Naturopatia minerale integrale

di Lavinia Martella

Sveliamo i segreti di una disciplina che afferma di sfruttare le proprietà terapeutiche delle rocce laviche.

Qualsiasi fenomeno fisiologico o patologico che avviene all’interno del corpo umano è sempre dovuto a una serie di fattori e mai riconducibile a un solo meccanismo d’azione. E se da un lato la farmacologia e la medicina convenzionale rappresentano un’indispensabile e ampia opportunità terapeutica, differenti strategie naturali in alcuni casi possono risultare determinanti per il conseguimento di un risultato complessivo altrettanto soddisfacente. Infatti se un farmaco sintetico tende inevitabilmente a sostituirsi alle funzionalità metaboliche, le proposte di cura provenienti dalle medicine alternative hanno di positivo che lavorano coinvolgendo, stimolando e riequilibrando l’organismo trattato ricorrendo esclusivamente a prodotti della natura. è di grande attualità il dibattito sulla reale possibilità di sostituzione o di scelta (operata in primis dal paziente stesso) fra medicina classica e alternativa e nell’ambito di tale dibattito è emersa una grande quantità di pregiudizi nei confronti dei cosiddetti rimedi non convenzionali, forse anche a causa delle molteplici stravaganze e teorie esistenti nel campo.

La naturopatia minerale integrale, ossia l’impiego per fini curativi di alcune rocce vulcaniche prelevate in profondità, parte proprio dal presupposto che, per risolvere una situazione patologica, sia necessario intervenire simultaneamente sui complessi meccanismi che regolano l’insieme dinamico delle funzione vitali. Secondo i promotori di questa pratica, ciò che rende le rocce scelte per l’utilizzo, uniche e ricche di elementi benefici è il fatto che esse, formatesi circa due milioni di anni fa, sono composte da minerali fusi presenti negli strati più profondi della terra, che sono rimasti assolutamente incolumi da qualsiasi processo di contaminazione organica. In questa disciplina curativa viene dunque messa in primo piano l’ippocratica regola del “primum non nuocere”: si sottolinea cioè la continua ricerca di un approccio assolutamente non tossico che consente di provarla senza alcun genere di rischi, allo scopo di riuscire a verificarne in qualche modo l’efficacia. Fedele ai dettami della naturopatia integrale, intesa come mantenimento dello stato di salute dell’uomo mediante l’impiego di ritrovati assolutamente naturali, l’uso di sospensioni minerali (rocce vulcaniche ionizzate, dinamizzate e sospese in acque minerali sorgive), scevre di qualsiasi contaminazione organica e artificiale, per curare un disturbo, è considerato da alcuni meno invasivo e, c’è chi sostiene, altrettanto efficace rispetto alle terapie farmacologiche.

Questo perché i prodotti che ne derivano hanno la prerogativa di non rilasciare le componenti minerali a livello transdermico, ma bensì il loro potenziale energetico, facilmente quantificabile con i comuni strumenti di misurazione della forza elettromotrice. In questo modo sembra che essi promuovano un’intensa attività rigeneratrice e riequilibratrice dell’organismo trattato. Dalla continua trasformazione (diagenesi) delle rocce vulcaniche si originano nuove combinazioni minerali, alcune delle quali sarebbero capaci di controllare e catalizzare, a contatto con la cute o dopo essere state ingerite, specifiche reazioni organiche; al termine del loro compito i minerali si disperdono e vengono eliminati. Nuove combinazioni vengono continuamente studiate e testate dalla naturopatia integrale minerale per il successivo impiego terapeutico. C’è da dire comunque che l’ipotetica efficacia dei prodotti naturali minerali è spesso considerata non immediata ma graduale, in quanto sempre vincolata a meccanismi di stimolo e di modulazione degli equilibri compromessi. E c’è addirittura chi assicura che, al contrario dei farmaci sintetici, i quali dopo essere stati metabolizzati alla fine di ogni ciclo terapeutico cessano di controllare la sintomatologia manifestata, lasciando che si ripristini la situazione iniziale, i prodotti di derivazione minerali, dopo essere stati utilizzati per un idoneo periodo di tempo e infine sospesi, siano capaci di modificare l’evoluzione della malattia stessa.

Ciò si spiegherebbe considerando che la naturopatia minerale interviene stimolando il tessuto colpito in modo che sia esso stesso a reagire nei confronti degli stimoli infiammatori e degenerativi, causando un calo temporaneo aggravamento dei sintomi, destinato poi a risolversi positivamente. Potrebbe trattarsi di un’esagerazione e il fatto che gli ingredienti utilizzati nelle sospensioni minerali siano registrati oggi all’interno della categoria dei “cosmetici” non aiuta a convincersi di ciò che i naturopati integralisti affermano con tanta convinzione. Ma è innegabilmente curioso che, secondo alcune ricerche, queste terapie naturali abbiano avuto buoni effetti anche su animali come cavalli e cani, cosa che scongiurerebbe la possibilità di un eventuale effetto placebo. Potremo dire che questa disciplina porta in sè, oltre ad un non indifferente bagaglio di nuove conoscenze, più che altro un vero e proprio “riscatto” del mondo minerale, considerato dalla maggior parte delle persone come facente sì parte della natura, ma morto, freddo e a volte inutile.