Nel 1940 Fausto Coppi vinse per la prima volta il Giro d’Italia. Lo stesso anno a Roma moriva Augusto Ducrey, dermatologo famoso per i suoi studi sulla lebbra e per aver identificato il microrganismo responsabile del cancroide, più noto come ulcera venerea, cui dette il suo nome, l’Haemophilus ducreyi. Nella sua carriera fu direttore del Dipartimento di Dermatologia a Genova, Roma e Pisa dove ebbe come aiuto un altro famoso dermatologo dell’epoca, Emilio Respighi, fratello del cardinale Pietro, Prefetto di Pio X, di Lorenzo, astronomo, matematico e fisico di fama mondiale, e del noto musicista Ottorino. La famiglia Respighi veniva da Parma ed Emilio vi era nato nel 1860, qui si era laureato e, da allievo del Majocchi, aveva per primo individuato e descritto l’ipercheratosi centrifuga atrofizzante, poi comunemente conosciuta sotto il nome di porocheratosi di Mibelli e Respighi. L’Università di Parma aveva raggiunto un importante ruolo nello scenario nazionale e internazionale e il dipartimento di Dermatologia di Parma era sede di importanti ricerche e lavori. Respighi fu il primo in Italia ad applicare i raggi X nella cura della tricofizia del capillizio, e molto s’impegnò negli studi per l’applicazione della solfoterapia e della crenologia sulfurea in dermatologia all’interno delle Terme di Tabiano. All’epoca in Italia c’era il Fascismo e ci si stava preparando alla guerra contro Francia e Inghilterra. In questo clima di incertezza, ma anche speranza, il Regime cercava tutte le occasioni possibili per esaltare la creatività italica. Così a Parma, nel 1940 si festeggiò il ricordo del tipografo di Corte del Duca Ferdinando, Giambattista Bodoni, che alla fine del XVIII secolo, proprio da questa città aveva diffuso il carattere tipografico che porta ancora il suo nome e che può essere considerato il primo fonte di stampo moderno. Si potrebbe definire la festa, come la celebrazione di un passato usato a pretesto per riaffermare l’epica del nostro Paese, ma in quell’ambiente così positivo per lo sviluppo di una moderna dermatologia, va inserita l’inaugurazione degli stabilimenti di una nuova azienda farmaceutica nazionale. Nel 1940, infatti, apriva i battenti la Savoma Medicinali (SAME), che crescendo, nel tempo, si sarebbe consolidata come una dinamica protagonista sulla scena della ricerca, produzione e vendita di prodotti dermatologici. Agli inizi, l’attività della società si rivolse alla fabbricazione di farmaci per la medicina generale, con prodotti contro la sifilide, la febbre, le infezioni ghiandolari, le epatopatie ma anche il prurito e la scabbia. L’intuizione di successo fu puntare sull’estrazione e la raffinazione dell’agar agar. Come è noto si tratta di un polisaccaride usato come gelificante naturale, estratto da alghe rosse. Nonostante fosse conosciuta da diversi secoli e molto diffusa in Giappone, Spagna e Cile, la fama di questa gelatina divenne mondiale quando il medico e biologo Robert Koch iniziò a utilizzarla come terreno di coltura per la proliferazione e lo studio dei batteri della tubercolosi. Il passo verso l’utilizzo dell’agar agar come ingrediente di alcuni farmaci, a partire dall’Agarina come emulsione lassativa, fu breve. Venne poi l’introduzione nel listino farmaceutico aziendale di diverse altre referenze che si dimostrarono molto utili nel periodo del conflitto bellico. Negli anni successivi il paniere dei prodotti è andato via via crescendo con l’aggiunta di antibiotici, cortisonici, retinoidi, e in più, la registrazione, prima azienda in Italia, di una specialità medicinale a base di metronidazolo per uso cutaneo. Anche in questo caso, il segreto della longevità della Savoma va ascritto a una intuizione che non è mai stata trascurata: rivolgere la propria attenzione al mondo della dermatologia instaurando proficue collaborazioni proprio con gli specialisti della professione, atte a colmare i cosiddetti buchi terapeutici a seconda delle diverse epoche. Il concetto, ancora oggi valido e ben presente è riassumibile nel dare risposte ai pazienti fornendo le soluzioni al medico che li ha in cura. La scelta di questa filosofia di fondo non è certo nuova, perché ha animato fin dalle origini i primi pionieri della farmaceutica. In Savoma questa idea trovò il naturale sbocco nella creazione di una divisione dermo-cosmetica e nella formulazione di prodotti dermatologici e dermocosmetici, venduti esclusivamente in farmacia, da utilizzare, quali veri e propri ausili a sostegno o in abbinamento a terapie farmacologiche oltre che in dermatologia, anche nella chirurgia plastica e generale, e in ginecologia. Uno dei focus principali è sempre stato rivolto alle pratiche igieniche e protettive quotidiane, necessarie alla cura di pelli sensibili o irritate. Grande importanza è stata inoltre riservata alla più completa osservanza delle rigorose norme di qualità che negli anni sono intervenute a regolamentare il settore. A 80 anni dalla fondazione dell’azienda, si può dire che i risultati di queste politiche hanno trovato la loro concretizzazione in un portafoglio di prodotti che si caratterizzano oltre che per l’efficacia, per l’alta tollerabilità dei componenti, la praticità e la funzionalità d’impiego. Senza dimenticare gli standards di professionalità che si riscontrano in una rete capillare e qualificata di informatori medico-scientifici che rende possibile, oggi come allora, un contatto costante e diretto con lo specialista ma anche in una rete distributiva nazionale che consente la facile reperibilità di tutte le referenze a disposizione.