Con i polinucleotidi ad alta concentrazione si effettuano programmi di biorivitalizzazione personalizzati in base alla cute, al fototipo e all’età.
del dott. M. Cavallini, Servizio di Chirurgia Plastica e Medicina Estetica, Centro Diagnostico Italiano, Milano)
Le tecniche mediche per migliorare la qualità della vita hanno un’unica meta: contrastare i segni del tempo sulla pelle e le sue aree più esposte: viso, il collo, il decoltè e le mani. Nei protocolli di medicina estetica, la biorivitalizzazione è fondamentale in quanto, migliorando le condizioni basali del derma, potenzia e rende più efficaci e duraturi tutti gli eventuali trattamenti successivi. Si tratta, come è noto, di un trattamento ambulatoriale, che non richiede l’interruzione da parte della paziente delle normali attività quotidiane, che induce da solo un miglioramento della qualità e dell’aspetto della cute, migliorandone le condizioni basali, e favorisce anche il raggiungimento dei risultati dopo un peeling, l’incremento di durata dei fillers, la riparazione dopo i mini lifting o i lifting o altre tecniche (laser, abrasioni, piccola chirurgia etc). Le caratteristiche fondamentali per una buona biorivitalizzazione sono “primum non nocere”. Questo significa usare prodotti sicuri, tecnicamente testati e regolarmente autorizzati dalle norme vigenti. È importante ricordare che da un punto di vista medico legale se si iniettano anche sottocute prodotti non autorizzati, qualsiasi complicanza si verifichi può essere attribuita all’incuria del medico, il quale diventa automaticamente responsabile delle conseguenze dell’atto medico praticato.
Naturalmente il prodotto deve essere efficace. Le più moderne tendenze nella bio-rivitalizzazione non propongono più l’apporto esogeno delle componenti dermiche carenti (collagene, acido ialuronico, glicoproteine etc) ma preferiscono stimolare le cellule patrimoniali, cioè i fibroblasti, alla duplicazione e a una maggiore attività metabolica, allo scopo di rifornire il derma di componenti autologhi, prodotti dalle proprie cellule. Queste sostanze sono molto meglio tollerate rispetto ai prodotti estranei (eterologhi) artificialmente apportati, ma soprattutto sono in equilibrio fisiologico tra di loro e quindi non si verificano sovradosaggi di qualche componente rispetto alle altre. Sulla base delle numerose esperienze cliniche in medicina estetica, ottenute con i polinucleotidi, sia come rivitalizzanti della cute (1-4) che per la correzione di cicatrici depresse (5-6) e di strie distensae (7-10), recentemente è stata messa a punto una nuova formulazione originale e specifica per la biorivitalizzazione della cute, costituita da macromolecole polinucleotidiche ad elevata concentrazione (PLINEST, Mastelli Srl, Italia), di origine naturale, altamente purificate e alla concentrazione di 20 mg/ml. Il prodotto è stato formulato per essere iniettato nel derma superficiale. In letteratura si legge che i polinucleotidi, ubiquitari nelle cellule del nostro organismo, sono fisiologicamente presenti anche nell’ambiente extracellulare, e il loro apporto è ben tollerato (11). Il prodotto contiene catene polinucleotidiche ad elevato peso molecolare le cui peculiarità biochimiche lo rendono fortemente viscoelastico e capace di legare e orientare nello spazio una notevole quantità di molecole d’acqua, che sono principalmente trattenute a livello dei gruppi idrofili degli zuccheri fosforilati dei singoli nucleotidi.
