La cellulite la diagnosi si fa con la termografia

La termografia a contatto a cristalli liquidi microincapsulati nasce negli anni ‘70 e ora viene ampliamente utilizzata anche in medicina estetica

di Lawrence Bartolomucci

La cellulite la diagnosi si fa con la termografia
Immagine termografica uniforme, assenza di cellulite

Uno dei problemi, non solo estetici, che maggiormente affliggono le donne è sicuramente la cellulite, un termine che, nel linguaggio comune, accomuna la semplice adiposita’ localizzata con la vera e propria patologia che interessa non solo le cellule adipose, ma anche il tessuto interstiziale e i vasi sanguigni. Da tempo la ricerca ha infatti chiarito che nella cellulite le cellule adipose sono alterate dal punto di vista biochimico, secondo una progressione a stadi (dal 1° al 4° stadio) che via via interessa, anche la microcircolazione sanguigna e la composizione del reticolo di fibrille che avvolge le cellule stesse. Didatticamente, quindi, gli stadi della cellulite si identificano nello stato edematoso (1° -2° stadio), nella formazione di micronoduli (3 ° stadio) e macronoduli (4° stadio), e diviene essenziale, nella pratica quotidiana, il bisogno di individuare la patologia fin dalle sue prime manifestazioni, distinguendola da una più semplice e trattabile ”adiposita’ localizzata”. Nei primi stadi infatti l’esame obiettivo non sempre è sufficiente per la mancanza di manifestazioni evidenti, come a esempio le cosiddette aree fredde – che denotano una diminuzione della temperatura cutanea, caratteristica della cellulite- rilevabili al tatto solo negli stadi più avanzati. In questi casi può essere d’aiuto l’obiettivita’ diagnostica ottenibile con la termografia a contatto, che ovvia a queste difficoltà oggettive, consentendo ai medici estetici e operatori professionali di diagnosticare con certezza la patologia fin dai primi segni.

La cellulite la diagnosi si fa con la termografia
Immagine termografica a macchie sfumate, presenza di edema.

La a Termografia a Contatto a cristalli liquidi microincapsulati è una tecnologia già ampiamente utilizzata in medicina fin dagli anni 70. Essa offre l’importante vantaggio di avere riscontri obiettivi sull’andamento della cellulite, permettendo di focalizzare trattamenti e terapie mirati, caso per caso. I vantaggi applicativi della termografia a contatto si concretizzano nella rapidita’ e nella semplicità con cui si può giungere alla diagnosi certa come anche alla valutazione degli effetti ottenuti tramite i vari trattamenti anticellulite.La tecnologia messa a punto da IPS, leader di mercato e detentrice di un brevetto internazionale per l’interpretazione delle immagini termografiche della cellulite, permette infatti di evidenziare la cellulite fin dai primissimi stadi, distinguendola dalla semplice adiposita’ localizzata; di individuare con maggiore precisione le zone da trattare e sulle quali insistere; di approntare le terapie e i trattamenti più idonei, per ogni caso; di seguirne il processo evolutivo controllando le risposte ai trattamenti stessi.

La cellulite la diagnosi si fa con la termografia
Immagine termografica a pelle di leopardo, presenza di micronoduli

Tutto questo in modo innocuo, indolore, non invasivo, rapido (bastano pochi secondi di applicazione delle lastre termografiche) e soprattutto ripetibile, per innumerevoli volte, dal medico o dall’operatore.

L’ interpretazione delle immagini termografiche per rivelare lo stadio di cellulite si basa sugli studi effettuati dal prof. S. B. Curri su biopsie di tessuti. Le quattro diverse immagini che la lastra termografica va ad evidenziare, corrispondono agli altrettanti stadi in cui è classificata la cellulite, e si differenziano per la presenza o meno di immagini a macchie che sono espressione della modificazione della temperatura. L’assenza di macchie (immagine uniforme) identifica l’assenza di cellulite; la presenza di macchie sfumate denota una cellulite ai primi due stadi di evoluzione (edema); la presenza di macchie ancora più evidenti, a macchia di leopardo (micronoduli) oppure di buchi neri (macronoduli), corrisponde agli stadi più avanzati.

La cellulite la diagnosi si fa con la termografia
Immagine termografica a buchi neri, presenza di macronoduli.

Gli strumenti termografici sono proposti in diverse configurazioni: quella base, per un primo approccio al metodo della termografia, che si basa su strumenti essenziali, di estrema facilita’ e immediatezza d’uso e a costi contenuti. E’ fornita normalmente di due lastre, per rilevazione di temperature basse e alte. La configurazione intermedia che propone il test termografico (a tre lastre termografiche per kit) abbinato a un utile strumento che permette la misurazione della circonferenza della gamba o della zona da esaminare. Questo misuratore termografico, offre una valutazione obiettiva certa e la possibilità di confrontare in modo semplice ed immediato il risultato dei trattamenti. Infine, la configurazione avanzata indicata per centri medici estetici o centri altamente professionali, composta da apparecchiature ad alta precisione e risoluzione con sistema digitale di registrazione delle immagini termografiche. Questi apparecchi consentono una maggiore flessibilita’ di utilizzo delle lastre in diverse zone del corpo e una perfetta aderenza alla parte da esaminare, aumentando quindi l’area di indagine. Le lastre termografiche sono fornite in numero variabile (da tre a cinque) e con risoluzione a 6 o a 8 colori, con diversi gradienti termici per permettere l’utilizzo in diverse situazioni di temperatura ambiente.

[toggle title=””]Approfondimenti: Chirurgia estetica della cellulite[/toggle]