Ecco la proposta di una tecnica che usando l’acido ialuronico permette di risolvere la dermatocalasia della regione del massetere senza variare in maniera eccessiva i volumi del volto
del dott. Mattia Nicola Guandalini
Succede spesso che, interloquendo con una persona, si notino le modificazioni che il suo volto ha subito con il trascorrere degli anni. La cute ha ceduto alla forza di gravita’, quindi zigomi inesistenti e regione massetterica scarna, che sembra prolungarsi al di sotto della mandibola. Viene da chiedersi quale potrebbe essere la causa e quale la soluzione: più tono, più turgore, più giovinezza? E come dare un effetto naturale a una regione così delicata?
E’ noto che il primo segno dell’invecchiamento a livello facciale è la modificazione dei volumi, dovuta al depauperamento del tessuto adiposo sottocutaneo, che porta al cedimento di alcune zone del volto, in particolare a livello della regione della tuberosita’ zigomatica e della regione masseterina. L’invecchiamento cutaneo, quindi, è sinonimo di perdita di elasticita’ della cute stessa, che sfocia nell’accentuazione dei solchi naso genieni e in parziale riassorbimento dei cuscinetti adiposi, provocando ptosi dei tessuti molli e perdita del tono muscolare. In altre parole, caduta degli zigomi e caduta della regione del massetere, perciò guance scarne, cadenti, che segnalano come una cartina di tornasole il passare degli anni. Sinora si è sempre pensato di risolvere la perdita di volume e la conseguente caduta della cute del volto intervenendo a livello zigomatico, soluzione peraltro attuata anche da me, ma che deve essere più che motivata, visto il cambio netto dei volumi che essa comporta, con conseguente modificazione fisionomica del volto della paziente. Ho studiato per parecchio tempo una possibile variante per risolvere la dermatocalasia della regione del massetere, sino al momento in cui ho messo in atto una tecnica particolare che, usando l’acido ialuronico, mi permette di “pavimentare” la regione in questione e di creare un effetto push-up, senza variare in maniera eccessiva i volumi del volto.
[dropcap][/dropcap]Un cenno anatomico è doveroso, visto che definire semplicemente “guancia” la zona trattata non accontentera’ i puristi della materia. La regione sulla quale intervengo è sita al di sotto del processo zigomatico e dell’arcata zigomatica, e al di sopra della mandibola, nella zona del massetere (vedi foto 1), area che con il passare degli anni subisce la maggior caduta verso il basso.
Intervengo in questa zona con l’Acido ialuronico (Juvederm 30), che considero la molecola idonea per eccellenza: ad oggi non mi ha causato nessun problema, è un prodotto del tutto naturale, ha un’ottima maneggevolezza.
Un po’ di chimica a questo punto ci vuole
L’acido ialuronico è un glicosaminoglicano comune a tutte le specie animali e contribuisce a formare parte della matrice extracellulare del derma. Svolge un ruolo fondamentale nel conferire turgore e compattezza alla cute: legandosi al collagene, alla fibronectina e ai proteoglicani forma dei complessi macromolecolari che forniscono una sorta di impalcatura di sostegno alla cute. La molecola, inoltre, si lega all’acqua, andando ad aumentare l’idratazione e il turgore cutaneo.
[dropcap][/dropcap] In aggiunta, l’acido ialuronico di cui mi sono servito per il mio lavoro, lo Juvederm 30, è di tipo reticolato e possiede una densita’ di 24 mg, quindi elevata, manca di antigenicita’, è di origine non animale, è cross-linkato, viene degradato in maniera isovolumetrica e, inoltre, stimola la proliferazione di fibroblasti, quindi la sintesi di nuovo collagene. Di conseguenza, quando è completamente riassorbito si evidenzia una situazione cutanea nettamente migliore rispetto a prima. Fatta questa doverosa premessa sulle caratteristiche chimiche del prodotto, voglio descrivere la metodica e i risultati della mia tecnica.
In primis si valuta la paziente (vedi foto 2), le sue esigenze, il suo stato cutaneo, e con la matita dermografica (vedi foto 3) si demarca la zona entro la quale si deve intervenire. Il reportage fotografico pre e post intervento è indispensabile. Si effettuera’ quindi una serie di foto iniziali, in modo tale da avere un raffronto con il lavoro finale, che può e deve essere mostrato alla paziente. Fatto questo ci si mette all’opera.
Previa anestesia topica, si inietta una fiala da 0,8 ml di acido ialuronico per ogni regione masseterica, tramite un ago da 23 g, ideale sia per la sua lunghezza sia per la sua funzione di tunnellizzazione. In pratica, definiti tre punti di inoculo, nei quali si ritiene di maggior necessita’ l’intervento di pavimentazione, si procede a iniettare con movimento in-out, seguendo una ipotetica raggiera, in ogni punto d’inoculo. Dopo questa operazione la zona trattata viene sottoposta a un massaggio, previa applicazione di siero al collagene puro, massaggio che viene fatto in modo circolare, affinchè il prodotto si espanda, possa pavimentare le guance e conseguire l’effetto push-up (vedi foto da 4 a 9).
[dropcap][/dropcap]Posso tranquillamente asserire che si tratta di una metodica non cruenta e che solo in un caso ho riscontrato un piccolo ematoma in sede di iniezione, peraltro riassorbitosi nel giro di pochi giorni.
Gia’ nelle ore successive al trattamento la paziente può tranquillamente ritornare alla normale vita di relazione, può truccarsi ed è appagata perché nota da subito un miglioramento del turgore cutaneo e del suo aspetto, che non è stato stravolto ma che è notevolmente migliorato. Il trattamento ha una durata all’incirca di sei mesi e, ovviamente, varia in base all’età della paziente e alla sua situazione cutanea. Va comunque segnalato che la cute della paziente non ritornera’ più al livello iniziale, ma risultera’ notevolmente migliorata, vista la maggior idratazione e nutrizione del sottocute. In sintesi, ciò che si ottiene è un piccolo lifting della regione masseterica senza bisturi e senza dover attendere alcuni mesi per il risultato, come invece altri prodotti richiedono.
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