Anticellulite a onde acustiche

Attraverso diversi strumenti è stato possibile misurare i risultati ottenuti con una terapia a base di onde acustiche meccaniche applicate alla cellulite.

Dott.ssa Rossella Fiordalisi, Dott. Francesco Fiordalisi

Nella formazione universitaria dei medici, la fisica rappresenta uno dei primi esami da affrontare. Ciò spiega perché, tanti anni dopo, ci si possa essere dimenticati di alcune nozioni base che pure potrebbero aiutare a capire il funzionamento delle macchine urtilizzate in medicina estetica. Val la pena quindi ricordare che gli ultrasuoni sono onde meccaniche uguali e continuative che si propagano con velocità costante nei tessuti ove cumulando energia possono sviluppare calore. Le onde acustiche invece, sono sempre onde meccaniche che si propagano nel mezzo sotto forma di singoli impulsi di elevata pressione e che, ripetuti singolarmente, non generano calore ma scaricano la loro energia all’interfaccia tra mezzi di trasmissione diversi.

Conosciute fin dagli anni ’80 in campo medico (urologico, ortopedico, fisiatrico e neurologico), le onde d’urto di recente sono state proposte, da un’azienda leader nel settore, nel trattamento delle lipodistrofie sottocutanee localizzate con il nome di onde acustiche (AWT Storz). Per questa indicazione vengono utilizzate onde meccaniche, evocate da un generatore elettromagnetico, caratterizzate da elevato picco di pressione raggiunto in un breve intervallo di tempo e ”de-focalizzatè; cioè in grado di agire superficialmente su ampie aree corporee. Si tratta perciò di una forma di terapia completamente diversa da tutte quelle presenti attualmente nel panorama della medicina estetica: ultrasuoni, cavitazione, ecc. che nella maggior parte dei casi producono un effetto termico sulle cellule adipose. Per chi volesse approfondire la conoscenza del meccanismo d’azione della terapia a onde acustiche AWT sul tessuto adiposo va detto che quest’ultimo è costituito da grandi cellule vescicolari, contenenti grasso e contornate da sottili fibre reticolari che si uniscono a formare gruppi più grandi (lobuli adiposi). La velocità di propagazione dell’onda acustica nel tessuto adiposo umano, è di 1450 m/sec e l’energia prodotta all’esterno del corpo (onda acustica), può essere trasportata attraverso il tessuto senza grandi perdite per poi liberarsi nei punti di interfaccia tra tessuti diversi. Un altro aspetto da non trascurare è legato ad alcuni principi base della microcircolazione dei tessuti e del sistema linfatico.

Come ben sappiamo, la linfa si forma nei capillari linfatici del tessuto, a partire dal liquido interstiziale (tessuto intercellulare). L’attività principale dei vasi linfatici nel tessuto, è il trasporto delle sostanze (grasso, proteine e cellule) dal tessuto interstiziale al circolo venoso. L’attività motoria dei vasi linfatici viene potenziata dal lavoro di pompaggio della muscolatura; un’attività muscolare scarsa e adipociti di grandi dimensioni, aggravano l’insufficienza del sistema linfatico. Recenti acquisizioni mediche mettono in evidenza la connessione fra circolazione ematica e linfatica e formazione di tessuto adiposo. L’interazione tra eccessivo apporto di calorie, scarsa attività fisica e variazioni ormonali, si traduce, nella maggior parte delle donne, in cellulite. Perchè ne soffrano di più le donne è presto detto: la donna possiede 21-22 milioni di cellule adipose e l’uomo solo 17-18 milioni. C’è una diversa distribuzione del grasso a seconda del sesso e l’equilibrio tra eliminazione e accumulo di grasso nella donna è fortemente sbilanciato verso l’accumulo per l’eccessiva densità dei recettori che inibiscono la lipolisi sugli adipociti. Ma torniamo al sistema linfatico e a quando non riesce a raccogliere più una quantità sufficiente di proteine dal tessuto interstiziale e a immetterle nel circolo venoso. L’elevata concentrazione di proteine plasmatiche nello spazio intercellulare determina fibrosi (sclerosi) e quindi, l’alterazione delle caratteristiche del tessuto. La fibrosi provoca la modifica della resistenza acustica del tessuto, per cui, in corrispondenza delle interfacce tra tessuti diversi, si verifica, la cessione di energia da parte delle onde acustiche. Da decenni è dimostrata la stimolazione della microcircolazione da parte delle onde d’urto, e quindi: un flusso sanguigno accelerato e una elevata attività vasomotoria aiutano l’eliminazione del grasso; un flusso sanguigno rallentato ne favorisce invece l’accumulo. Uno de principi su cui si basa la AWT STORZ Therapy, è la permeabilità di membrana per cui quando la cellula diviene permeabile anche a grosse molecole, lo scambio delle proteine plasmatiche risulta migliore e le fosfolipasi, responsabili della lipolisi, vengono attivate sulla membrana degli adipociti.

