Lavanda olio essenziale

di Luisa Passoni

Storia e utilizzi della Lavanda: una pianta dal profumo intenso, molto diffusa e ricca di proprietà curative che oggi trova ampio spazio in estetica

Chi, questa estate, ha avuto la fortuna di visitare l’isola croata di Hvar, porta indietro con sè il ricordo di un’isola incantevole, circondata da un mare limpido e azzurro, e dalla natura incontaminata. Ma soprattutto ha nel naso il forte e inebriante odore di lavanda, una pianta rustica e resistente, dal profumo dolce e penetrante, che copre gran parte dell’isola, creando splendide note di colore nel pittoresco paesaggio mediterraneo. Questa pianta aromatica, insostituibile amica nei cassetti della nonna, dai caratteristici fiorellini color blu-violetto e dalle piccole e lineari foglie verde cenere, appartiene al genere Lavandula che comprende dalle 25 alle 30 specie, riferite alla famiglia della Lamiaceae. Cresce nei terreni aridi e sassosi, formando bellissimi cespugli color ceruleo nelle zone rupestri. Il suo uso è antichissimo e tradizionalmente le popolazioni agricole la impiegavano come deodorante e antitarmico, ma anche come cosmetico e medicinale, oltre che come erba sacra e portafortuna.

Il nome di questa pianta così versatile deriva dal latino ”lavarè’ e si riferisce all’uso che ne facevano greci e romani che la raccoglievano per profumare l’acqua delle terme proprio con l’estratto alcolico dei suoi fiori. Gli Egizi, invece, sfruttavano le sue proprietà antibatteriche. In passato se ne faceva un così largo uso in medicina, in casi di asma, balbuzie, epilessia, leucorrea, paralisi, perfino per uccidere pidocchi e curare i cani da caccia morsi da una vipera, tanto che Plinio il Vecchio la descriveva come una delle erbe curative più utilizzate dell’epoca. Nel Medioevo era usata specialmente la Lavandola Stoechas con cui veniva preparato un medicinale chiamato appunto Sticadore, indicato per crampi intestinali, nausea, vomito e singhiozzo. Alla fine del Seicento era l’ingrediente preferito dall’illustre farmacologo francese Nicolò Lamery, per arrivare al XX secolo, in cui iniziano gli studi sugli oli essenziali della lavanda a opera di Renè Maurice Gattefossè, padre dell’aromaterapia moderna. Proprio questi oli, prodotti dalle ghiandole localizzate in tutte le parti della pianta sono ricchi di principi attivi, quali linalolo, cineolo, canfora, limonene, pinene, geraniolo, che conferiscono alla lavanda le sue numerose proprietà: antisettiche, vasodilatatrici, antinevralgiche, cicatrizzanti, diuretiche, sedative, balsamiche, digestive, antireumatiche e antinfiammatorie. La lavanda è detta anche ”spighetta di San Giovannì’ per il suo periodo di fioritura che si aggira intorno al solstizio d’estate e sotto forma di tisana, infuso, decotto, di essenza aromatica, di tintura madre, di pomata, in impacchi o come olio, è tradizionalmente raccomandata dai Lesignani, gli abitanti di Hvar, in casi di ansia, nausea, tendenza alla lipotimia, palpitazioni mentre, per uso interno, l’infuso dei suoi fiori calma cefalee da tensione, mal di testa, crampi intestinali, nausea, vomito e singhiozzo.

Può anche aiutare a curare insonnia e infezioni alle vie genito-urinarie, e sempre in forma di tisana fluidifica la bile aiuta il fegato, facilitando la digestione. Dà buoni risultati anche in caso di coliti. Fare un bagno caldo con l’acqua di lavanda aiuta a riattivare la circolazione e a eliminare la sensazione di affaticamento, ma non vanno dimenticate le sue proprietà antireumatiche e antinfiammatorie: applicati esternamente, l’acqua, l’olio e l’essenza di lavanda sono efficaci per calmare i dolori sia di origine articolare sia muscolare, quelli artrosici a collo e schiena, l’artrite gottosa, il torcicollo e la sciatica, distorsioni, contusioni e stiramenti muscolari. Da antisettico e cicatrizzante naturale: nelle campagne croate, il suo olio serve ancora ad alleviare il dolore nelle bruciature di primo grado, a disinfiammare le irritazioni cutanee dovute a punture di insetti, mentre l’infuso si utilizza per lavare ulcere e ferite infette, poichè le aiuta a rimarginarsi rapidamente. Per finire, sempre per uso esterno la lavanda è utile per rinfrescare l’alito e disinfettare la bocca attraverso sciacqui e gargarismi, inoltre in caso di laringiti, tracheiti, bronchiti e raffreddori, la pianta sviluppa un’azione balsamica, espettorante e fluidificante: la sua assunzione per inalazione o vapori sedare la tosse e attenua gli eccessi di asma.

Respirare il suo aroma esercita un benefico effetto sul sistema nervoso centrale. Alcune gocce di essenza di lavanda sul cuscino sono particolarmente indicate contro l’insonnia, l’emicrania, e per i bambini iperattivi o che dormono male. Anche in campo cosmetico la lavanda fa la sua parte: l’infuso si usa per risciacquare i capelli grassi e l’olio, massaggiato delicatamente sul cuoio capelluto, rinforza i capelli. Qualche goccia di olio essenziale nell’acqua calda per un bagno aromatico e rilassante è adatta contro la cellulite e per ammorbidire e nel contempo tonificare la pelle. Con la lavanda si preparano anche dei tonici astringenti utili nel trattamento di pelli grasse con pori dilatati e brufoli. Il decotto sotto forma di impacco è un ottimo rimedio per alleviare pelli irritate dal freddo o dal sole. Per rendere più lunghe e folte ciglia e sopracciglia, basta passare ogni giorno uno spazzolino imbevuto con gocce di essenza di lavanda mista ad olio di ricino. Una pianta versatile, con un forte potere rilassante e antidepressivo che con il suo aroma e il suo colore, rinvigorisce corpo e spirito.