Epilazione laser

intervista raccolta da Irina Letti

La ricerca di una tecnologia laser sempre più efficace nella lotta ai peli superflui ha portato allo sviluppo di nuovi sistemi sempre più sicuri.
Quando le metodologie diventano di uso comune, si corre il rischio di dimenticarne la storia e di sottovalutarne i processi evolutivi. Sembra un secolo, ma sono passati solo pochi anni dal 1996, quando l’azienda statunitense Cynosure Inc. presentò le prime apparecchiature dedicate all’epilazione laser. Si trattava sicuramente di una rivoluzione in tale ambito e, per molti colleghi, il laser all’Alessandrite divenne il ”gold standard” per valutare l’efficacia nei risultati come modello di sicurezza per i pazienti. Questo tipo di laser, infatti, permette una trasmissione ottimale dell’energia, è ben assorbito dalla melanina e raggiunge una profondità tale da renderlo ottimale per l’epilazione riuscendo a eliminare oltre l’80% della popolazione pilifera, secondo i dati consolidati da una nutrita letteratura scientifica e soprattutto da una copiosa esperienza in ogni parte del mondo. Da allora molta strada è stata percorsa con l’intento di migliorare sempre più la qualità e la rapidità di esecuzione nei trattamenti e per dare una risposta soddisfacente a tutti i casi più ”difficili” costituiti dai soggetti con fototipo più scuro.

Infatti il problema, fin dagli inizi, si pose con i fototipi più scuri data la prevalenza di melanina concorrente al bersaglio del bulbo pilifero, da cui l’impiego di ulteriori lunghezze d’onda, nello specifico i 1064 nm del Nd:YAG, che persegue l’intento di trattare efficacemente tali casi essendo meno assorbito dalla melanina. È opinione comune infatti che nonostante l’Alessandrite sia in grado di risolvere buona parte dei casi, grazie anche a durate di impulso variabili che rendono l’interazione col laser meno aggressiva per la pelle, quando la concentrazione della melanina scherma eccessivamente il laser, non è più possibile effettuare un trattamento efficace se non a discapito dell’epidermide che rischia di assorbire troppa energia. In questi casi, allora, la scelta di molti operatori si orienta proprio verso il Nd:YAG che consente un trattamento sicuro, a discapito però di un numero ben maggiore di sedute e a una qualità del risultato probabilmente inferiore.

Altro punto problematico della epilazione laser è costituito dalla miniaturizzazione del pelo visibile, verificabile durante il corso delle sedute, a causa di parametri sub ottimali per il paziente, un evento che lo rende sempre più difficile da eliminare. In quest’ottica sono state via via migliorate le caratteristiche tecniche delle apparecchiature, evoluzione che è avvenuta per ottenere diverse durate di impulso e ottimizzare l’interazione e dimensioni degli spot sempre maggiori, oltre che per migliorare l’efficienza di penetrazione del laser per i follicoli più profondi. Tutto ciò per conseguire una riduzione sia del numero delle sedute di trattamento sia della durata delle stesse, con un accettabile risultato nei casi in cui il pelo è, appunto, meno visibile. In definitiva, si è voluto ottenere che una sola lunghezza d’onda fosse in grado di trattare solo una limitata gamma di fototipo e condizioni della pelle.

I risultati eccellenti rappresentano un compromesso su strutture pilifere prese a bersaglio – visibili e di buone dimensioni – in funzione del fototipo dei soggetti trattati. L’Alessandrite si è rivelato una fra le sorgenti più versatili per l’epilazione, ma anche per questo laser esistono casi per i quali i risultati possono essere ulteriormente migliorati. A dirlo non è la concorrenza ma la stessa Cynosure, l’azienda che quindici anni fa immise sul mercato il primo sistema laser ad Alessandrite.
La sua nuova apparecchiatura, Elite MPX, riassume infatti l’esperienza ventennale dell’azienda in ambito medico estetico e si propone di offrire la soluzione ideale per tale tipologia di trattamenti. Grazie a una rivoluzionaria tecnologia, il sistema, combina in maniera sequenziale, in un unico sistema, due lunghezze d’onda: i 755 nm del laser Alessandrite e i 1064 nm del nd:yag. In maniera innovativa, Elite MPX offre la possibilità di impiegare le due sorgenti laser in contemporanea scegliendo per ciascuna i parametri più indicati tra fluenza e durata d’impulso, ovvero modulando i parametri in modo da ottimizzare aggressività e sicurezza di trattamento anche nei casi più difficili (fototipi scuri e peli chiari o sottili).