Per valutare i risultati di questa terapia abbiamo effettuato uno studio finalizzato al rassodamento del tessuto connettivo nella regione gluteo – femorale, con riduzione del volume, e alla valutazione della tollerabilità alle onde d’urto ed eventuali effetti collaterali. Criteri di esclusione dallo studio sono stati una grave insufficienza epatica e renale, una gravidanza o allattamento, flebite o trombosi profonda delle vene degli arti inferiori, ipertensione arteriosa, diabete mellito, problemi cardiocircolatori, pregressi interventi alle vene degli arti inferiori o terapia sclerosante, presenza di pacemaker. Il protocollo prevedeva un ciclo di trattamento di 3-6 settimane con 2 sedute di trattamento ciascuna. Il numero di onde d’urto applicate: 3200 per gamba in particolare sulla faccia anteriore e posteriore della coscia. Per misurare i risultati si siamo avvalsi di un’ecografia a 20 MHz del derma cutaneo e sottocutaneo. All’osservazione, prima del trattamento sulla pelle con cellulite i punti di passaggio derma-sottocute appaiono come una linea frammentata e irregolare; le strutture nere rappresentano le cellule adipose e il liquido linfatico. Prima del 6° trattamento l’ecografia ha messo in evidenza che il tessuto connettivo del derma e del sottocute (verde) appariva più compatto e gli spazi intercellulari anaecogeni (nero) si erano ridotti. Prima del 10° trattamento il tessuto è diventato sensibilmente più compatto; gli spazi intercellulari anaecogeni (neri) si sono ulteriormente ridotti, le strutture gialle rappresentavano i fibroblasti, quelle rosse i fasci collagene. Dal punto di vista del volume della linfa, la terapia è stata più soddisfacente in estate che in inverno. Nei mesi estivi si è osservata una riduzione della gamba del 10% dopo un mese di trattamento rispetto al 5% dei mesi invernali. Ciò è dovuto a una maggiore capacità di contrazione della muscolatura delle arteriole, con maggiore scambio linfa-sangue ad una temperatura ambientale più elevata.

Per la valutazione dell’efficacia della terapia dermatologica ad onde d’urto AWT Storz, è stato fondamentale anche l’esame del siero ematico delle pazienti, prima e dopo il trattamento, per comprendere quanto la terapia possa attivare l’eliminazione delle riserve di grasso. L’eliminazione del grasso nei tessuti avviene tramite separazione dei seguenti componenti: Acidi grassi liberi (FFA); Glicerolo (GLY) e Trigliceridi e la mobilizzazione del grasso e la lipolisi risultano nettamente superiori dopo terapia con onde d’urto: aumento di FFA da 0.15 mmol/l prima della terapia a 0.41 mmol/l dopo terapia; aumento del glicerolo da 1.16 mg/dl prima della terapia a 1.80 mg/dl dopo terapia. In conclusione, i risultati ottenuti dopo un ciclo di terapia con onde d’urto sono i seguenti: riduzione della circonferenza nel 75% delle pazienti trattate; rimodellamento delle cosce con riduzione della circonferenza di circa 4 cm; tonicità delle gambe nell’80% delle pazienti, il tutto senza nessun effetto collaterale.