La scoliosi: tutta colpa di zaini troppo pesanti

Ricomincia la scuola e si torna a parlare degli zaini pieni di libri che , pesantissimi, curvano le esili spalle dei giovani allievi. C’è inoltre nei genitori la comprensibile preoccupazione che, lo stare piegati per fare i compiti, possa provocare danni alla colonna vertebrale Le curvature patologiche , e la loro progressività, sono determinate da fattori genetici, di crescita, biochimici, biomeccanici e neuromuscolari. Come orientarsi fra scoliosi, cifosi e lordosi.
Negli ultimi anni lo zainetto scolastico ha definitivamente soppiantato la cartella o la semplice cinta legalibri. Una questione di praticità e di stile che ha trovano nei più giovani un rapido successo. Niente da eccepire se non fosse che da più parti si è lanciato l’allarme per cui , visto il grave peso dei testi scolastici , potrebbe esistere una stretta relazione di causa effetto fra un aumento dei casi di deviazione della colonna vertebrale , imputabili ad alterazioni dinamiche dei muscoli dorsali , e trasporto a spalla dei libri. Si è consigliato di stabilire dei limiti in relazione al tipo di scuola , 4 kg per gli alunni delle elementari e 8 per quelli delle medie, ma , ci sembra opportuno dire che il problema non si risolve con la bilancia ma con una campagna educativa che coinvolga i genitori, gli stessi alunni , i medici scolastici e gli insegnanti.

L’età scolare corrisponde a quella della crescita, e mentre c’è un numero limitato di soggetti affetti da una scoliosi vera di natura idiopatica che in questo periodo appare evidente, molti altri bambini tendono ad essere portatori di atteggiamenti scoliotici , facilmente correggibili, che solo in minima parte evolvono in una scoliosi strutturata. È da questa base che bisogna partire per escludere il ruolo determinante dello zaino lì dove esiste già un problema, mentre la sua influenza, insieme a tanti altri fattori tipici di questa età (sport, atteggiamento durante lo studio, letti e cuscini ecc.) è molto più importante se assume la caratteristica di una asimmetrica, o troppo prolungata, distribuzione di peso sulla colonna vertebrale. Ma vediamo di orientarci fra le più comuni deformità del rachide, spiegando, nei termini più semplici possibili, le differenze fra scoliosi, cifosi e lordosi. È da questa base che bisogna partire per escludere il ruolo determinante dello zaino lì dove esiste già un problema, mentre la sua influenza, insieme a tanti altri fattori tipici di questa età (sport, atteggiamento durante lo studio, letti e cuscini ecc.) è molto più importante se assume la caratteristica di una asimmetrica, o troppo prolungata, distribuzione di peso sulla colonna vertebrale.

Ma vediamo di orientarci fra le più comuni deformità del rachide, spiegando, nei termini più semplici possibili, le differenze fra scoliosi, cifosi e lordosi Per scoliosi si intende una deviazione laterale, permanente, della colonna vertebrale con rotazione dei corpi vertebrali alla quale conseguono gravi alterazioni estetiche e funzionali. Nel quadro di questa malattia è insito il concetto di evoluzione: la scoliosi si aggrava in corrispondenza delle crisi di sviluppo staturale: (quando il soggetto è in fase di rapida crescita) e si arresta nella sua evoluzione quando cessa l’attività delle cartilagini di accrescimento dei corpi vertebrali. La cifosi (il cosidetto “dorso curvo”) consiste nell’ aumento della curvatura fisiologica a livello dorsale riguardo al piano sagittale antero-posteriore mentre la lordosi , a livello lombare. Note fin dagli albori della medicina, risalgono all’epoca ippocratica i primi metodi di trattamento (ricordiamo il famoso “Scanno” di Ippocrate in cui sono compendiati principi meccanici di trattamento ancora oggi attuali). Sappiamo che vi è spesso una ereditarietà nella scoliosi idiopatica e che essa è più frequente nel sesso femminile rispetto a quello maschile con un rapporto di 5 a 1. Circa 6 bambini su 100 presentano deviazioni della colonna che si possono considerare deviazioni scoliotiche. Spesso si tratta di forme lievi che non vengono evidenziate ma alcune di esse saranno indubbiamente evolutive ed è a queste forme che va indirizzato il trattamento precoce, ovvero nella fase iniziale .La malattia insorge ed evolve in maniera subdola, senza dolore e senza alcuna compromissione delle condizioni generali. L’esame clinico per la scoliosi , come ci viene spiegato dal Prof. G. Bartocci (docente presso la Clinica Ortopedica dell’Università di Roma “La Sapienza”) è molto semplice e rapido: sono due minuti di tempo che possono essere utili per tutta la vita. La diagnosi deve essere fatta solo dal medico, ma anche gli istruttori di ginnastica, e perfino i genitori possono osservare con più attenzione il bambino e decidere, in caso di dubbio, di rivolgersi allo specialista.