Nell’ambito dei trattamenti vascolari, si prospetta un considerevole vantaggio legato all’utilizzo contemporaneo di due lunghezze d’onda che raggiungono profondità distinte perché ciò consente di bersagliare strutture di calibro differente e a profondità differenti secondo una scelta di ”miscelazione” delle due sorgenti laser che l’operatore può effettuare liberamente. Si è così voluto creare una piattaforma innovativa e altamente versatile che può offrire un’ampia gamma di applicazioni, dall’epilazione rapida e sicura, al trattamento di problemi vascolari, telangiectasie facciali e agli arti inferiori, lesioni pigmentate, macchie senili, lentiggini e macchie solari. Il sistema è dotato di 8 differenti manipoli, incluso quello da 18mm
capace di trattare un’area del 44% più vasta rispetto al precedente standard di 15 mm. Ciò aumenta la possibilità dell’operatore di adeguare il trattamento ai casi individuali e – considerando la velocità di esecuzione – la possibilità di adottare una frequenza fino a 2 Hertz con lo spot maggiore da 18mm (vale a dire due spot al secondo nell’emissione).

Ne consegue la capacità di trattare vaste zone in tempi molto rapidi, come per esempio la epilazione completa delle gambe in poco meno di mezz’ora. Altra novità del sistema è l’integrazione di un raffreddamento epicutaneo ad aria, controllato direttamente dal laser stesso quando necessario ma operabile anche in maniera indipendente, che permette di ridurre il tempo di trattamento e contenere al massimo lo spazio d’ingombro nello studio medico. Abbiamo chiesto una valutazione al Prof. Santo Raffaele Mercuri, primario dell’Unità Dermatologia e Cosmetologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, tra i primi in Italia a utilizzare nel suo reparto il sistema Elite MPX. ”Nella mia pluriennale esperienza con apparecchiature laser medicali, l’avvento di questa piattaforma multidisciplinare rappresenta un punto di arrivo rispetto all’evoluzione tecnologica nel settore dei trattamenti medici estetici. In particolare per quanto riguarda l’epilazione, un ambito che nel corso degli anni ha mantenuto costante interesse e crescente attenzione da parte di pazienti sempre più esigenti. Se già l’esperienza dei precedenti laser all’Alessandrite forniva un’ottima soluzione, oggi, con la concreta possibilità di utilizzare due lunghezze d’onda, due sorgenti diverse, Alessandrite e Nd:YAG in maniera singola o combinata, dosando l’una e l’altra in funzione del fototipo dei pazienti trattati, possiamo conseguire risultati senz’altro più efficaci rispetto al passato, con un numero inferiore di sedute e con una maggiore rapidità di esecuzione.

In sostanza oltre a trattare i classici fototipi II e III, cosa che già prima si faceva con successo, si riescono a garantire risultati soddisfacenti anche ai soggetti aventi tutti gli altri fototipi o comunque con caratteristiche che rendevano complicato o impossibile il trattamento: obiettivi che da sempre ci eravamo posti nell’eseguire trattamenti di epilazione laser. Non è da trascurare inoltre la grande versatilità del sistema, mi riferisco all’ambito vascolare e a quello delle macchie senili e solari. Grazie all’ampia disponibilità di lunghezze d’impulso e alla combinazione di lunghezze d’onda, trattiamo efficacemente, con un sistema invece che tre, anche teleangiectasie e pigmentazioni della pelle.

”Quale futuro vede per questa tecnologia?”

Sicuramente abbiamo raggiunto la massima maturità dal punto di vista della tecnica disponibile, adesso si tratta di metterla al lavoro sviluppando i protocolli che consentano a ogni operatore di ottimizzare l’impiego dello strumento. Mi riferisco principalmente ai trattamenti vascolari, ambito nel quale ci stiamo impegnando. Elite MPX ha una scelta di parametri così ampia da rischiare di confondere l’utente alle prime armi con i laser vascolari, e quindi è necessario stabilire delle linee guida. In tale senso stiamo collaborando con Cynosure Inc. per definire un protocollo più preciso per questo strumento così innovativo”.