di Mara Macrì
Quali sono i rimedi che racchiude la zucca? Cosa sono i rimedi “Sovrani”: ginseng, corna di cervo, il wujiapi, le perle e come funzionano nel nostro corpo? Scopriamolo insieme, facendo un viaggio all’interno della farmacologia cinese.
Quali rimedi racchiude la zucca? (Ta de hulu li daodi zuo de shi shenme yao?). Questo antico modo di dire tipicamente cinese corrisponde al nostro: “Quale asso nascondi nella manica?” oppure “Qual’è il segreto nascosto?” In effetti questa espressione si riferisce alla preparazione dei medicinali e si rifà a un racconto contenuto in un antico testo del V secolo, la “Storia degli Han Posteriori”, dove si narra: “C’era una volta un vecchio che un giorno allestì un banco per la vendita delle medicine in un mercato. Egli appese una zucca davanti al banco e quando il mercato chiuse, il vecchio saltò nella zucca e scomparve”. A seguito della diffusione di questa storia nacque, come espressione popolare, la domanda “Quale medicina è racchiusa nella zucca?” e fin da allora, per centinaia di anni sulla porta delle botteghe e degli empori dove si vendevano i rimedi tradizionali era consuetudine appendere una zucca (hulu), per indicare che lì si potevano comprare dei farmaci. Anche i medici ordinari erano soliti appendere una zucca alla porta a mò d’insegna per indicare la loro professione, mentre i medici itineranti e i venditori ambulanti di medicine, la portavano appesa a un bastone o alla cintura.
Medicina cinese zucca
In realtà c’è una relazione ben più profonda tra la zucca, la medicina, la farmacologia e la farmacologia cinese, tant’è vero che la zucca stessa in Cina è considerata come un farmaco, viene infatti usata come diuretico e nel trattamento dell’edema. Addirittura nell’estate del 1973 sono state portate alla luce a Hemudu, nella provincia di Zhejiang, alcune rovine risalenti all’epoca primitiva e tra i reperti archeologici sono stati rinvenuti alcuni semi di zucca.Questo dimostra che la zucca cresceva ed era usata in Cina almeno seimila anni fa. Attualmente questa pianta è raccolta su tutto il territorio nazionale ed è impiegata per un farmaco molto comune.
Quando la zucca è matura, se ne estraggono la parte carnosa e i semi, quindi si fa essiccare l’involucro esterno, che può essere usato così come contenitore per riporvi le medicine e conservarle, soprattutto i rimedi “Sovrani”. Infatti nella teoria tradizionale della farmacopea cinese rientra una classificazione dei farmaci che ha guidato la pratica delle prescrizioni farmacologiche per molte centinaia di anni e che suddivide le sostanze medicamento in quattro ordini: rimedi sovrani, rimedi ministri, rimedi assistenti, rimedi ambasciatori. I rimedi sovrani (l’Imperatore), sono di sostegno alla vita, rafforzano il corpo e le sue difese, hanno un’azione dolce ma potente e agiscono sulle grandi funzioni dell’organismo nel loro complesso. Hanno il compito di governare gli altri farmaci. Rimedi ministri, sono quelle sostanze che coadiuvano il farmaco principale. Hanno un’azione più superficiale dei rimedi sovrani e svolgono la funzione di ristorare l’organismo e riattivare le singole funzioni vitali assopite o danneggiate. Con l’appellativo di rimedi assistenti, si indicano quelli che producono una reazione d’urto contro la malattia, hanno una natura tossica o velenosa quindi non possono essere usati per lunghi periodi. Per finire, i rimedi ambasciatori rappresentano i veicoli per l’effetto medicamentoso della ricetta, conducono l’azione dei farmaci nel distretto (organo, tessuto o zona del corpo) ammalato, e hanno quindi il compito di rendere selettiva la capacità farmacologica dei componenti della prescrizione. I farmaci vengono combinati in composizioni dosate, tenendo conto del tipo di malattia, della sua gravità e delle condizioni del malato.
A esempio il trattamento di una malattia grave, in un malato debilitato, richiede una grande quantità del rimedio “sovrano” combinata con piccole quantità di rimedi “assistenti”, mentre per la stessa malattia, ma in un malato di forte costituzione, si può aumentare la quantità dei rimedi “assistenti” (tossici) a scapito della quantità dei rimedi “sovrani”. Il principe dei rimedi “sovrani” è certamente il ginseng, ritenuto da tempi immemorabili una medicina portentosa da tutti gli strati sociali della popolazione cinese. Questa radice è chiamata comunemente “uno dei tre tesori del nord-est”, insieme alle pelli di martora e alle corna di cervo, anche quest’ultime ritenute un rimedio miracoloso. Proprio per la sua diffusione a livello popolare, il ginseng che si traduce letteralmente “radice Umana” per la sua caratteristica forma, è chiamato con molti altri nomi, spesso legati alle diverse proprietà che gli sono state attribuite.