Il soggetto deve essere a torso nudo, in piedi con le mani lungo i fianchi in modo da poterlo osservare dal lato posteriore; se è di statura bassa è opportuno che l’osservatore sia seduto.
Alcuni segni clinici, all’inizio indubbiamente di grado lieve, possono balzare immediatamente agli occhi :

  • asimmetria dei fianchi
  • slivellamento delle spalle
  • posizione delle scapole

L’obliquità del bacino, che può essere provocata da una asimmetria di lunghezza degli arti inferiori, è più difficilmente identificabile da un profano, mentre è di routine per l’ortopedico che la rileva applicando dei rialzi sotto l’arto , al fine di controllare clinicamente l’entità del suo accorciamento e dello slivellamento .
La seconda fase consiste nel far flettere il soggetto in avanti con le mani unite ed apprezzare eventuali asimmetrie e slivellamenti dei due emitoraci. Si da uno sguardo anche alla parete toracica anteriore per rilevare l’eventuale presenza di gibbo costale, di uno sterno carenato, pectus escavatum, o di qualche alterazione delle arcate costali. Per completare il controllo, si osserva il bambino di profilo, onde poter rilevare, se presenti, variazioni ed alterazioni delle curve sagittali, cioè una ipercifosi o una iperlordosi.
Per evitare di accorgersene troppo tardi, quando ormai la scoliosi si è instaurata, come detto in precedenza, la collaborazione dei genitori e di tutti coloro che hanno modo di osservare i bambini durante le pratiche sportive (istruttori, allenatori, medici sportivi ecc. ) è essenziale.

  • incurvamento laterale della linea risultante dall’unione di tutte le apofisi spinose
  • slivellamento del normale parallelismo tra le due linee congiungenti le spalle alle creste iliache
  • slivellamento di una scapola rispetto all’altra
  • nelle bambine differenza di livello e di volume delle mammelle
  • asimmetria dei “triangoli della taglia
  • eventuale presenza di una sporgenza costale (gibbo costale), ben evidenziabile invitando il ragazzo o la ragazza a flettersi in avanti

Ricordando l’antico detto “prevenire è meglio che curare”, è molto importante che si discuta del peso dei libri o della severità di quei professori che pretendono che ogni alunno abbia con se tutti i propri testi, ma questa polemica non dovrebbe portare a sottovalutare quanto di più la scuola può fare in termini di educazione allo sport ed al movimento armonico, sostituzione di banchi e sedie inadatte e che favoriscono posture scorrette , ma soprattutto con la medicina scolastica ed una diagnostica precoce che porti all’identificazione di tutte le alterazioni vertebrali che si manifestano durante la fase di accrescimento. A ciò deve seguire poi, attraverso un buon rapporto di collaborazione con le Unità Sanitarie di zona, un programma d’intervento il più rapido possibile. Tramite la cinesiterapia e la ginnastica medica, che , sia da sola sia in associazione ad altri trattamenti ortopedici e fisioterapici, può già costituire una prima forma di risoluzione per gli atteggiamenti, le lievi scoliosi ed ipercifosi, si possono infatti ottenere risultati la cui utilità si manifesterà non solo nel momento della crescita, ma si proietterà nel periodo adulto, evitando da grandi, quei fenomeni dolorosi a carico della colonna vertebrale che tanto riducono la qualità della vita e fanno crescere, in termini di costi, la spesa della sanità pubblica.

