Obesità? Si combatte con la chetogenesi

dei dott.ri Silvia Barrucco ¹, medico-chirurgo;    Mario Marchetti ², farmacista, Ph.D., giornalista;   Massimiliano Marchetti ³, medico-chirurgo;   Marie Vranceanu ⁴ Biologa Nutrizionista

Tre i trattamenti fondati sul processo di chetogenesi che dal 1995 vengono adottati per contrastare il sempre più diffuso problema dell’obesità

La sempre più prevalente obesità nel mondo occidentale, e non solo, pone tra gli studiosi della materia quesiti e prospettive delicati e, per certi versi, drammatici. La condizione di obesità, ma anche di sovrappeso, nella popolazione, assume dimensioni tali da porre riflessioni su quanto sinora la società e la sanità abbia fatto in modo incisivo per contrastare il fenomeno e porre un freno a quella che sta divenendo una vera e propria epidemia inarrestabile. Le complicanze dell’obesità, sulla salute dell’individuo che ne è affetto, sono in gran parte a medio-lungo termine e, proprio in questi ultimi anni, emergono come un elenco lungo e inaccettabile in una società che dovrebbe mirare alla prevenzione primaria delle malattie e avrebbe tutti gli strumenti per farlo. Anche l’approccio terapeutico nutrizionale classico alla condizione di sovrappeso e obesità è spesso insufficiente e inefficace, ancora ancorato ad algoritmi obsoleti, che hanno dimostrato nel tempo tutta la loro debolezza. In un quadro sociale e clinico di questo tipo, una serie di trattamenti volti alla riduzione del peso corporeo e delle masse adipose in eccesso ha cercato di colmare un enorme vuoto nella cura dell’obesità, nonostante tante parole siano state spese sull’argomento e fiumi di inchiostro abbiano lasciato traccia su linee guida inapplicabili. Nello specifico, tre tipi di trattamenti alimentari sono stati inseriti nella pratica clinica dal 1995, tutti accumunati al processo biochimico sul quale si fondano, ossia la chetogenesi, un meccanismo del tutto fisiologico, potenziale in ogni organismo umano, che ha consentito, in un lontano passato, alla nostra specie di sopravvivere in molte condizioni avverse.

Overweight woman with measure tape.

Il più largamente diffuso, adatto anche a condizioni di sovrappeso lieve-moderato, è il “trattamento aminoacidico delle adiposità localizzate”: un percorso nutrizionale di 21 giorni basato sull’assunzione di cibi proteici, ricchi di fibre, ma del tutto assenti di carboidrati e grassi, al fine di poter indurre la chetogenesi fisiologica, che consente la mobilizzazione del tessuto adiposo a scopo energetico, in mancanza di zuccheri. In queste tre settimane si associa l’assunzione di un integratore alimentare di aminoacidi e potassio, ad alto valore biologico; questo è un componente essenziale del trattamento poiché consente un elevato livello nutrizionale, una chetosi efficace ma non patologica e una conservazione quasi integrale del tessuto magro a discapito di quello adiposo che viene letteralmente consumato. Per completare correttamente il trattamento aminoacidico è importante altresì somministrare una giusta integrazione di sali minerali e vitamine, un prodotto erboristico alcalinizzante e un antiossidante a base di Q10, selenio e vitamina E, durante i 21 giorni. Un’altra modalità di somministrazione del pool di aminoacidi e potassio al paziente obeso consiste nell’utilizzo di un sondino naso gastrico, tenuto in sede per dieci giorni. Durante questo periodo di tempo, il soggetto si alimenta con un quantitativo personalizzato di aminoacidici e l’integrazione vitaminica, minerale, alcalinizzante e antiossidante è la medesima del “trattamento aminoacidico delle adiposità localizzate”. In questi giorni di “trattamento con sondino” il soggetto può svolgere una vita normale, secondo sua abitudine. In alternativa, la stessa procedura si può applicare senza utilizzo del sondino, consentendo al paziente di assumere l’integratore di aminoacidi come una bevanda. Questa terza soluzione (chiamata anche “sondino senza sondino”) è indicata per quei soggetti in sovrappeso medio-grave od obesità conclamata che non soffrano di DAI (disturbo d’alimentazione incontrollata). I tre protocolli descritti sono dei cicli di trattamento alimentare, ripetibili. Tra un ciclo e l’altro è essenziale far seguire al paziente, per circa quindici giorni, una dieta ipocalorica, in cui sia presente una variabile quota di carboidrati e di grassi, prevalentemente di origine vegetale. Anche il sostegno psicologico-emotivo al paziente deve essere, come la sua condizione richiede, sempre disponibile e, deve essere programmato sin dall’inizio di presa in carico del paziente anche l’inserimento in un programma di educazione al corretto stile di vita, che faccia comprendere al soggetto quali siano le sue reali potenzialità.

¹Stabilimento Sillene, Terme di Chianciano (SI), consulente scientifico “liposuzione alimentare” (www.liposuzionealimentare.it, staffmedico@liposuzionealimentare.it)
²Professore a contratto presso il c.d.l. in Farmacia – Università di Roma Tor Vergata, consulente scientifico “liposuzione alimentare” (www.liposuzionealimentare.it, staffmedico@liposuzionealimentare.it)
³Specializzando in Chirurgia Generale presso l’Università di Roma “Sapienza” – Policlinico Umberto I consulente scientifico “liposuzione alimentare” (www.liposuzionealimentare.it, staffmedico@liposuzionealimentare.it)
⁴Eurodiet – Romania