Alcuni di essi sono “vaso dello spirito” perché stimola l’allegria; “radice della vita ed essenza seminale della terra” perché ha la capacità di stimolare la funzione sessuale; “erba magica”, “meraviglia del mondo”, “elisir che scaccia le rughe dal viso” mentre nel Tibet viene chiamato “medicina della lunga vita”. Il ginseng cinese disponibile in commercio è di due tipi: il ginseng coltivato artificialmente, e il ginseng selvatico. Naturalmente la qualità selvatica è più attiva e quindi più preziosa, ma la sua quantità è limitata. Per sopperire alla rarità del tipo selvatico è stata avviata la coltivazione della pianta, un’attività che presenta non poche difficoltà poichè il ginseng non ha la capacità di acclimatarsi in zone diverse da quella originaria. Finora è stato possibile intraprenderne la coltivazione in America, ma se ne è ottenuto un tipo dalle caratteristiche farmacologiche molto attenuate. Dalle analisi eseguite negli ultimi anni, risulta che il ginseng contiene varie sostanze tra cui una resina, amido, tannino, saponina che appartiene al gruppo dei glicosidi, sostanze spesso usate in medicina moderna nella terapia dell’ipertensione e di molte altre patologie quali shock, cardiopatie, turbe dell’apparato digerente, diabete. Il ginseng è usato non solo come farmaco nella Medicina Cinese, ma anche per aromatizzare cibi e bevande.
Medicina cinese tradizioni
Una notizia curiosa, sembra che anticamente i cinesi, per differenziare il ginseng dai suoi surrogati, lo somministravano a dei giovani che mandavano poi a fare delle marce di parecchi chilometri, misurando così il suo effetto sulla capacità di resistenza alla fatica fisica. Un altro dei tre tesori del “nord-est” è rappresentato dal cervo. Il cervo è un animale mansueto, tutte le parti del suo corpo vengono utilizzate dall’uomo: le corna ramose, il cuore, il fegato, i reni, i muscoli, lo scheletro, la pelle, la carne e il feto possono essere usati come medicinali; fra questi le più preziose sono le corna che contengono tra l’altro: albumina, grasso, ammonio, acido fosforico. Sembra che le piccole fette di corna ramificate del cervo (Lurong) siano un tonico efficace per rinvigorire, rafforzare, nutrire, potenziare la volontà. Il corpo e i denti non invecchiano, quindi, secondo la tradizione, prolungano la giovinezza. I Medici moderni hanno rilevato, che nell’estratto di Lurong la presenza di sostanze simili agli ormoni maschili, che posseggono un elevato valore terapeutico. L’azione farmacologica che gli viene attibuita è la capacità di tonificare lo spirito vitale e nutrire il midollo, sostenere il sangue e giovare allo yang (energia vitale). Inoltre rinvigorisce il rene, potenzia i muscoli e rende sane le ossa.
Le indicazioni: astenia, ronzii, disturbi della vista, lombalgia, sonno disturbato da sogni, emorragia uterina. Altro rimedio sovrano è il wujiapi, un’erba di cui è impossibile dare la traduzione. L’antica medicina cinese sosteneva, che somministrata a lungo, avrebbe rafforzato la salute e promosso la longevità anche se non erano del tutto noti i poteri benefici che il wujiapi poteva produrre. Per dare un’idea esatta di ciò che si pensava di questa pianta, si riportava un dialogo tra due anziani in cui uno dei due dichiarava: “Preferirei un pugno di wujiapi piuttosto che un carro colmo d’oro e di gioielli, e anche se la lode di quest’erba può apparire eccessiva, essa è però ampiamente giustificata”. Gli studi recenti hanno confermato la validità di questa “erba”, che è un eccellente tonico con effetti corroboranti e sedativi, esso potenzia le capacità di adattamento dell’organismo e ne accresce la resistenza, inoltre regola il metabolismo, migliora la qualità del sonno e normalizza le funzioni sessuali, viene normalmente usato per la cura dell’ipertensione. Anche le perle fanno parte dei rimedi “sovrani”. I medici di tutte le dinastie hanno fatto largo uso delle perle nei preparati medicamentosi, poichè possiedono un’azione antipiretica e antitossica, hanno la funzione di ristabilire l’equilibrio mentale e migliorano la vista. Anticamente, (durante la dinastia Tang), gli attori di teatro facevano largo uso della polvere di perle per rendere la pelle del viso più bella e luminosa, durante le loro rappresentazioni. Dagli studi recenti, risulta che le perle contengono diversi tipi di aminoacidi e tracce di elementi molto nutrienti, utili per la pelle. L’impiego prolungato della polvere di perle sia per uso esterno che per uso interno, permette di sentirsi vigorosi e di mantenere un aspetto giovane che dimostra un’età inferiore a quella che si ha. In particolare si sostiene che la somministrazione per via orale, oltre a fornire il giusto grado di umidità e di nutrimento alla pelle, è efficace per combattere l’ansietà, calmare le convulsioni, schiarire la vista e disinfettare gli occhi, rigenerare e cicatrizzare i tessuti. Inoltre le perle sono ritenute molto efficaci per aumentare il livello di salute e facilitare lo sviluppo fisico dei bambini.