Le scoliosi, in base alla localizzazione, vengono classificate in:

  • scoliosi lombari
  • scoliosi dorso-lombari
  • scoliosi dorsali
  • scoliosi cervico-dorsali

Inoltre , in base alla causa, vengono classificate in:

  • idiopatiche
  • congenite
  • posturali

Nel caso di cifosi, (dorso curvo), l’osservazione viene eseguita posteriormente, lateralmente ed anteriormente. Posteriormente si calcolano i valori delle “frecce delle curve” cervicale (C7) e lombare (L3) in rapporto alla verticale del filo a piombo tangente alla curva dorsale (figura 6). L’osservazione laterale consente di esaminare l’eventuale accentuazione delle curve della colonna, lo stato ponderale, la eventuale ipotonia dei muscoli addominali. L’osservazione anteriore, facendo flettere il bambino in avanti , mette in evidenza se presente, l’accentuazione della curva.

Le prime tre forme sono quelle di più frequente osservazione. L’evoluzione dell’ipercifosi varia a seconda della natura, della sede, della strutturazione, dell’età del paziente, dell’entità della curva. Il soggetto che si presenta all’esame clinico viene osservato in stazione retta , a torace nudo e necessariamente nell’atteggiamento più naturale possibile, in modo che non assuma posizioni di difesa o di pudore.
L’osservazione viene eseguita posteriormente, lateralmente ed anteriormente.
Posteriormente si calcolano i valori delle “frecce delle curve” cervicale (C7) e lombare (L3) in rapporto alla verticale del filo a piombo tangente alla curva dorsale.
I valori normali di dette frecce oscillano dai 30 ai 50 mm. Nella ipercifosi il valore della freccia cervicale è maggiore di 50 mm. L’aumento del solo valore della freccia lombare indica la presenza di una iperlordosi lombare.

Sport nei soggetti a rischio scoliosi

SI
pallavolo
pallacanestro
calcio

NO
nuoto (in caso di ipercifosi )
danza ( scoliosi )
ginnastica ritmica ( iperlordosi)
ciclismo

Medicina manipolativa

La medicina manipolativa , in particolare l’osteopatia, la chiropratica e la Postural Integration , sono tecniche che vanno prese in considerazione quando si ha a che fare con lievi alterazioni della meccanica del sistema scheletrico, specialmente della colonna vertebrale e del bacino.
Le prime due sono nate più di cento anni in America , la osteopatia nel 1873 con il lavoro di divulgazione svolto da Andrew Still, la chiropratica nel 1895 con l’insegnamento di David Palmer. La differenza fra di loro , è storicamente teorica. Gli osteopati ritengono che sebbene non tutte le malattie abbiano una origine spinale, quasi tutte hanno delle manifestazioni spinali per cui, oltre agli ovvi disturbi di artosi , reumatismi, lombaggine, sciatica nevralgia ecc, possono trovare una risposta nella terapia osteopatica anche disturbi quali l’asma, l’ansia, i problemi mestruali, alcune patologie cardiache e digestive. Il problema è favorire la libera circolazione del sangue con manipolazioni più generali. Per il chiropratico, l’uomo va visto nella sua integrità ed interezza, ma una speciale attenzione è dedicata alla meccanica della spina dorsale ed alle relazioni fra questa e le funzioni neurologiche, muscolari e vascolari. Le vertebropatie, vuoi da asimmetrie strutturali, da azioni riflesse avviate da stimoli nocivi o da sforzi gravitazionali, sono una grave minaccia per il sistema neurologico e le manipolazioni tendono ad essere più selettive e più specifiche, finalizzate a correggere un segmento di colonna vertebrale.
La Postural Integration, più giovane delle altre, è una tecnica di riequilibrio dell’assetto corporeo, centrata sul massaggio profondo del tessuto connettivo e della fascia muscolare, ma mai considerato esclusivamente come un semplice fatto fisico, ma come risultante di una soddisfacente organizzazione della totalità mente-corpo.Il punto di partenza è sempre una attenta lettura del corpo, fondata sul rilievo delle simmetrie, del colore della pelle e di altri parametri, ma anche una valutazione del dato emozionale e dinamico, potenzialmente rappresentato in ogni punto del corpo. La terapia tipo si fonda sul massaggio e sullo studio dei processi emozionali che si sviluppano lavorando sulle rigidità e tensioni muscolari, rielaborati nell’ambito del rapporto terapeuta-paziente. Forte il richiamo alla tradizione reichiana e bioenergetica.