Un medico estetico ci racconta in che modo applica i principi della medicina rigenerativa alla zona perioculare
Dott.ssa Elisa Francesconi, Medico e Chirurgo Estetico, Centri medici Bruno Bovani, Perugia
Sono centinaia di migliaia gli italiani che si svegliano ogni mattina con il viso gonfio e le borse sotto gli occhi, a cui si aggiungono sensazioni di offuscamento mentale, scarsa attenzione e tutto ciò che consegue alla stanchezza. A dirlo è un recente sondaggio condotto da BVA Doxa insieme ai ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, l’Università Bocconi e l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, pubblicato sulla rivista Scientific Reports. Inoltre, sebbene gli italiani in media dormano 7 ore al giorno, il 30% di loro giudica il proprio sonno insoddisfacente. A rendere le ore dedicate al dolce dormire poco riposanti, influirebbero tutta una serie di fattori che vanno dall’istruzione (ebbene sì), alla presenza di figli, dalle preoccupazioni per il lavoro sino al fumo di sigaretta. Sta di fatto che, quale che sia la motivazione, come ben sa chi si occupa di estetica, dedicare le giuste ore al sonno e riposare nel modo giusto è fondamentale non solo per una questione di concentrazione mentale ma anche per un fattore puramente estetico. La mancanza di sonno ha infatti importanti effetti, a breve e lungo termine. A parte l’aumentato rischio di pressione alta e ictus, infarto, diabete, obesità e depressione, una prolungata privazione di sonno può causare la comparsa precoce di alcuni segni di invecchiamento come la perdita di tono cutaneo, una carnagione spenta, pallida oppure arrossata. Da anni la ricerca ha evidenziato gli stretti legami tra il sonno e alcuni processi fisiologici che sembrano funzionare meglio quando si dorme, quali il ricambio cellulare cutaneo (che nel sonno accelera fino a due volte la sua portata) e la produzione dei componenti della sua struttura interna, come il collagene e l’elastina. Inoltre oggi conosciamo il meccanismo che porta a sviluppare le occhiaie, le borse e le rughe di espressione la cui comparsa è prevalentemente legata al movimento, volontario o meno, della zona oculare. Gli occhi si stringono per mettere a fuoco, oppure battono più frequentemente per la stanchezza. Che negli occhi e nello sguardo si celi il segreto del nostro fascino è qualcosa che in Medio Oriente si conosce bene, ma il lungo periodo pandemico, e il conseguente uso reiterato delle mascherine, ha fatto entrare prepotentemente la zona perioculare nella nostra agenda di bellezza quotidiana. è innegabile infatti che se si è dotati di uno sguardo giovanile, tutta la persona acquista in freschezza e l’attenzione si concentra meno su altri inestetismi. Un’evidenza che giustifica appieno la maggiore richiesta, da parte delle mie pazienti, ma anche degli uomini, di metodiche per ringiovanire questa zona del viso e le palpebre. Si tratta, va detto, di una parte del volto che meriterebbe maggiore attenzione non solo per la sua valenza estetica, ma perché ricca di terminazioni nervose e fasci muscolari che, di fatto, ci rendono ciò che siamo poiché all’origine delle nostre espessioni facciali. Per questo l’approccio da me preferito è quello della medicina rigenerativa, tesa a ringiovanire in modo naturale, senza ritoccare troppo l’aspetto proprio del paziente e i suoi lineamenti. Per farlo è essenziale tener conto delle caratteristiche fisiologiche di quest’area di intervento la cui pelle è più sottile, delicata e suscettibile ai cambiamenti strutturali. Ciò spiega perché è in queste zone che si determina maggior perdita di compattezza ed elasticità, con conseguente ptosi del tessuto. Fortunatamente, a supporto del professionista, e quindi del paziente, oggi vi sono tecnologie che permettono opzioni di intervento mini o non invasive in situazioni che fino a qualche tempo fa erano difficili da trattare in modo efficace se non con l’uso del bisturi o con interventi altrettanto radicali. La mia esperienza mi ha fatto scegliere un sistema che sfrutta la radiofrequenza monopolare capacitiva (Thermage FLX®), approvato da FDA per il trattamento delle palpebre superiori e inferiori, che ritengo la migliore tecnologia possibile per correggere una serie di inestetismi che vanno dai primi segni dell’invecchiamento cutaneo alla ptosi palpebrale moderata, fino a una ptosi importante (specie in quei pazienti che preferiscono ridurre l’eccesso cutaneo nelle palpebre senza ricorrere a blefaroplastica). Entrando nel particolare, il dispositivo, che è ormai arrivato alla sua quarta generazione a testimonianza sia della sua longevità nel settore (è sul mercato da oltre 20 anni ed è stato usato efficacemente su almeno 4 milioni di pazienti nel mondo) che del continuo rinnovamento a cui è sottoposto, svolge un effetto di ringiovanimento e ri-densificazione dermica anche nelle aree che presentano maggiore lassità come quella delle palpebre superiori che generalmente presentano più eccesso cutaneo delle inferiori. Grazie a un particolare sistema di emissione si crea un gradiente termico inverso, tale per cui l’epidermide risulta essere sempre fredda grazie agli impulsi di raffreddamento che sono alternati all’energia a radiofrequenza, che invece permette un riscaldamento profondo nel derma che è ricco di collagene. Per aumentarne l’efficacia utilizzo una punta di piccole dimensioni (area di 0.25 cm2) che consente di lavorare con assoluta precisione e che garantisce una profondità di penetrazione del calore di 1.1 mm. Questo è un aspetto importante data la sottigliezza della cute nella regione palpebrale. Il riscaldamento profondo genera due risposte: la prima è l’immediata contrazione del collagene, con conseguente effetto tightening; la seconda è l’induzione di una neocollagenogenesi, con conseguente ri-densificazione dermica. Più complicato a raccontarlo che a farlo, grazie a quella che ritengo essere la caratteristica più importante: un sistema di riconoscimento dell’impedenza locale a ogni impulso (tecnologia AccuREP™), che regola automaticamente la quantità di energia da erogare in modo da riscaldare in maniera consistente e uniforme l’area trattata. Dopo l’unica seduta di cui consta il trattamento, che scelgo di eseguire su tutta l’area che va dalla linea cigliare al sopracciglio partendo dal solco lacrimale, non sono necessarie cure particolari sebbene io sia solita applicare una soluzione fisiologica o dell’acido ialuronico per aiutare a lubrificare l’occhio ed eliminare le eventuali tracce residue di anestetico corneale. Non vi è downtime: il paziente può tornare da subito alla sua routine, sebbene vada sconsigliato l’utilizzo delle lenti a contatto nelle 24 ore successive. Il risultato aumenta progressivamente e si apprezza appieno nei 4-6 mesi successivi alla seduta ambulatoriale e persiste per circa due anni e mezzo, sebbene sia possibile rieseguire un secondo trattamento di mantenimento dopo il primo anno, ovvero quando sono ancora visibili i benefici della prima. I miei pazienti si sono detti sempre tutti molto soddisfatti apprezzando in particolar modo l’effetto di riapertura del loro sguardo, che obiettivamente appare più ampio, fresco e luminoso. Infine ci sono due vantaggi non trascurabili: la metodica può essere eseguita in qualunque momento dell’anno senza limitazioni di fototipo e si può, se richiesto, impiegare in sinergia con altri trattamenti per massimizzare i risultati (e.g. fillers, biostimolazioni e laser).