Mesoterapia e cellulite: una lotta che dura 70 anni

La mesoterapia compie 70 anni, ne parliamo con un esperto che ci illustra le sue ultime applicazione nell’ambito della cura della cellulite

Intervista al Dr. Daniele Donnamaria,Chirurgo estetico,
Viareggio – Roma

Ricorre quest’anno il settantesimo anniversario della nascita di una delle più famose metodiche estetiche: la mesoterapia. Era il 1952, infatti, quando il medico francese Michel Pistor in quel di Bray-Lu, un piccolo paese in Val d’Oise, mise a punto la terapia iniettiva intradermica loco-regionale. Inizialmente “sperimentata” per tentare di correggere i disturbi dell’apparato uditivo, l’inoculazione di sostanze medicinali vicino “al luogo della patologia” come affermava Pistor, trovò fin da subito applicazione nella cura di numerose problematiche: malattie dell’apparato locomotore, vasculopatie, affezioni di competenza otorinolaringoiatrica, dermopatie e persino patologie di animali di piccola e grande taglia. Sicuramente, però, l’applicazione per la quale ancora oggi trova larga diffusione resta quella in ambito estetico. Ne parliamo con un esperto, il dott. Daniele Donnamaria, medico estetico che opera a Viareggio e Roma e che da anni la utilizza soprattutto nella cura della cellulite.
Dott. Donnamaria, prima di parlare della metodica mesoterapica ci può delineare il quadro clinico di questo tipo di inestetismo?
Mi permetta di farle un appunto prima di iniziare: da tempo ormai la cellulite non è più ritenuta semplicemente un inestetismo. La pannicolopatia Edemato Fibro Sclerotica, ossia la cosiddetta buccia di arancia, è una patologia tra le più diffuse al mondo che nella sola Italia colpisce circa 24 milioni di donne. Interessa il pannicolo adiposo sottocutaneo, ricco di cellule lipidiche. Semplificando, a questo livello si assiste, a partire dalla pubertà e a seguito dell’azione ormonale, a un aumento del volume delle cellule adipose e, negli spazi intracellulari, all’accumulo di liquidi (residui dei processi biochimici dell’organismo) in eccesso. L’equilibrio del sistema venoso e linfatico è modificato con un rallentamento del flusso sanguigno e una ritenzione idrica da parte dei tessuti. Per cellulite si intende quindi un insieme di alterazioni a livello del tessuto connettivo e di quello adiposo. Uno stato infiammatorio che attraversa diversi stadi, da quello principalmente “edematoso” a quello “fibrosclerotico”, con fenomeni di organizzazione fibrotica dei tessuti interessati. Diversi studi hanno dimostrato la genesi multifattoriale della cellulite, identificando tra le diverse cause le alterazioni del microcircolo, l’azione degli estrogeni sul tessuto adiposo, lo stress ossidativo fino alla componente genetica.
In medicina estetica sono state proposte più tecniche, la mesoterapia, è ancora quella più diffusa?
Nell’ambito della medicina e chirurgia estetica a oggi esistono diverse possibili terapie per contrastare efficacemente la cellulite. Le metodiche più invasive riguardano la cosiddetta “chirurgia del rimodellamento corporeo”, più comunemente nota come liposuzione o liposcultura, che rappresentano due degli interventi maggiormente richiesti in questo ambito. La liposuzione consente di modellare il corpo rimuovendo depositi adiposi non desiderati da aree specifiche come l’addome, i fianchi, i glutei, le cosce, le ginocchia, gli arti superiori, il mento e il collo. La liposcultura è un’evoluzione della liposuzione in quanto utilizza delle microcannule per “scolpire” aree localizzate del corpo. Nei casi in cui non sia indicato il trattamento chirurgico, i metodi semi o non invasivi da poter considerare sono diversi, alcuni dei quali prevedono l’utilizzo di macchinari o la somministrazione localizzata di sostanze che vanno ad agire sui meccanismi responsabili della cellulite: la cavitazione, gli ultrasuoni, la radiofrequenza, l’elettrolipolisi, la crioscultura, la laser terapia, l’ozono terapia, la pressoterapia, il linfodrenaggio, la carbossiterapia e appunto la mesoterapia che è anche la tecnica forse più diffusa.
Come mai?
La somministrazione intradermica di farmaci effettuata tramite sottilissimi aghi, di circa 4-6 mm, appositamente selezionati, appare più vantaggiosa rispetto a quella sistemica: infatti, mentre quest’ultima necessita del raggiungimento di una concentrazione plasmatica minima che garantisca l’effetto terapeutico, attraverso la mesoterapia l’iniezione permette non solo di raggiungere i distretti con una dose inferiore, ma anche di ridurre i tempi d’attesa per far sì che il farmaco espleti la propria attività. La mesoterapia, in sintesi, non necessita concentrazioni di farmaco elevate, e la sua azione, pressoché immediata, si prolunga per alcune ore.
Quali sono i farmaci che lei utilizza per il trattamento?
Nel caso della cellulite i farmaci e le loro concentrazioni variano a seconda dello stadio in cui si presenta. Gli aspetti clinici di questa condizione sono infatti differenti. Esiste una cellulite “molle” o “flaccida”, che colpisce persone di mezza età con tessuti corporei ipotonici o i soggetti che hanno subito importanti variazioni ponderali; è caratterizzata da infiltrati mobili con presenza di noduli sclerotizzati e si localizza preferibilmente all’interno delle cosce e delle braccia. Nella tipologia “edematosa”, invece, è preponderante la componente idrica sotto forma di edema e ristagno di liquidi, soprattutto nelle regioni dei glutei e del bacino, con un aspetto gonfio e spugnoso delle aree colpite. Il tipo “compatto”, a sua volta, colpisce soprattutto i soggetti in buona forma fisica con una muscolatura tonica, la zona interessata è spesso dolente, si localizza sulle ginocchia, le cosce e sui glutei. Quella “fibrosa”rappresenta lo stadio in cui a livello dell’ipoderma e del derma si verificano fenomeni di organizzazione fibrotica del tessuto con evidenti ripercussioni estetiche sulla compattezza della superficie cutanea. Ciò detto, secondo la mia esperienza, si possono utilizzare sostanze ad azione antiedemigena, capillaro-protettiva, sostanze ad azione lipolitica, oppure prodotti che esplichino una azione principalmente tonificante ed elasticizzante sulla cute.
Quali sono i vantaggi pratici e quali i risultati ottenibili?
Prima di tutto non occorre anestesia, il trattamento è indolore e nelle zone trattate si inietteranno piccole quantità di prodotto sottoforma di pomfi in modo da avere un rilascio lento nel tempo e quindi un’azione più prolungata nei tessuti. Possono essere necessarie più sedute, dalle 7 alle 12 con cadenza settimanale. I prodotti attualmente disponibili, permettono di conseguire risultati molto evidenti. Personalmente ne utilizzo uno di ultima generazione (Alidya, Marllor Biomedical Srl) che agisce sui diversi meccanismi patogenetici della cellulite, dalla rimozione degli elementi metallici accumulati nell’interstizio, al miglioramento dell’ossigenazione cellulare, passando per una ristrutturazione della matrice extracellulare tramite catene aminoacidiche. Attraverso l’utilizzo di questo device possiamo migliorare notevolmente il quadro clinico delle pazienti e contrastare l’evoluzione del processo infiammatorio evitando l’insorgenza della sclerosi adiposa. Per ottimizzare il risultato può essere poi utile associare alla mesoterapia trattamenti drenanti e rimodellanti, da eseguirsi lontano dalla seduta.

