Micro Thermal Zone e fototermolisi

A cura della dott.ssa Franca Tantussi dermatologia e medicina estetica – Pisa

Un’intervista a una professionista della medicina estetica per scoprire di più sulla metodica di resurfacing cutaneo con laser frazionale non ablativo La conoscenza delle interazioni biofisiche tra la cute e le varie lunghezze d’onda emesse dalle apparecchiature laser hanno dimostrato notevole efficacia nella correzione dei segni di invecchiamento cutaneo. A partire dall’originario laser chirurgico ablativo con sorgente laser CO2 degli anni novanta, allora punto di riferimento fondamentale per contrastare l’invecchiamento cutaneo crono e fotoindotto, da qualche anno la ricerca ha portato alla realizzazione di moderni sistemi laser non ablativi ugualmente efficaci ma privi delle problematiche legate alle possibili complicanze e al lungo periodo post operatorio spesso difficile da gestire (downtime). Oggi a farla da protagonista infatti sono le nuove metodiche di ringiovanimento laser assistito del viso che in questi ultimi anni si sono orientate nella direzione delle varie metodiche laser frazionali non ablative. Per saperne di più abbiamo posto qualche domanda alla Dr.ssa Franca Tantussi, medico estetico.

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Ci può chiarire l’indicazione principale e che cosa si intende con il termine di Resurfacing Frazionale non ablativo?

Come è noto, l’invecchiamento cutaneo cronologico e fotoindotto comportano una serie di alterazioni strutturali dermo epidermiche che si manifestano con la comparsa e accentuazione di rugosità, discromie, solchi, fino alla perdita del tono cutaneo più evidente a livello del terzo inferiore del viso. Il resurfacing attraverso fototermolisi frazionale non ablativa è un trattamento in cui molteplici microtunnel di energia emessi da una sorgente laser a diodi distribuiti da uno scanner sulla superficie cutanea determinano micro danni termici canalicolari di natura coagulativa (detti Micro Thermal Zone – M.T.Z.) a livello della struttura dermica papillare e reticolare rispettando l’integrità anatomica dell’epidermide in misura superiore al 50%.

In base alla sua esperienza quali sono le caratteristiche ottimali per un laser adatto a questo trattamento?

Tra i tanti in circolazione io ne preferisco uno avente una lunghezza d’onda di 1470 nm, considerabile a tutti gli effetti un laser non ablativo a differenza dei laser chirurgici classici (CO2 10600 nm o Erbio 2940 nm) molto più alti sulla curva di assorbimento dell’acqua creanti un’asportazione micrometrica della superficie epidermica interessata determinando un periodo di recupero più importante.

Come agisce questo laser a livello della struttura dermo epidermica?

La sorgente diodica del laser sviluppa attraverso un sofisticato e versatile sistema scanner frazionale incorporato nell’unità laser dei microfasci energetici di circa 200 micron che determinano micro danni termici canalicolari (M.T.Z.) quasi invisibili ad occhio nudo circondati da aree integre di tessuto sano dalle quali si innesca velocemente il processo di guarigione. L’epidermide è interessata da un processo di coagulazione non ablativa a cui segue una microesfoliazione con riduzione delle alterazioni superficiali quali fini rugosità e discromie. L’insulto frazionale termico sul derma papillare e reticolare induce un aumento di temperatura con edema, shrinkage delle fibre collagene a immediato effetto tightening del tono cutaneo, liberazione di mediatori chimici, proliferazione di fibroblasti, molecole della matrice dermica e fibre collagene. Segue la fase di rimodellamento caratterizzata da maturazione di nuovo collagene e fibre elastiche che dotate di maggiore forza tensile migliorano il tono cutaneo in modo durevole.

Quali gli effetti visibili sulla cute?

La fototermolisi frazionale agisce sul ringiovanimento globale del viso, del collo, del decolleté e delle mani; migliora il tono, la texture e il colorito cutaneo, riduce le rugosità e le discromie superficiali migliorando l’aspetto generale del volto. Una ulteriore interessante indicazione sono gli esiti di acne sia cicatriziale che in fase di attiva, trattabili con lo scanner frazionale in sinergia con l’uso della microfibra ottica endotissutale applicabile al medesimo device. Il trattamento è minimamente fastidioso, di breve durata, non richiede anestesia e non necessita di medicazioni post-operatorie. Dopo il trattamento la cute presenta un lieve eritema che si risolve in poche ore, edema transitorio e comparsa di microscopiche zone puntiformi lievemente pigmentate soprattutto in presenza di pigmentazioni e lentigo che tendono a una esfoliazione poco visibile nel giro di pochi giorni. Segni facilmente trattabili con camouflage.

Quali sono i vantaggi di questo tipo di laser rispetto ad altri frazionali?

Il vantaggio sostanziale consiste nella possibilità di personalizzare il numero di sedute in base all’inestetismo da trattare e alle specifiche esigenze del paziente. Grazie alla versatilità dei parametri di frazionamento – energia erogata in millijoules, durata d’impulso in millisecondi e densità % di scansione – si possono variare sostanzialmente il diametro e la profondità delle micro zone termiche (M.T.Z.) interessanti l’epidermide e il derma attraverso diversi protocolli guidati dal software del device oppure in modalità completamente manuale a discrezione dell’esperienza dell’operatore. Sicuramente fondamentale è la densità di M.T.Z. per cm2 che può essere variata accrescendo il numero dei microtunnel con conseguente innalzamento della percentuale di cute trattata e riduzione del numero delle sedute da eseguire. Nonostante le minime dimensioni, la forma e la dimensione del frazionamento variano da 5 fino a 14 mm di cute, per potersi meglio adattare alle diverse zone anatomiche del viso e del collo, ma anche sul corpo nel trattamento delle smagliature dove è sempre più attuale e riconosciuta l’efficacia dei laser frazionali non ablativi. È inoltre variabile il numero di ripetizioni di impulso sullo stesso pixel (cosiddetto stuck), il tempo di durata dell’impulso e della pausa che intercorre tra i singoli pixel può essere più o meno breve in base alla sensibilità soggettiva del paziente. La modalità di scansione casuale (random) agevola ulteriormente la tollerabilità del trattamento. Il laser da me utilizzato è inoltre dotato di un software intuitivo basato su un programma guidato di ringiovanimento in cui i parametri sono pre impostati in base al distretto facciale da trattare oppure con un programma personalizzabile da parte dell’operatore medico.

Bibliografia a richiesta: info@tantussiskincare.com

aledopoaton prepost Due prima e dopo il trattamento con il sistema laser mini frazionale Aton.

cupelliprimaaton prepost

DPC

Una visuale dello schermo di controllo del laser e una schematizzazione dell’azione del laser sulla pelle.