di carne rossa, spinaci, carciofi e frutta secca.” Non c’è niente di vero quindi nell’allarme lanciato via stampa a Dubai? “Bisognerebbe avere più informazioni specifiche – risponde Daniele Campo – ma credo che per avere un quadro completo per ogni paziente andrebbero valutate con molta attenzione anche repentine variazioni di peso dovute a diete restrittive e poco equilibrate ma ciò nonostante alla moda, che potrebbero provocare uno squilibrio ormonale nelle donne. Inoltre va ricordato che molte vitamine vengono inattivate dalla conservazione prolungata e dai diversi metodi di cottura dei cibi. Inoltre ci sono altri fattori quali il fumo, la caffeina, farmaci fra cui gli antibiotiotici, che contribuiscono a inibire l’azione e l’assorbimento delle vitamine.” Il dibattito rimane aperto.