Le macromolecole sono in grado di svolgere anche un’immediata azione scavanger nei confronti dei radicali liberi. Inoltre, la progressiva degradazione delle molecole polinucleotidiche da parte di enzimi presenti nell’ambiente extracellulare, libera metaboliti che a loro volta accentuano l’attività di protezione nei confronti dei radicali liberi (12-13). Un recente studio in vitro su fibroblasti sottoposti a UVB, evidenzia che i polinucleotidi sono in grado di esercitare un effetto di protezione nei confronti delle cellule irradiate (14). Altri importanti effetti sono l’incremento sia del numero che dell’attività metabolica dei fibroblasti (15), le principali cellule che presiedono al rinnovamento continuo delle diverse componenti dermiche. Favorendo l’attività metabolica delle cellule patrimoniali, i polinucleotidi concorrono così a reintegrare il derma dei diversi componenti autologhi fondamentali (glucosoaminoglicani, proteine, glicoproteine, fibrille etc) tendendo a mantenerne la fisiologica funzionalità. Pertanto la loro somministrazione ripetuta nel tempo, determina un’idratazione isosmotica protratta della matrice dermica, a cui si associa l’azione antiradicalica. Entrambi i suddetti effetti concorrono a ricreare nella matrice dermica, le condizioni fisiologiche più favorevoli alla rigenerazione e all’attività metabolica dei fibroblasti realizzando un circolo virtuoso che rende gli effetti biorivitalizzanti più duraturi nel tempo. Il prodotto è un dispositivo medico (medical device) di classe III, di origine naturale, biocompatibile. Dal punto di vista della sicurezza, gli studi hanno dimostrato l’assenza di tossicità locale e/o sistemica secondo le norme UNI dei medical devices. Anche con l’utilizzo clinico è stato ben tollerato e non si sono evidenziati effetti collaterali. Il prodotto è totalmente riassorbibile, infatti i polinucleotidi per azione di enzimi litici extracellulari, liberano i propri metaboliti che entrano nel fisiologico catabolismo degli acidi nucleici. Come detto, il livello di infiltrazione è intradermico per consentire l’effetto di “riempimento” proprio dei polimeri viscosi che si integrano con la componente amorfa (o gel) dello strato dermico. In genere la corretta profondità cui infiltrare il liquido la si raggiunge inclinando l’ago a 45° rispetto al piano cutaneo, e dopo aver perforato gli strati superficiali della cute, ci si deve mantenere appena sotto di essi. Iniettando la sostanza, deve comparire un ponfo biancastro senza fuoriuscita di sangue: questo testimonia il giusto livello di deposito del materiale per consentire la sua massima estrinsecazione applicativa. Dal punto di vista della metodica infiltrativa il medico può utilizzare differenti tipi di tecniche: quella a microponfi (picotage), offre il vantaggio di poter essere utilizzata su qualunque area corporea cutanea sia del viso che del corpo. Sul collo, effettuata sulle linee cervicali permette una buona tonificazione e ringiovanimento, così come tutta l’area del decolletè, la regione mammaria superiore e il dorso delle mani.
La tecnica lineare, si effettua lungo il decorso di rughe o depressioni lineari; quella “a rete” è più indicata laddove sia richiesto un particolare effetto “di sostegno” come accade per esempio nelle guance e nell’area perimammaria. Il prodotto risulta anche utile per il trattamento preparativo negli interventi di chirurgia plastica (lifting, minilifting, blefaroplastiche) poichè fornendo alla cute una maggiore tonicità ed elasticità, intra-operatoriamente si ottiene un migliore assestamento alla trazione dei lembi cutanei e nel postoperatorio si evidenziano migliori risultati estetici. Personalmente, un mese prima di un intervento chirurgico eseguo 3-4 infiltrazioni una volta alla settimana sospendendo il trattamento circa 7 giorni prima dell’operazione. A distanza di 2 settimane post operatorie proseguo con un paio di successive infiltrazioni. Due i protocolli: uno di Prevenzione con un trattamento ogni 3 settimane per 3 infiltrazioni, seguito poi da sedute di mantenimento ogni 2-3 mesi, l’altro di Recupero con un trattamento ogni 1-2 settimane per 4 infiltrazioni, seguito da sedute di mantenimento a distanza di circa 1-3 mesi. In entrambi i casi va abbinata anche una terapia per bocca con sostanze antiossidanti quali: vitamine A-C-E, coenzima Q 10, rame, ferro. Io consiglio l’uso di una/due compresse al giorno di Turnover confetti per 2/3 mesi, due volte all’anno. Il prodotto è particolarmente utilizzato per i processi di foto e crono invecchiamento, per le pelli fini e disidratate e per la preparazione della pelle all’esposizione solare ma soprattutto in preparazione di interventi di medicina estetica. Infine, appare interessante e promettente l’applicazione infiltrativa nelle smagliature che, in associazione con abrasione chimica e/o meccanica, permette risultati soddisfacenti. In questo caso le infiltrazioni vanno eseguite una volta ogni 15 gg, per un periodo più lungo con un numero totale di 6-8 sedute. Gli effetti collaterali legati al prodotto sono quasi nulli ed esclusivamente legati alla tecnica infiltrativa (per esempio, microematomi del contorno occhi). Il prodotto può dare sensazione di bruciore o un modesto eritema locale attorno ai micro ponfi, eventualmente un lieve edema che scompare nell’arco di poche ore. Ovviamente non possono mai essere escluse eventuali reazioni di ipersensibilità soggettive al prodotto.