Il dott. Michel Pistor, ideatore e sperimentatore della mesoterapia.

Vuole aggiungere qualcosa?
Sì, che si tratti dei trattamenti chirurgici o meno invasivi, le tecniche non devono essere mai intese come sostitute di sane abitudini di vita ma integrate a esse per eliminare inestetismi non responsivi alle tecniche tradizionali.
Ci può chiarire quale sono queste sane abitudini di vita di cui parla?
Anche in questo caso mi permetto di allargare un pò la tematica. Le possibili strategie terapeutiche comprendono approcci preventivi, mirati a evitare la comparsa della “buccia d’arancia”, fenomeno caratteristico della ritenzione idrica a livello dei tessuti, fino a interventi mirati al miglioramento di una condizione già insorta, con esiti cicatriziali ed esteticamente evidenti, come nodosità e irregolarità del profilo cutaneo. Il primo approccio da ricercare nel trattamento del processo infiammatorio che sottende alla cellulite è la correzione dei cosiddetti “fattori secondari”, indipendenti cioè da sesso, età o familiarità. Parlo per esempio di uno stile di vita sedentario, il fumo, l’aumento di peso, l’assunzione di estroprogestinici, farmaci, assetto ormonale individuale, patologie concomitanti del microcircolo e della coagulazione, scarso riposo notturno, stati di stress che contribuiscono a modificazioni metaboliche. È dunque indispensabile nonché coadiuvante degli eventuali trattamenti medici e chirurgici intraprendere quello che normalmente si definisce uno stile di vita sano, caratterizzato da una dieta corretta ed equilibrata, un apporto idrico giornaliero soddisfacente, attività sportiva regolare, calo ponderale graduale e mirato, correzione di comorbidità endocrinologiche e alterazioni metaboliche.

Ringraziamo il Dott. Donnamaria per l’interessante esposizione.