Parole e concetti di fitoterapia

La galenica e la conoscenza della composizione delle piante medicinali introducono allo studio dei rimedi e dei farmaci fitoterapici. Argomenti non semplici da affrontare con l’aiuto di un manuale destinato ai medici italiani

di G.J. Bartolomucci

dott Vincenzo VarlaroVincenzo Varlaro, autore del libro “Fitoterapia” edito da AEFFE Edizioni, è nato a Montegiordano (Cosenza) il 20 gennaio 1956.
Svolge la professione di medico-chirurgo.

Un tempo, per curare la malattia, per un medico era importante possedere conoscenze di botanica. Cosi’ inizia l’introduzione scritta dal dott. Vincenzo Varlaro al suo volume Fitoterapia (Ed. AEFFE Roma 2004), con cui si propone di riavvicinare la classe medica alla disciplina che per secoli ha maggiormente caratterizzato la professione sanitaria. Almeno fino al momento in cui i progressi della chimica farmaceutica hanno fatto preferire composti chimici ottenuti per via sintetica, farmaci di sintesi e farmaci d’origine naturale altamente purificati e standardizzati. Tanto che l’erboristeria e la fitoterapia sono, pian piano, retrocesse fino a essere annoverate nell’ampio e confuso mondo delle medicine non convenzionali, guardate con sospetto dalla dominante medicina ufficiale. Tante le cause di questo declino, a partire dalla complessita’ di una materia che non è assolutamente empirica, ma in cui si intrecciano conoscenze tradizionali e scarsezza di dati scientifici. Un campo in cui, fino a qualche anno fa, era evidente la poverta’ d’investimenti da parte delle aziende farmaceutiche che oggi, invece, stanno riscoprendo il ruolo di tanti principi attivi estratti dalle piante e stanno restituendo la dignita’ di scienza all’uso dei medicamenti fitoterapici. Tanto che sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità sia il Parlamento Europeo hanno, da tempo, adottato un atteggiamento molto più disponibile sia verso il loro inserimento nella farmacopea ufficiale, sia a favore di una migliore formazione dei medici e dei ricercatori interessati a questi argomenti. E proprio in questa direzione va il libro di Varlaro di cui pubblichiamo un interessante estratto dal primo capitolo intitolato “Elementi di Galenica”.
“(…) La farmacologia è una scienza che studia la farmacognosia, la farmacocinetica, la farmacodinamica, la farmacoterapia, la tossicologia di un farmaco. La farmacognosia studia le caratteristiche morfologiche e chimico-fisico di un farmaco. La farmacocinetica studia l’assorbimento, la distribuzione, la fissazione tissutale, la biotrasformazione, l’esecrezione di un farmaco. La farmacodinamica studia gli effetti di un farmaco. La tossicologia farmacologia studia gli aspetti tossici di un farmaco. La farmacoterapia studia l’impiego dei farmaci nella terapia medica. La farmacologia moderna ha portato all’affermarsi del farmaco mono-molecolare e si è occupata solo in modo marginale della fitoterapia. La fitoterapia ha vissuto come una sorta di Cenerentola nel mondo della farmacologia. Con le difficoltà di una Cenerentola la fitoterapia si è occupata dello studio della farmacognosia, della farmacoergasia, della farmacocinetica, della farmacodinamica, della farmacoterapia, della tossicologia del medicamento fitoterapico. Sulla base di tale premessa è, a mio avviso, appropriato definire la fitoterapia come “una scienza che studia la farmacognosia, la farmacoergasia, la farmacocinetica, la farmacodinamica, la farmacoterapia, la tossicologia del medicamento fitoterapico”. La fitoterapia può essere definita anche come una branca della medicina che consente l’impiego a scopo curativo e preventivo di piante medicinali e loro derivati. I medicamenti fitoterapici sono preparazioni farmaceutiche di origine vegetale che trovano impiego nella terapia medica e le piante da cui si ottengono vengono definite piante medicinali o piante officinali. La pianta medicinale si può considerare un contenitore di sostanze chimiche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce pianta medicinale “ogni vegetale che contiene, in uno o più dei suoi organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi, o che sono precursori di emisintesi chemio-farmaceutiche”. Per la preparazione dei medicamenti fitoterapici vengono utilizzate diverse parti della pianta medicinale: i fiori, le foglie, la corteccia, i semi, le radici, il rizoma, i germogli, le gemme, il legno, i tessuti embrionali, il polline. Le parti della pianta medicinale che vengono utilizzate per la preparazione dei medicamenti fitoterapici sono quelle più ricche di principi attivi. La parte della pianta medicinale che contiene la più elevata concentrazione di principi attivi viene denominata droga. La farmacognosia studia la droga delle piante medicinali descrivendone l’aspetto macro-microscopico e indicandone i metodi chimici per il riconoscimento qualitativo e il dosaggio quantitativo dei principi attivi mentre la farmacoergasia studia la raccolta, l’essiccamento, la preparazione, la conservazione delle piante medicinali. La botanica farmaceutica studia le caratteristiche micro-macroscopiche delle piante e ne fa una classificazione tassonomica.(…) Attualmente la fitoterapia è considerata una medicina non convenzionale. Ma tale considerazione non è destinata a durare sia per i progressi scientifici rapidamente in evoluzione che interessano la fitoterapia, sia per l’interesse del mondo della politica per tale scienza. Il parlamento europeo ha deliberato una risoluzione sulle medicine non convenzionali proponendo alcune linee guida di comportamento che dovrebbero essere recepite dai vari governi nazionali e che prevedono:
– l’inserimento delle medicine non convenzionali nel Sistema Sanitario Nazionale;
– la regolamentazione della formazione dei medici che si occupano di medicine non convenzionali;
– l’incremento della ricerca scientifica nella direzione delle medicine non convenzionali;
– l’inserimento di ore di formazione di medicine non convenzionali nei corsi di laurea in medicina e chirurgia.
Tra le medicine non convenzionali la fitoterapia ha sicuramente un vantaggio nella corsa verso la medicina ufficiale. L’uso di diverse droghe e preparazioni fitoterapiche, infatti, è attualmente ammesso dalla Farmacopea Ufficiale (F.U.) e alcuni ordini dei medici hanno istituito degli appositi registri o elenchi dei medici esperti in fitoterapia. (…) I fitofarmaci…sono i composti medici utilizzati in agricoltura allo scopo di proteggere i vegetali dalle avversita’ biotiche e abiotiche. Secondo la loro azione, i fitofarmaci vengono distinti in fertilizzanti fogliari, fisiofarmaci, fitoregolatori, diserbanti, antiparassitari…”